Assessment Industria 4.0: il 12° cammello
Un aiuto a direzionare la bussola aziendale verso i passi da compiere per mettere in atto la trasformazione digitale e rendere possibili le cose e un futuro sostenibile per l'impresa.
Roberto Zardoni
Socio ALDAI Federmanager e Innovation Manager Certificato RINA Service con disciplinare Federmanager
Una volta, quando le automobili avevano 4 marce, si usava dire “abbiamo messo la quarta” per significare che il business andava molto bene, che correva.
Ebbene anche oggi è necessario “andare in quarta”. Questa volta però il numero non ha più un significato automobilistico (anche perché sarebbe comunque anacronistico), ma assume un valore diverso. La “quarta” oggi è la trasformazione che è richiesta a tutte le aziende di ogni dimensione e di ogni settore. È la trasformazione in ottica digitale del business, dei processi, dell’organizzazione, dei prodotti, della supply chain e, soprattutto, della cultura aziendale a tutti i livelli ed in tutte le funzioni aziendali.
Le domande che ogni azienda dovrebbe porsi sono:
- “sono in grado di definire una strategia, disegnare e “vedere” il percorso di trasformazione da affrontare, ingranare la marcia giusta e attivarmi?”
- “sono in grado di farlo con le mie sole forze interne?”
Molte aziende si sono già attrezzate e molte hanno già superato diverse tappe del percorso. Sono ancora tante però le aziende che hanno bisogno di essere sollecitate non perché scettiche o impreparate, ma perché, prese e assorbite dal quotidiano, non sanno come attivarsi e a chi rivolgersi per avere un supporto.
Mi viene in mente la storiella, che sintetizzo per chi non la conoscesse: quella del cammelliere che vuole dividere i suoi cammelli tra i tre figli. Per la legge di quel Paese al primo figlio spetta la metà, al secondogenito un quarto, al terzogenito un sesto. Purtroppo, c’è sempre un “purtroppo” in ogni storia, il cammelliere ha 11 cammelli e la distribuzione è problematica. Decide allora di rivolgersi ad un saggio che stava abbeverando il suo cammello alla fontana del paese.
Compresa la situazione il saggio rispose che avrebbe concesso volentieri il suo cammello per aiutarlo. E così con 12 cammelli il padre poté darne 6 al primogenito, 3 al secondogenito e 2 al terzogenito e … restituire il 12° al saggio.
A volte è necessario o almeno opportuno rivolgersi ad un aiuto esterno per avere quella spinta gentile, quell'aiuto a rendere possibili le cose facendo leva sulle proprie risorse e conoscenze.
Il Test Industria 4.0 si presta proprio a questo. È un test messo a disposizione di tutte le aziende e ciascuna può decidere se farlo per proprio conto oppure farsi condurre da un ente esterno.
Nel primo caso ci si ritrova spesso a porsi le solite domande e a darsi, altrettanto spesso, le solite risposte. Non dico che sia sempre così ma si corre comunque il rischio di cadere nel ritmo della routine quotidiana.
Il secondo caso assomiglia di più alla storiella del cammelliere, ovvero si percepisce la necessità di confrontarsi con l’esterno vuoi per avere una conferma delle proprie idee e progetti, vuoi per avere un supporto alla costruzione di un percorso verso la trasformazione digitale, un ponte tra l’as-is e il possibile to-be.
Si, bene, d’accordo, ma dove trovo questo appoggio esterno, a chi mi rivolgo?
A sensazione è forse la questione più difficile per le aziende, trovare l’interlocutore e trovare anche il tempo per individuarlo. Ancora più difficile oggi per la grande disponibilità di opzioni: si va dalle società di consulenza, ai provider tecnologici, ai system integrator, alle università e ai centri di ricerca (per tematiche più innovative) e altro ancora. Tutte opzioni validissime che rendono comunque difficile la scelta.
E poi ci sono i Digital Innovation Hub (conosciuti con l’acronimo DIH), nati proprio con l’obiettivo e la missione di fornire un supporto di primo livello alle aziende mediante la somministrazione gratuita del test Industria 4.0 e soprattutto, a seguito di questo, di fornire alle aziende una fotografia del loro stato attuale e dei suggerimenti su un possibile percorso di adeguamento e di trasformazione in ottica digitale. Supporto che, sulla base dell’accordo di collaborazione tra i DIH di Confindustria e gli otto Competence Center Italiani, può estendersi all’accompagnamento dell’azienda verso i Competence Center per lo sviluppo di iniziative progettuali.
Bene, ma cosa mi chiede il DIH in cambio del suo intervento?
L’intervento del DIH è gratuito così come la produzione del report di feed back in risposta all’assessment che viene rilasciato all’azienda.
Quello che l’azienda deve mettere a disposizione è il “tempo” del management: il tempo necessario per rispondere alle domande del test che va dalle 3 alle 4 ore ed il tempo per la presentazione e discussione del report restituito all'impresa, stimato in un paio di ore.
Da cosa nasce questa proposta del DIH?
I DIH sono sorti a seguito del primo Piano Nazionale Industria 4.0, per alcuni noto come Piano Calenda, come azione da parte di Confindustria di presenza concreta su tutto il territorio nazionale per cercare di essere il più vicino possibile alle aziende nel fornire competenze tecniche, organizzative, progettuali atte ad indirizzare le aziende ad abbracciare strategie, programmi e/o progetti di trasformazione digitale. Proprio per garantire la vicinanza alle aziende, Confindustria ha attivato un DIH praticamente in ogni Regione.
Il DIH si pone nella veste di facilitatore dell’apertura delle aziende verso competenze esterne. Il DIH svolge un ruolo di supporto di primo livello per fare emergere nelle aziende la consapevolezza (awareness) dell’importanza sempre maggiore delle tecnologie digitali. Sarà poi l’azienda che deciderà se portare avanti ed approfondire i suggerimenti emersi e con chi, affidandosi alle capacità interne o individuando partner esterni.
L’intervento e l’azione del DIH sono una sorta di spinta virtuosa a far nascere una discussione, un dibattito all’interno dell’azienda in merito ai possibili sviluppi tecnologici ed organizzativi in ambito di processo e/o di prodotto.
La somministrazione dell’assessment ed il relativo feed back da parte del DIH può essere utilizzato dall’azienda per diverse finalità, tra cui:
- la valutazione del livello di digitalizzazione dell’azienda;
- l’individuazione degli interventi da valutare;
- l’impostazione di una roadmap progettuale;
- la conferma o meno delle sensazioni interne in merito alla digitalizzazione;
- la conferma o meno dei piani di sviluppo presenti in azienda;
- lo sviluppo di una cultura del cambiamento.
L’obiettivo dei DIH è quello di cercare di muovere il maggior numero possibile di aziende verso progetti e processi di innovazione affinché sia l’intero Paese Italia a crescere sulla strada della trasformazione digitale. Proprio per questo motivo non ci sono limiti o condizioni all’intervento dei DIH, né limiti di fatturato, di numero di dipendenti, di settore e neppure il limite di essere o meno iscritti a Confindustria.
Quello messo in campo attraverso i DIH è una sorta di 12° cammello, un servizio che aiuta a direzionare la bussola aziendale verso i passi da compiere per mettere in atto la trasformazione digitale.
10 maggio 2020