ALDAI-Federmanager incontra Laura Bruno, HR Director di Sanofi Italia, che racconta la sua esperienza e quella di un’azienda che ha saputo unire tradizione ed innovazione.
Chiara Tiraboschi
Giornalista - Responsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI
“Il cambiamento è il processo col quale il futuro invade le nostre vite". Lo sperimentiamo a livello personale, ma non solo: questa massima del saggista statunitense Alvin Toffler ben si presta e si adatta infatti anche agli ambiti professionali.
Ne condivide appieno e ne è ferma sostenitrice Laura Bruno, associata ALDAI-Federmanager ed HR Director di Sanofi Italia e Malta, che ci ha raccontato la sua esperienza nel corso di un incontro in via Larga insieme alla Vice Presidente Silvana Menapace.
In Sanofi da sei anni e con un passato professionale
legato a diverse realtà compreso quello dell’Hi-tech, Laura Bruno ha
militato sempre in settori innovativi portando con sé un bagaglio di
esperienze che ha messo a sistema anche all’interno di quella che oggi
definisce come “un’azienda che sa unire tradizione ed innovazione” e che
è attiva sul territorio con un’importante presenza industriale
suddivisa in quattro stabilimenti tra Anagni, Brindisi, Origgio e
L’Aquila.
“In Sanofi siamo in 2.500. Quello che ho appreso
dall’aver cambiato molte aziende è la capacità di adattamento, la
flessibilità e il saper capire il contesto”.
Le rivoluzioni industriali che stiamo vivendo comportano cambiamenti culturali e organizzativi che inevitabilmente portano con sé problemi, ma anche grandi opportunità. Come ha reagito Sanofi nel corso degli anni ad uno scenario così dinamico che ha fortemente influenzato il modo di fare impresa e di approcciarsi al consumatore?
Negli ultimi anni l’azienda ha intrapreso un percorso strategico di
grande cambiamento, investendo molto sui temi innovativi, sulla
digitalizzazione e su una comunicazione più immediata che ha visto
l’apertura di Sanofi al mercato dei social media.
Ci rivolgiamo non solo
ad un pubblico storico e fidelizzato, ma anche al consumatore finale
con tutti i prodotti dell’area consumer. Il risultato è che oggi Sanofi
si presenta come un’azienda molto diversificata, focalizzata sul biotech
pur mantenendo la sua presenza anche nei prodotti storici del brand.
Questo non può avvenire senza un grosso cambiamento culturale
accompagnato dalla formazione ed azioni di change management all’interno
dell’azienda.
Industria
4.0 e manager 4.0. ALDAI -Federmanager ha portato alla luce una
carenza di manager 4.0 in grado di rispondere appieno alle specifiche
esigenze imposte dal processo di trasformazione in atto. Quali sono a
tuo parere le caratteristiche che definiscono oggi un manager 4.0?
Il
manager 4.0 così come lo definiamo noi oggi credo debba avere alcune
caratteristiche che sono poi anche qualità personali, quali la curiosità
intesa come predisposizione al cambiamento e apertura alle nuove
tecnologie. Quest’ultimo aspetto soprattutto si sta rivelando sempre più
essenziale ed è un percorso che ciascuno di noi dovrebbe fare.
Sto inoltre verificando di persona e sulla mia esperienza come conti oggigiorno sottolineare l’integrazione dei mondi.
Mi
spiego meglio: pur avendo noi come azienda una specificità settoriale,
riscontriamo sempre di più una grandissima convergenza e contaminazione
di mondi. Basti vedere come la parte farmaceutica medicale ormai si vada
sempre di più ad integrare con quella informatica, questo fa emergere
il bisogno di saper guardare oltre il confine del proprio settore,
andare oltre per ottenere risultati sempre più soddisfacenti.
ALDAI-Federmanager
e Federmanager Minerva sono da anni molto attive nella valorizzazione
di modelli manageriali femminili positivi, grazie all’iniziativa Merito e
Talento. Secondo la tua esperienza esiste ancora oggi una marcata
differenza di genere o stiamo facendo progressi sotto questo punto di
vista?
Come azienda siamo molto proattivi e guardiamo
con attenzione al tema della diversity. In Sanofi ho trovato molta
sponsorship a livello di global, anche in considerazione del fatto che
circa la metà del personale sono donne. Ci tengo a dire che abbiamo un
Direttore di stabilimento donna che è una cosa abbastanza rara e abbiamo
una buona presenza di donne anche all’interno del management. Non è
comunque un tema superato questo, anzi c’è ancora tanto da fare per
sensibilizzare e sensibilizzarci. Occorre un giusto bilanciamento.
ALDAI-Federmanager
ha sempre un’attenzione anche ai giovani e al loro approccio al mondo
del lavoro, grazie anche alle iniziative ALDAI Young dedicate ai figli e
nipoti degli iscritti. Come vedi i giovani alla loro prima esperienza
in azienda? Qual è il loro approccio?
L’altro tema
importante che ci troviamo a gestire in azienda è quello dell’età,
avendo a che fare con tre diverse generazioni a confronto. La
generazione nuova rispetto a quella precedente lavora sì con efficacia,
ma non ha il concetto del tempo delle otto ore in ufficio. I giovani
oggi sono sempre connessi ai social, questo fa sì che siano più abituati
ad una comunicazione trasversale piuttosto che ad un tipo di
comunicazione top down dell’azienda.
Alla
luce di queste considerazioni, cosa consiglieresti a un manager in
servizio e che deve far fronte ai cambiamenti, non solo digitali, ma
anche culturali che stanno investendo il mercato del lavoro?
Una
cosa: rimanere al passo con i tempi da un punto di vista della
tecnologia, della lingua e dell’apertura mentale, dal network alla
curiosità. È necessario fare più esperienze nuove possibili. Io ho
iniziato ad esempio ad avvicinarmi ai social con Facebook quattro anni
fa e da li ho aperto gli altri account social poiché ho capito che era
un qualcosa di nuovo ed è importante.