Sostenibilità e tecnologia climatica: il contributo delle start-up

Ssviluppo di tecnologie dedicate al contrasto delle cause del climate change

Mauro Nicoletti

Mauro Nicoletti Federmanager Verona

Mauro Nicoletti  

Federmanager Verona
L’attualità del dibattito sui cambiamenti del clima e sulla sostenibilità ambientale delle attività umane sta alimentando una crescita sostenuta di iniziative di creazione di startup per lo sviluppo delle tecnologie dedicate al contrasto delle cause del climate change. 
Nonostante i segnali di crisi che si sono registrati negli investimenti complessivi in venture capital (VC), quelli nel settore del “Climate Tech” – settore che si riferisce principalmente alle tecnologie per il ripristino delle condizioni naturali dell’ambiente e per la sua conservazione, alla realizzazione di materiali a neutro o basso impatto ambientale, allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, alle batterie stazionarie – hanno registrato nel 2022, in Europa, tassi di crescita del 14% rispetto all’anno precedente. 
Certamente la fissazione dei 17 obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, ha costituito uno stimolo alla crescita degli investimenti in VC per il climate tech, ma non solo. 
Un ulteriore elemento che stimola a investire in tecnologia per il cambiamento climatico è rappresentato dall’elevata aspettativa di creazione di valore, che gli investitori manifestano per i settori ad alta intensità di innovazione e di ricerca scientifica e tecnologica, quali quelli dell’efficienza energetica e dello storage di energia, pur in presenza di tempi attesi di ritorno dell’investimento mediamente più lunghi. 
In questo contesto, l’eccellenza della qualità della ricerca scientifica e industriale in Europa, e in particolare in Italia, si è confermata anche nell’ambito della ricerca e dello sviluppo di processi industriali a basso impatto ambientale, principalmente attraverso la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Le startup innovative italiane iscritte al Registro delle imprese sono 14.621 (luglio 2022), il 3,7% di tutte le società di capitali di recente costituzione, un dato in aumento rispetto al trimestre precedente con 259 nuove unità (+1,8%). 
Nella graduatoria per Regione, il Veneto si colloca al 4° posto con 1.096 startup, con il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia al 11° e 13° posto, rispettivamente con 320 e 273 startup. Queste ultime due regioni si collocano invece al 1° (5,53%) e al 2° posto (5,38%) della graduatoria che misura il rapporto delle startup innovative sul totale delle nuove società di capitali della regione (Fonte Ministero delle Imprese e del Made in Italy). 
Restringendo l’analisi alle startup climate-tech, un recente studio, condotto da Leonardo Massa e Federico Cuppoloni, ha fornito una panoramica dello stato attuale delle startup e dei finanziamenti italiani in tecnologia climatica, con una ripartizione per area geografica e per settore. 
Lo studio individua 350 startup climate tech attive in Italia che sono riuscite a raccogliere finanziamenti per oltre 640 milioni di euro. 
Nell’ambito del climate tech sono stati classificati otto settori di intervento:
  •  Agricoltura, silvicoltura e alimentazione: produzione agricola e zootecnica, uso del suolo, trasformazione alimentare e sicurezza alimentare; 
  • Decarbonizzazione: compensazione dei gas serra e processi industriali sostenibili;
  • Monitoraggio climatico: monitoraggio ambientale, monitoraggio della qualità dell’aria e analisi dei dati climatici; 
  • Edilizia e Real Estate: costruzione, ristrutturazione e gestione degli edifici ed efficienza edilizia; 
  • Energia: generazione di energia rinnovabile, stoccaggio di energia, idrogeno e soluzioni digitali legate all’energia; 
  • Produzione e industria: ferro e acciaio, minerali non metallici (cemento, vetro, calce), prodotti chimici e produzione di materie plastiche; 
  • Trasporti e Mobilità: soluzioni di mobilità sostenibile, veicoli elettrici, componentistica e infrastrutture per la mobilità; 
  • Acqua, rifiuti e bonifiche: monitoraggio e trattamento delle acque, gestione dei rifiuti e bonifica dei siti. 
Le 60 realtà climate tech localizzate nel Nord-Est – 27 in Veneto, 22 in Trentino Alto Adige e 11 in Friuli Venezia Giulia – sono prevalentemente orientate, considerando la numerosità di soggetti e non la dimensione dei finanziamenti, a iniziative innovative nel settore Agricoltura, Silvicoltura e Alimentazione e nel settore Energia, settori che, a livello nazionale, raccolgono oltre il 50% dei finanziamenti complessivi. 
Dei 640 milioni di finanziamenti complessivi, le startup climate tech del Nord Est raccolgono finanziamenti per 71,5 milioni di euro, dei quali 53,3 nel settore Energia, 6,6 nel settore Edilizia e Real Estate, 6,5 nel settore Produzione e Industria, 4,6 nel settore Agricoltura, Silvicoltura e Alimentazione, 0,5 diffusi negli altri settori.
Nel settore Energia la quasi totalità dei finanziamenti è attribuita a un caso di particolare interesse, rappresentato dalla trentina Green Energy Storage (GES), che nel 2022 ha ricevuto dall’UE e dal Governo un finanziamento di 53 milioni di euro per il progetto “Ipcei batterie 2”, dedicato alla ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per batterie stazionarie, con forte attenzione ai temi della sostenibilità ambientale. 
La GES è infatti specializzata nello sviluppo di una tecnologia 100% green basata sull’idrogeno, con una piattaforma tecnologica ibrida gas/liquido e si pone quindi l’obiettivo di realizzare una nuova generazione di accumulatori non tossici, sicuri, che operano a temperatura ambiente e composti da materiali facilmente ed economicamente reperibili. 
Appare quindi attuale che la sempre più pressante esigenza di rivedere i modelli di sviluppo economico e industriale in un’ottica di sostenibilità ambientale e le opportunità di innovazione tecnologica che possono essere sviluppate dalle startup anche nel settore del contrasto al cambiamento climatico devono poter essere incentivate sempre più dal supporto finanziario fornito dal venture capital. 
Ed è proprio a ulteriore conferma del fatto che le startup italiane legate all’ambiente rappresentano una realtà che ha notevoli potenzialità, che è stato organizzato il premio “Startup per il clima” da Italy for climate e Step Tech Park, premio che nel novembre scorso è giunto alla sua seconda edizione. 
In un contesto, quale quello italiano e del Nord Est in particolare, caratterizzato da imprenditorialità diffusa, capacità industriale e soprattutto eccellenza nella ricerca scientifica per lo sviluppo tecnologico, non lasciarsi sfuggire queste opportunità rappresenta un’ulteriore, interessante sfida da affrontare.