Management liquido
Una delle conseguenze di Industria 4.0 è che le competenze si “liquefanno” e vanno a irrorare anche gli altri attori del sistema produttivo, i quali devono acquisire un’impronta manageriale se vogliono avere successo nell’ambito del nuovo paradigma industriale.
Walter Quercioli
Presidente Federmanager Toscana
Industria 4.0 è la nuova parola d'ordine di ogni politica industriale che si rispetti tra le due sponde dell'Atlantico, e non solo! Che ogni Paese privilegi lo sviluppo della brilliant factory piuttosto che della industrial internet, della internet of things piuttosto che degli smart products tutto sommato incide poco, essendo una mera questione semantica. Ciò che conta è il cambio di paradigma, per cui il digitale diventa un vero e proprio fattore di produzione (enabling factor) la cui presenza nei prodotti, così come nei processi produttivi, segnala un'impresa capace di competere sui mercati non protetti dallo Stato, il solo elemento di sostenibilità economica nel medio-lungo periodo, rispetto ad imprese che lavorano su mercati maggiormente captive. Questa specificazione non è peregrina, vivendo in tempi in cui sempre più le politiche industriali sono pro-business ma non necessariamente pro-mercato, intendendo con ciò un approccio politico teso alla protezione delle aziende esistenti, del loro modo specifico di fare industria e delle rendite di posizione che ne conseguono e non di un modo di fare industria diverso, digitalmente-assistito e più competitivo, e dell'innovazione e del progresso socio-economico che ne consegue. Purtroppo si cominciano a cogliere segnali di politiche mercantilistiche, in base alle quali la forza politica e militare dello Stato ne permette di diventare il tutore dei propri interessi economici internazionali minacciando di punire o addirittura cannoneggiare altri Stati che, a torto o a ragione, sono ritenuti essere d'ostacolo. I prodromi del conflitto in ambito NAFTA tra Stati Uniti e Messico o in ambito WTO tra Stati Uniti e Cina così come della dialettica feroce tra Regno Unito e Unione Europea sono i primi, inquietanti segnali di ciò.
Industria 4.0, e la trasformazione digitale dei prodotti e dei processi produttivi che essa sottende, è invece una politica industriale tesa a recuperare spazi d'agibilità economica in maniera trasparente, valorizzando in maniera più moderna le competenze dei territori e dei suoi homini fabri senza bisogno di ambasciatori e di cannoniere d'appoggio.
Per questo motivo sosteniamo convintamente questo cambio di paradigma, ed in particolare il cambio di paradigma manageriale che vi si associa; perché è il suo modo di sostenere la democrazia economica dell'Occidente e della Toscana in particolare, la quale sempre dovrà essere capace di determinare il proprio destino economico, come ai tempi del Rinascimento, senza bisogno di ambasciatori né di cannoniere!
01 maggio 2017