Rinascimento dell'Industria
Lo scorso 10 ottobre, presso l’Hotel Sheraton San Siro a Milano, si è tenuta l’edizione 2019 di 3DEXPERIENCE Forum di Dassault Systèmes. L'appuntamento annuale con gli executive di molteplici settori industriali è stato incentrato sul tema “dell'innovazione e business per un pianeta sostenibile”.
A cura della redazione
L’evoluzione dell’economia del pianeta richiede che anche l’industria si rapporti alle grandi sfide dello sviluppo dell’umanità, che determineranno la sostenibilità del nostro futuro: l’urbanizzazione, la gestione delle risorse naturali, la salute, il cibo, l’educazione e la globalizzazione della società. In questo scenario l’industria sta cambiando radicalmente il modo in cui concepisce, produce e distribuisce i propri prodotti e servizi.
È in atto una profonda trasformazione della società su una scala mai vista dai tempi del grande Rinascimento Europeo. A quell'epoca, la macchina da stampa di Gutenberg ha generato i libri stampati, e le conoscenze contenute in essi, disponibili a tutti. Oggi, il nuovo libro è l'esperienza, per abilitare un Rinascimento dell'Industria e del modo di fare impresa che sta scuotendo tutti i settori della società con nuovi modi di inventare, imparare, produrre e fare business.
Siamo dunque ad un vero e proprio "Rinascimento dell’Industria", in cui la sostenibilità è centrale in una prospettiva completa che include il rispetto dell’ambiente, la responsabilità sociale e la sostenibilità economica dell’impresa.
Gianluca Gonella, Managing Director Dassault Systèmes EuroMed, ha aperto i lavori del forum ricordando che la società sviluppa e fornisce un potente set di applicazioni collaborative per gestire l’innovazione di prodotto e contribuire ad accrescerne il valore. Si tratta di soluzioni di design, ingegnerizzazione e gestione dei processi di business basati sull’utilizzo 3D avanzato e degli universi virtuali, integrate sotto la piattaforma 3DEXPERIENCE, un ambiente digitale in cui sono riunite scienza, arte e tecnologia, per i processi di sviluppo di business di 11 settori industriali per oltre 250.000 clienti in oltre 140 Paesi.
La missione è quella di abilitare l’innovazione armonizzando prodotti, natura e vita. Una missione esplicitata da oltre 10 anni che ha portato la multinazionale ad essere pioniera della sostenibilità, tanto che nel 2018 è arrivata ad essere posizionata al primo posto tra le aziende più sostenibili al mondo nella classifica stilata da Corporate Knights.
Gonella ha continuato facendo riferimento all'indagine ISTAT sul rapporto delle Nazioni Unite relativo al piano 2020-2030 sulla sostenibilità. Da tale indagine risulta che il nostro Paese ha bisogno di essere più competitivo e sostenibile e che si rende necessario intervenire urgentemente per il suo sviluppo. Basti pensare che la Germania, il Paese in cui l’Italia esporta maggiormente, investirà 100 miliardi per lo sviluppo sostenibile nei prossimi 10 anni. Dunque è importantissimo lavorare sulla sostenibilità già da oggi.
Tra i molteplici temi dell’indagine, Gonella ha posto l’accento in modo particolare sulle cure personalizzate, una “target medicine” per una popolazione sempre più anziana che inizia ad ammalarsi tra i 50-55 anni, sulla Ricerca e Sviluppo che nel nostro Paese viene condotta per il 60% dal settore privato, e sulla sostenibilità futura delle città nelle quali è previsto che nel 2050 abiterà la vasta parte della popolazione (si stima il 75%).
Queste sono alcune delle sfide alle quali Dassault Systèmes intende rispondere attivamente, fornendo una piattaforma digitale in cui gli universi virtuali vengono messi a disposizione delle aziende, per fare innovazione, testare e sviluppare potenziali prodotti e servizi innovativi, permettendo una valutazione accurata del loro impatto sull’ambiente prima che questi vengano concretamente realizzati.
Dopo Gonella, Olivier Ribet, Executive Vice President Europe Middle-East Africa, Russia & Cross-Industry ha posto l’accento sul fatto che l'Italia e l'Europa dispongono di università tra le migliori al mondo e di molte aziende creative. Per permettere che questo ecosistema resti protagonista dell’innovazione del pianeta occorre creare un contesto in cui utilizzatori, aziende, fornitori, università, e professionalità di ogni tipo, dal marketing all’ingegneria, possano collaborare senza ostacoli. Rendere le aziende più sostenibili significa non solo renderle “green”, ma anche abbassare il loro “footprint” e fare crescere il loro “handprint”, ovvero fare in modo che le aziende restituiscano all’ecosistema (ambiente, società, economia) in cui operano più di quanto sottraggono. Questo processo comincia con la riduzione degli scarti, con l’impiego di minori quantità di materiali, risorse ed energia, con un’ottimizzazione dei processi di business e una conseguente riduzione dei costi.
La piattaforma 3DEXPERIENCE consente attraverso il linguaggio universale del 3D comprensibile a tutti coloro che sono coinvolti nel processo di creazione e innovazione del prodotto, di minimizzare l’impatto sull’ambiente e contribuire a uno sviluppo più sostenibile in ciascuno dei settori industriali e sociali di riferimento.
Ribet ha spiegato che lo sviluppo di un prodotto non è più un processo lineare, ma piuttosto un circuito continuo di innovazione che non finisce, perché ogni prodotto può essere continuamente migliorato nelle sue prestazioni e nell’esperienza dell’utilizzatore, grazie all’influenza di moltissime variabili. Tali variabili possono essere raccolte, analizzate e utilizzate per fare innovazione in tutto il processo di business.
Uno dei pilastri della piattaforma è quello di consentire alle aziende di mettere i propri clienti al centro dei loro processi d’innovazione, fattore chiave per riuscire a costruire per loro delle esperienze significative. I mondi virtuali espandono le possibilità del mondo reale, permettendo di modellare e simulare i prodotti, e le esperienze ad essi collegate, in un ambiente creativo, collaborativo e predittivo, senza temere di fare errori, come invece avviene nel mondo reale con conseguenze economiche e d’impatto ambientale. Tutto ciò consente di reinventare l’industria del XXI secolo. Non si tratta solo di digitalizzazione e automazione, ma di nuovi modi di imparare, inventare e produrre che possono cambiare profondamente il modello di business delle aziende, in risposta alle esperienze che i clienti desiderano e nel segno della sostenibilità. A questo proposito Ribet ha fatto l’esempio del settore automotive. Le nuove generazioni sembrano cercare soluzioni di mobilità, nelle aree urbane sovrappopolate in modo particolare, piuttosto che acquistare il prodotto “automobile”; inoltre prediligono soluzioni di trasporto sostenibili. Questo porterà inevitabilmente a profondi ripensamenti sul modello di business nel settore automotive.
La parola è poi passata a Patrizia Giangualano, autrice del libro “Sostenibilità in cerca d’imprese” e consulente in governance e sostenibilità, che ha parlato della necessità di supportare sinergie e partnership per generare valore condiviso e per attuare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite con un focus particolare sugli aspetti di governance, gestione dei rischi e nuovi processi operativi, nonché sullo sviluppo di sistemi di reporting, non solo finanziario. Un ulteriore contributo per condividere percorsi, metodologie e prassi. Le aziende ormai non possono più fare a meno di affrontare il tema della sostenibilità aziendale: dallo sviluppo di un'economia circolare alla riduzione dell'impatto sui propri stakeholder, il tema è sempre più urgente.
L’ultima parte della mattinata ha visto un panel di aziende italiane, nello specifico Gruppo Prysmian, Dallara, Beghelli, Catas, Accenture che, coordinate da Anna Marino di Radio24, hanno affrontato il tema della sostenibilità in base alle rispettive esperienze concrete di mercato.
Beghelli ha sottolineato che l’adozione di processi sostenibili da parte delle aziende passa dalla dimostrazione che adottare tali pratiche e produzioni, conviene e ripaga gli investimenti. Beghelli ha terminato nel 2018 la messa in opera della nuova illuminazione realizzata nell’ambito degli investimenti programmati da Fondazione Fiera Milano (proprietaria del complesso fieristico) volti ad aumentare la sostenibilità delle proprie infrastrutture fieristico-congressuali a Rho, a pochi chilometri dal centro di Milano, il modernissimo quartiere di Fiera Milano. I nuovi impianti di illuminazione hanno consentito di realizzare un'importante riduzione dei consumi anche attraverso una gestione controllata ed ottimizzata degli impianti, tenendo conto delle condizioni di illuminazione necessarie nei vari periodi dell’anno, minimizzando gli sprechi e le inefficienze.
Da parte sua il Gruppo Prysmian è impegnato nell’ambito della responsabilità ambientale dei processi produttivi, della salvaguardia dell’ambiente e della gestione delle relazioni con le comunità locali in cui opera, così come nell’ambito della sicurezza sul lavoro e della crescita del personale.
Particolarmente stimolante e ricco di spunti l'intervento di Andrea Pontremoli di Dallara, riportato nell'articolo "Valorizzare le competenze", che ha testimoniato quanto la creatività sia in grado di favorire il "Rinascimento".
Stiamo assistendo a un "Rinascimento dell'Industria" su scala globale, con la nascita di nuovi modi, reali e virtuali, di vedere il mondo, inventare, imparare, produrre e fare business. I "game changer" di domani non saranno quelli con i sistemi di produzione più automatizzati, bensì coloro che costruiranno una cultura delle conoscenze e delle competenze per rivelare e formare la forza lavoro del futuro, in grado di risolvere le sfide di un pianeta che ha bisogno di soluzioni sostenibili.
01 dicembre 2019