Leadership come "Vocazione e talento innato" (ma allenabile)
Seconda puntata
Cari Colleghi, benvenuti alla seconda puntata sulla leadership.
Un breve recap: alla puntata precedente ci
siamo lasciati, dopo aver condiviso a grandi linee gli stili di leadership teorizzati da
Daniel Goleman, concludendo la disamina
con un ulteriore visione allargata della leadership codificata da James MacGregor
Burns: la leadership trasformazionale.
Oggi cercheremo di capire di cosa si tratta,
andando a vederne la complessità e declinando le capability che un vero leader
trasformazionale dovrebbe, anzi togliamo il
condizionale, deve possedere.
In base alla teorizzazione di MacGregor “un
leader può ottenere migliori risultati, migliorare il morale e la motivazione influenzando
in maniera positiva i Collaboratori“.
Il suo
obiettivo è quindi a supporto della razionalizzazione o meglio al cambiamento di ciò
che non funziona più e\o che necessita di
un upgrade.
Il leader trasformazionale motiva i Collaboratori, li capisce, li ascolta e cerca di aggregarli in unità integrali che lavorano bene
insieme agli altri.
Qualcuno chiama i leader della trasformazione anche leader silenziosi ed in effetti
lo sono.
Sono infatti coloro che danno l’esempio. Il loro stile tende a utilizzare l’ispirazione e l’empatia per coinvolgere lo Staff
e consolidare la relazione.
Le loro caratteristiche distintive sono coraggio, assunzione di responsabilità, credibilità, capacità di costruire fiducia e, soprattutto, volontà di fare sacrifici per il bene
comune.
La leadership trasformazionale sostiene le
persone portandole a raggiungere risultati
inaspettati e si basa su due principi cardine:
- delega, lasciando ai lavoratori piena autonomia su specifici lavori;
- responsabilità di prendere decisioni una volta che le persone sono state formate.
James Burns ha definito i leader trasformazionali come coloro che cercano di cambiare i pensieri, le tecniche, i processi e gli
obiettivi esistenti per ottenere risultati migliori ai fini di un maggior benessere.
A mio avviso, i leader trasformazionali sono
coloro che si concentrano sui bisogni essenziali espressi dai Collaboratori ma hanno la capacità di interpolarne le necessità
anche a livello inespresso (o latente), essendo poi in grado di canalizzare le energie
che mergono dal Team verso il bene comune dichiarato.
Di fatto, la leadership trasformazionale si
basa su un assunto che rappresenta un pilastro del concetto stesso di leadership: il
leader può e dovrebbe ispirare ed aiutare
i Collaboratori a trovare modi migliori per
raggiungere l’obiettivo condiviso.
Il leader
trasformazionale può aumentare il benessere e il livello di motivazione di un Team
attraverso la costruzione di un eccellente
rapporto, risultando un abile gestore e risolutore di conflitti.
Potremmo anche dire che i leader della
trasformazione possono essere annoverati
come innovatori: sono infatti persone che
pensano a livello macro e con visione sistemica senza perdere concretezza ed attenzione rispetto alle dimensioni minori ed
alla “messa a terra”.
Questa caratteristica,
spesso, a cascata diventa fonte di ispirazione per gli altri.
I leader trasformazionali sono quindi esperti
nel:
- Massimizzare i propri talenti e capacità.
- Fare emergere e valorizzare i talenti e le competenze dei loro Team.
- Risolvere le sfide in maniera nuova, dimostrando quando i vecchi modelli non si adattano o non risultano aggiornati.
- Avere una visione sistemica in grado di collegare tutti i puntini e costruire un’immagine finale definita e chiara (aspetto riconducibile all’innovazione).
- Lavorare per cambiare il sistema (altro aspetto dell’innovazione).
- Intuire cosa deve cambiare (idem).
La leadership trasformazionale è facile da
capire, facile da implementare e più realistica, o meglio più adatta e fluida, di tutte le
altre forme di leadership.
Essendo il contesto attuale sempre più
V.U.C.A. (acronimo inglese che ricordo sta
per Volatile, Incerto, Complesso e Ambiguo)
va da sé che essere leader trasformazionali
risulta vincente.
Insomma metaforicamente
dovremmo essere come liquidi in grado di
assumere la forma del contenitore senza
però perdere le nostre caratteristiche.
I leader trasformazionali si concentrano sulle risorse umane, aiutando il proprio Staff a
porre in essere i cambiamenti organizzativi
con efficienza ed efficacia.
Per risultare efficace la leadership trasformazionale, dunque, necessita fondamentalmente di quattro fattori:
- capacità di influenzare e dare chiarezza
dell’idea,
- fornire una motivazione ispiratrice,
- stimolare intellettualmente i propri Collaboratori,
- ascoltarli tenendoli poi in debita considerazione.
Apparentemente sembrano aspetti banali
ma in realtà si tratta di rivoli interconnessi
dove le soft skills del leader devono emergere e vengono messe a dura prova.
La leadership di trasformazione, quindi,
funziona bene nelle organizzazioni dove è
necessario agire per un cambiamento.
Giova sottolineare che, dato lo scenario
mutevole, la leadership trasformazionale è
un presupposto per il successo delle aziende ma non è adatta, forse, per le organizzazioni poco strutturate o per alcune start up.
Avendo chiaro quanto sopra, almeno nelle linee essenziali, vorrei concludere questa prima disamina focalizzando l’attenzione sulle
skills di un leader di questo tipo (perché la
leadership proviene da chi la esercita…).
INTEGRITÀ
L’integrità è uno di quei valori che è importante che ogni essere umano possieda.
Come leader è fondamentale. Le persone
rispettano un leader che ispira con i suoi
principi senza comprometterli. Non fare
false promesse ed essere sinceri, etici e
trasparenti sono elementi che rafforzano la
posizione di leadership.
COMUNICAZIONE
Le competenze comunicazionali (verbali e
non) forse sono la dote principale per chi
riveste la posizione di leader. Una comunicazione efficace porta ad una leadership
efficace.
La qualità e l’efficacia della comunicazione hanno un impatto immenso sulle
prestazioni di un Team e, di conseguenza,
sui risultati. Non basta trasmettere informazioni ma è importante trasferirle nel modo giusto.
Spesso si incontrano manager senior incapaci di trasmettere in maniera
coinvolgente e motivante le idee, i valori,
ecc. facendo in modo che ogni Collaboratore possa interiorizzarli ed allinearsi.
ASCOLTO ATTIVO
L’ascolto attivo consente ai leader di costruire fiducia e relazioni a lungo termine;
genera rispetto, riconoscenza e riconoscimento.
FIDUCIA IN SE STESSI
I veri leader mostrano una grande fiducia in
se stessi che è alimentata da una sana autostima (ciò non significa arroganza o stare
sopra le righe, al contrario). La fiducia consente ai leader di prendere decisioni contestuali, fluidificare eventuali conflitti o problemi insiti nell’organizzazione ed agire tempestivamente (avendo ragionato, ovviamente).
CAPACITÀ DI DELEGARE
Un buon leader comprende l’importanza
della delega e la utilizza in modo efficiente.
Contribuisce a massimizzare la produttività e le prestazioni del Team.
La capacità di
delegare comporta il saper riconoscere le
doti e le competenze dei membri del Team;
solo delegando in maniera consapevole si
ottiene il risultato perseguito, viceversa si
rischia un “effetto boomerang”.
CAPACITÀ DECISIONALI
E DI RISOLUZIONE DEI PROBLEMI
I buoni leader sono chiari nei loro processi
mentali e decisi nella messa a terra delle
scelte che derivano da questi processi, essendo consapevoli delle conseguenze delle loro decisioni.
Una leadership decisiva
include anche elevate capacità di problem
solving ed una visione integrata.
AUTOMOTIVAZIONE
Lo dicevamo sopra: un buon leader può
scegliere di affrontare o evitare un problema ma deve farlo senza paura; il coraggio
è la base della fiducia.
Un leader coraggioso supervisiona l’organizzazione ed il
Team, supportando i Collaboratori con coerenza e forza di volontà.
Una caratteristica
che distingue il leader è la spinta a portare
a termine le cose, incoraggiando se stesso
e il gruppo.
Il leader si pone come esempio
per avere il giusto atteggiamento sul luogo
di lavoro.
INTELLIGENZA EMOTIVA
Qui si apre uno scenario immane ma cercherò di essere breve (magari ci rivediamo
per un’altra puntata in merito…). Un buon
QI e una conoscenza dell’ambiente, organizzazione, processi, dominio, ecc. aiutano
a padroneggiare il lavoro, ma essere leader
significa confrontarsi costantemente con
persone che hanno sentimenti ed emozioni.
Pertanto, i buoni leader devono essere
in grado di identificare, gestire, valutare e
comprendere le proprie emozioni e quelle
delle persone con cui si confrontano. L’intelligenza emotiva comprende la consapevolezza di sé, l’autoregolazione, l’empatia, la
motivazione, le abilità sociali e altro ancora.
Attenzione che la leadership, peraltro, non
è limitata solo ai livelli più alti della gerarchia organizzativa; ognuno deve esercitare
la sua in relazione al ruolo che ricopre ma,
se vogliamo, anche indipendentemente dal suddetto ruolo.
La leadership spesso viene
considerata un’abilità\competenza (capability) singolare; in realtà è la sommatoria
di un’ampia gamma di altre competenze
che possono essere sviluppate attraverso
la formazione e processi di sviluppo continuo (CPD Continuous Professional Development) ma in cui sussiste, a mio avviso,
anche un po’ di innata predisposizione.
FLESSIBILITÀ COGNITIVA
Un leader con flessibilità cognitiva (abile
nello sfruttare la neuroplasticità del cervello) può cambiare idea, adattarsi rapidamente ad un nuovo ambiente, guardare i
problemi da più prospettive o concepire più
concetti contemporaneamente.
Non smette
mai di adeguare la propria gestione e mettersi in discussione ed è aperto e rispettoso
della cross-culturalità.
ADVOCACY
Il leader è in grado di ingaggiare e creare
dei veri e propri “ambassador” circa valori
e missione dell’azienda o del progetto.
Il leader è attento ed utilizza ascolto attivo ed
empatia nei confronti di ogni Collaboratore, cerca di ascoltare e capire la posizione
altrui piuttosto che concentrarsi solo sulla
risoluzione dei problemi.
È capace poi di
separare il problema dalla persona.
COMPETENZA
I leader influenti non hanno bisogno di essere i più esperti o innovativi del Team, ma
sono abbastanza informati da persuadere
gli altri a seguire i loro standard e principi.
L’apprendimento è un processo che dura
tutta la vita e bisogna avere sempre “fame
e curiosità” di apprendere e migliorarsi per
ampliare le prospettive.
ONESTÀ
Esiste una forte relazione tra le prestazioni
del Team e la fiducia nella leadership. Pertanto, creare la fiducia del Team verso l’organizzazione è fondamentale.
Per costruire con successo connessioni autentiche,
un leader deve prima essere una persona
sincera, credibile e onesta.
D’altronde l’onestà è uno dei tratti etici più delicati nella
leadership.
GRATITUDINE
Molte persone definiscono la gratitudine
come una debolezza che nega il potere; al
contrario, è il fattore più influente (Robert
Cialdini ne ha fatto uno dei pilastri dei “Principi di persuasione”). I leader sono soddisfatti del lavoro e rischiano meno stati d’ansia e burnout.
DELIBERAZIONE
Uno dei migliori tratti caratteriali per la leadership è la deliberazione. Costante attenzione al parere dei Collaboratori e alla
condivisione delle scelte.
EMPOWERMENT
Comprendere e rispettare i punti di forza e
di debolezza dei propri Collaboratori genera empowerment e rispetto per l’unicità
degli altri. Il leader è disposto a fornire le
risorse necessarie per incoraggiare la cura
reciproca dei Collaboratori aiutandoli a sviluppare il pensiero critico, la creatività e la
responsabilità.
CERTEZZA
Un buon leader non utilizzerà mai interlocuzioni del tipo “non sono sicuro” o “penso”;
egli ha sempre certezze ed è deciso nell’effettuare le proprie scelte. Il leader esprime
convinzione nelle decisioni.
FIDUCIA
Una parte cruciale di una leadership efficace è la fiducia: il leader deve mettere da
parte le incertezze, insicurezze e le convinzioni limitanti su se stesso e sui membri del
Team; protegge il suo Staff quando necessario e non ha paura di sbagliare.
RESPONSABILITÀ
L’impegno nei confronti dell’organizzazione
e delle sue persone è il modo in cui un leader mostra un evidente tratto di assunzione
della responsabilità.
I leader responsabili cercano di promuovere l’allineamento e la concentrazione del
loro Team, anteponendo al primo posto gli
obiettivi comuni ed il benessere del Team
stesso.
In estrema ratio un leader di successo
(persuasivo) guarda oltre la propria posizione, il potere e il controllo.
Convince gli
altri utilizzando un approccio autentico e
guidato da estrema apertura, comunicazione e rispetto.
I leader persuasivi hanno successo mentre gli altri, il più delle volte, falliscono.
15 febbraio 2024