Montenegro in motocicletta
Antonio Calgaro
Nell’estate del 2021, stanchi della forzata “reclusione” dovuta alla pandemia del Covid, decidiamo di farci una bella vacanza in moto. Faccio parte di un gruppo di motociclisti molto affiatati; nel periodo estivo ci ritroviamo pressoché settimanalmente per un bel giro in moto nelle nostre Prealpi, spingendoci spesso fino alle Dolomiti. Da parecchi anni poi ci organizziamo per fare una vacanza in moto a fine estate, visitando le regioni Italiane od allargando gli orizzonti anche all’estero.
La scelta di visitare il Montenegro è maturata ancora nel 2017, quando siamo andati a fare un giro in Albania. Avevo più volte parlato agli amici della bellezza affascinante delle bocche di Cattaro (Kotor), per me uno dei fiordi più belli del Mediterraneo; penetra nell’entroterra per ben 28 chilometri e lo avevo già visitato in moto un paio di volte, rimanendo colpito per la sua bellezza. Purtroppo scendendo verso l’Albania eravamo incappati in una perturbazione con pioggia e fitta nebbia, un tempo “da lupi” per cui nella zona delle bocche di Cattaro purtroppo non avevamo visto niente, salvo l’asfalto della strada… Nel 2021 quindi ci siamo riproposti di scendere ancora verso Cattaro e visti anche degli articoli interessanti sui parchi naturali nell’entroterra e su parecchi siti sotto la tutela dell’Unesco, di visitare bene il Montenegro.
Partenza a mezzogiorno di venerdì 17 (in barba alle superstizioni) settembre, in tre coppie e tre “single” (totale sei moto) per andare a prendere il traghetto ad Ancona. Arriviamo a Spalato di buon mattino e subito partenza in moto verso sud. Per questo viaggio utilizzo la mia nuova “compagna”: una Aprilia RSV4, non proprio una moto da turismo ma piuttosto una moto sportiva estrema che ho acquistato in un momento di “demenza senile”, mascherata dalla voglia di vedere lo stato dell’arte nel campo motociclistico in cui avevo lavorato con passione per qualche anno. Tanto per capirci, potenza di oltre 200 CV, velocità massima sopra i 300 km/h con una prima da 160 km/h e sospensioni ed assetto di guida da “fachiro”.
Stavolta il tempo è stupendo. Costeggiamo la costa, con panorami affascinanti e con la vegetazione che stranamente diventa più rigogliosa man mano che si scende a sud; ci fermiamo per ammirare dall’alto Dubrovnik (Ragusa), dove faremo tappa al ritorno. Arriviamo velocemente alle Bocche di Cattaro, finalmente con un bel sole! Facciamo con calma e con parecchie soste tutta la costa nord del fiordo fino ad arrivare a Cattaro (Kotor), dove facciamo un bel bagno in mare e ci fermiamo per la notte. Da non perdere alla sera una passeggiata nel centro storico medioevale, con una bella illuminazione che fa risaltare le fortificazioni a picco sulla parete rocciosa sovrastante; anche la cena consumata all’aperto, in un locale tipico, è di qualità ed a un buon prezzo. Avendo tempo, il giorno dopo a sud ci sarebbe da vedere il golfo di Budva e Sveti Stefan. Noi invece al mattino successivo partiamo da Cattaro verso l’interno, con meta il parco nazionale del Durmitor; ci inerpichiamo sulla montagna per una strada panoramica con una veduta sul fiordo sottostante che ce lo fa ulteriormente apprezzare.
Attraversiamo il parco del Lovcen e poi ci fermiamo al monastero ortodosso di Ostrog. Ubicato in alto, incastrato nella parete rocciosa della montagna, è il più grande santuario montenegrino ed è tra i più visitati dei Balcani, in quanto luogo di ritrovo, per venerare i resti del taumaturgo San Basilio di Ostrog, per le tre confessioni religiose ortodossa, cattolica e musulmana.
Ripartiamo per arrivare nel tardo pomeriggio a Zabljak, paese montano di 2mila abitanti a circa 1500 mslm, posto al centro del parco nazionale del Durmitor.
Abbiamo prenotato la sosta in un bell’albergo, di recentissima costruzione. Parcheggiamo nel retro le moto in mezzo a delle cataste di legna; chiediamo a cosa servono e ci indicano il locale caldaie, funzionante a legna. Un modo per utilizzare quello che spontaneamente offre il territorio…
Al mattino seguente sveglia di buon’ora e dopo un’abbondante colazione, subito in marcia per un giro panoramico nel parco del Durmitor.
Bel tempo ed un’aria frizzante, la temperatura è di pochi gradi sopra lo zero. Strada asfaltata molto stretta e traffico pressoché inesistente; negli 80 km percorsi incrociamo pochissime auto.
I panorami sono molto belli (ma niente a che vedere con lo spettacolo delle nostre Dolomiti). Il riconoscimento dell’Unesco penso sia dovuto soprattutto alla vastità di quest’area ancora incontaminata, con rare abitazioni per i pastori del posto, con grandi praterie negli altopiani, boschi, pareti rocciose, laghetti.
Nel pomeriggio poi andiamo a vedere il canyon formato dal fiume Tara e percorriamo la strada panoramica che lo costeggia per parecchi chilometri andando verso la pianura. Questo del fiume Tara è il canyon più lungo e il più profondo d’Europa. Nel punto più profondo, le rupi di pietra sopra il fiume sono alte 1300 metri.
Il giorno successivo, partenza da Zabljak per Dubrovnik, su una scorrevole strada che passa per Niksic e Trebinje. Dubrovnik è una splendida città veneziana che merita da sola il viaggio.
L’ho visitata parecchie volte e ci ritorno sempre con piacere; tutta la costa “iugoslava” e le sue isole recano segni ancora evidenti della presenza e dello splendore del regno della Serenissima.
Passiamo il pomeriggio e la serata a Dubrovnik ed il mattino seguente iniziamo la risalita verso nord, non sempre sulle strade della costa, ma traghettando spesso sulle isole dirimpettaie.
La “veneziana” Korsula, Pag con le sue pietraie e con dei fondali cristallini (per non parlare dello squisito formaggio di capra), Rab, Krk. Lungo la costa visitiamo Spalato e Zara, ricche di molti edifici storici che vale la pena di visitare. Arriviamo finalmente a Portorose, dall’isola di Krk, al sabato pomeriggio.
Domenica 26 settembre ci concediamo una breve visita alla cittadina istriana di Pirano, nota per il suo lungo molo e per l’architettura veneziana. In piazza Tartini, fiancheggiata dalla gotica Casa Veneziana rossa, facciamo sosta per un buon caffè, quindi ci avviamo mestamente verso casa prendendo l’autostrada per Trst (Trieste): vacanza finita…
Percorsi poco più di 2.000 km in 10 giorni, viaggio veramente rilassante.
Ed ora cominciamo a pensare quale sarà l’obiettivo per le prossime…