Venezia è come l'araba felice

L'acqua alta a Venezia

Gianni Soleni  

Federmanager Venezia
Da qualche tempo (vedi “Sul Ponte sventola Bandiera bianca” nel numero 10-11-12 del 2021 della rivista) avevamo rinunciato a fornire notizie sullo stato dell’arte delle opere di salvaguardia dall’acqua alta a Venezia, anche per non essere considerati pessimisti ad oltranza od uccelli di sventura. 

Oggi (metà del mese di agosto) riprendiamo volentieri la nostra informazione sull’argomento per dare informazioni che ci sembrano indicare una “rinascita” delle speranze basata su fatti reali (ma anche con qualche aggiunta negativa sullo stato della città, al di là del discorso idrico, come indicato alla fine dell’articolo). 

Dunque: 
  • Il progetto di salvaguardia limitato all’area della Basilica di San Marco sta prendendo corpo per divenire realtà. Sono stati superati i primi test per il collaudo idrico delle lastre in vetro, ed entro fine agosto saranno installati i primi 40 metri sul lato della Curia. L’obiettivo è di completare la realizzazione dell’opera entro ottobre e in ogni caso prima dell’inizio della stagione delle acque alte. Contro la sua supposta invasività (ricordiamo che l’opera ha finalità di salvaguardia provvisoria in attesa della realizzazione del progetto strutturale esteso a tutta l’area centrale di San Marco) si batte Italia Nostra, che intravvede il rischio di danni permanenti, andando la stessa opera ad intaccare circa 200 mq di “masegni” con rischio di degrado e frattura degli stessi, così come con parte della pavimentazione in pietra d’Istria che circonda la Basilica. Inoltre alcuni manufatti in cemento armato, così come le alterazioni sotterranee, saranno inamovibili e diventeranno permanenti. 
  • Notizie positive riguardano anche l’avvio dei lavori per la realizzazione del progetto di salvaguardia strutturale di tutta la Piazza (sopra citato), essendo il primo stralcio degli stessi già “cantierato” per il mese di ottobre. 
  • Un’altra buona notizia riguarda il MOSE già realizzato ed il suo stato di salute. La temuta corrosione esiste ma è scarsa e sotto controllo: inoltre essa NON INTERESSA le 78 barriere e le 156 cerniere a contatto con l’acqua di mare, ma SOLAMENTE alcuni carter degli steli tensionatori posti nella galleria a tenuta stagna a 20 metri di profondità, come effetto dell’infiltrazione di acqua avvenuta durante la mareggiata del 2015. Questo significa, in termini economici, che non ci saranno rialzi dei costi di manutenzione e che la funzionalità dell’opera è salva. A settembre inizia la manutenzione straordinaria delle paratoie di Treporti, in acqua ormai da 9 anni. In tal modo il MOSE potrà essere pronto per la prossima stagione della acque alte. 
  • Ancora una buona notizia: dallo scorso mese di luglio anche Venezia ha avuto il pieno riconoscimento dello status di “insularità” agli effetti dell’articolo 119 della Costituzione, venendo assimilata alle “storiche” isole di Sicilia e Sardegna (lo stesso dicasi per tutte le isole della nostra nazione, da quelle dell’area polesana ad Ischia, Capri e quant’altro). Viene così ufficialmente riconosciuta le peculiarità delle Isole e vengono promosse le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità. La modifica costituzionale, che dovrebbe diventare realtà prima del prossimo inverno, renderà possibile il finanziamento con fondi statali ed europei di progetti di riqualificazione o per misure che possano rendere giustizia rispetto alle difficoltà oggettive dei luoghi insulari quali infrastrutture, sanità ed istruzione. 
  • Per finire, la notizia “negativa”. Proseguendo nella tendenza allo spopolamento del centro storico, in atto ormai da diverse decine di anni (per la cronaca, lo stesso dicasi negli ultimi anni anche per la Terraferma del comune veneziano, ovvero Mestre e frazioni comunali limitrofe), dal mese di agosto la popolazione del centro storico di Venezia è scesa ufficialmente sotto i 50mila abitanti. Possiamo ancora chiamare “città” una comunità di tale consistenza? Ricordiamo che nel 1981 (solo 40 anni fa, praticamente ieri) gli abitanti erano quasi 90mila, circa l’80 per cento in più. Come dicevano, la regressione è in atto da diversi decenni, e coinvolge nelle motivazioni diverse entità non esclusi una buona fetta degli stessi cittadini veneziani, accusati di sfruttare il fenomeno turistico affittando le loro abitazioni ai turisti con attività non sempre alla luce del sole. La previsione fatta ancora alcuni decenni orsono di una Venezia “parco divertimenti” per i turisti stile Disneyland o Gardaland, con la sotterranea approvazione di coloro che ne possono trarre un profitto, sembra dunque avverarsi, quanto meno non venire arrestata né affrontata in maniera sostanziale. 
  • Nel periodo considerato sopra (1981- 2021), anche l’area estesa chiamata “Terraferma” è passata da 234mila a 177mila residenti, con un calo di circa 50mila abitanti, a conferma che il fenomeno riguarda tutto il Comune.
Gianni Soleni
Federmanager Venezia

Gianni Soleni Federmanager Venezia