Il Presidente Alberto Ribolla introduce il World Manufacturing Forum 2019
Si è tenuto al Centro Congressi di Villa Erba a Cernobbio, dal 25 al 27 settembre 2019, il Forum Internazionale che ha valorizzato il ruolo chiave delle competenze per lo sviluppo della manifattura.
Marco Pepori
Socio ALDAI-Federmanager e componente del comitato di redazione Dirigenti Industria
Il “pit stop” in un paio di secondi della Formula 1 è emblematico dell’aumento di produttività; basta pensare ai 75 secondi necessari per svolgere analoga operazione negli anni ’50. Un risultato conseguito portando da 4 a 20 gli addetti, aumentando le competenze e la motivazione, utilizzando strumenti efficaci e migliorando l’organizzazione del lavoro. Le tecnologie stanno incrementando esponenzialmente la produttività delle imprese con ripercussioni significative sulla competitività e la qualità professionale dei collaboratori.
Le prospettive della manifattura saranno sempre più caratterizzate dai riferimenti economici, sociali e ambientali, come dimostrano i progressi negli ultimi 50 anni e come avverrà sempre più velocemente in futuro. Dovremo gestire la più importante trasformazione del lavoro nella storia dell’umanità con interessanti prospettive, accompagnate da altrettanto impegnative sfide per sviluppare nuove professionalità per 800 milioni di lavoratori al mondo entro il 2030, secondo McKinsey.
Qualcuno, in qualche parte del mondo, sarà in grado di offrire migliori prodotti e soluzioni, a costi e tempi inferiori. General manager, HR manager e i manager degli 800 milioni di lavoratori saranno quindi impegnati nella sfida del rinnovamento per conseguire la competitività necessaria a garantire prospettive future di business e lavoro.
Sempre secondo McKinsey dovremo al tempo stesso sostituire 400 milioni di lavoratori, in Germania ad esempio un lavoratore su due dovrà essere ricollocato, e la parola chiave e la priorità del nostro impegno sarà “Employability”, cioè aggiornamento e sviluppo di competenze per un nuovo inserimento occupazionale.
Sei i “driver” principali del cambiamento:
- L’aumento dei portatori d’opera per il conseguimento del risultato. Dall’artigiano tutto fare alla squadra sempre più numerosa in grado di apportare competenze multidisciplinari;
- L’aumento delle retribuzioni, già triplicate negli ultimi 70 anni e che continueranno a crescere con le competenze e il contributo alla creazione di valore;
- La riduzione della necessità di forza fisica, sostituita dall’automazione;
- L’aumento della sicurezza dei prodotti e delle produzioni;
- L’aumento delle competenze, da analogiche degli anni ’50 alla crescente importanza delle tecnologie digitali;
- La sostenibilità nel rispetto dell’ambiente, dalla combustione degli anni ‘50 all’ibrido attuale, alle prospettive di economia circolare globale.
Ribolla ha anche indicato il percorso che l’industria dovrebbe seguire per superare l’attuale fase di crisi del manifatturiero: no ai dazi, no alle sanzioni, coinvolgimento dei Paesi in via di sviluppo, rafforzamento delle catene globali del valore valorizzando le macroaree che hanno sistemi produttivi omogenei e investimenti in competenze 4.0, allargamento dei mercati aiutando le nazioni meno fortunate ad emergere creando nuove classi che possano, con la loro domanda, incrementare il mercato e di conseguenza il benessere globale.
Per scaricare il Report e la Presentazione cliccare World Manufacturing Forum 2019
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Due domande al Presidente Alberto Ribolla
Quali saranno i principali fattori per le prospettive di sviluppo della manifattura in Lombardia ?
Le linee sulle quali la Lombardia sta lavorando per restare competitiva nel lungo periodo sono la sostenibilità e l’innovazione tecnologica. Una delle chiavi competitive è legata a una reale adesione a un modello economico circolare: la Lombardia e le imprese lombarde credono fortemente nella sostenibilità e nell’economia circolare. Questo perché hanno compreso che si tratta di coniugare opportunità di competitività con il benessere dei nostri territori e delle persone.
La seconda riguarda l’adozione di tecnologie abilitanti l’Industria 4.0: in questo ambito le nostre aziende stanno iniziando ad utilizzare tecnologie digitali che favoriscono l’aumento della produzione e una più efficiente gestione di tutti i processi produttivi. L’implementazione delle tecnologie è poi un fattore che agevola l’adozione di pratiche sostenibili anche nelle fabbriche, con sistemi di controllo e gestione del consumo energetico e in alcuni ambiti della logistica in particolare per la pianificazione dei trasporti.
Quali iniziative concrete di “Employability” potranno aiutare i lavoratori?
Il concetto di ‘occupabilità’ è stato al centro del World Manufacturing Forum 2019. Questo perché l’automazione dei processi produttivi comporterà per il 2030 a livello globale la perdita di 400 milioni di posti di lavoro e la creazione di 720 milioni nuovi posti di lavoro.
Garantire l’employability sarà la sfida dei prossimi anni: chi perderà il posto di lavoro per mancanza di competenze potrà, attraverso istruzione e formazione mirata, intercettare la nuova offerta di lavoro 4.0 andando a coprire il fabbisogno dell’industria. Una prima risposta sono stati gli istituti tecnici superiori.
Una seconda (per quanto timida) le misure contenute nella legge Calenda sul tema 4.0. Ma occorre scrivere una nuova politica sulla formazione cosiddetta lifelong learning, coraggiosa e condivisa a livello europeo affinché i cittadini del nostro continente (e italiani in particolare) siano compresi nei 720 milioni di nuovi posti di lavoro che si creeranno. Su questo tema si costruirà l’unità e la tenuta dell’Europa.
01 novembre 2019