Economia circolare e managerialità

Se ne è parlato il 19 giugno scorso in un primo incontro sull'argomento.

Lorena Valdicelli 

Coordinatrice Sottogruppo sull’Economia Circolare -  Gruppo di Lavoro Mind The Gap

L’economia circolare è una grande opportunità di crescita, per le imprese, per il paese e per l’Europa. Fulcro del cambiamento, implicito in questa visione strategica, è il manager con le sue competenze tecniche ma soprattutto le soft skill, quelle peculiarità trasversali che ha sviluppato per coordinare, negoziare, sviluppare realtà imprenditoriali in grado di lavorare in sistemi articolati 
e multidisciplinari.

Con i problemi ambientali sempre più pressanti e testimoniati pressoché quotidianamente dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, la sostenibilità delle produzioni e il “consumo” del pianeta sono ormai giustamente al centro del dibattito politico internazionale e delle scelte economiche e di sviluppo a livello mondiale. È di poche settimane fa la notizia di una riunione straordinaria della Business Roundtable – Associazione di Amministratori Delegati di 181 società quotate americane, le più note e importanti per ricavi e utili – che ha aggiornato la sua Carta etica: il profitto, che si traduce in soddisfazione economica per gli azionisti, dovrà d’ora in poi legarsi all'attenzione all'ambiente e alle persone. 
L’economia circolare è un’evoluzione della visione ambientalista: è infatti una strategia, un modo di concepire la produzione ma anche l’utilizzo e il “consumo” di prodotti e servizi. Da un punto di vista economico, un nuovo “oceano blu” di idee e di modalità di intendere il business, ma non solo. 
Per capirne appieno le potenzialità imprenditoriali ma soprattutto manageriali, lo scorso giugno, in ALDAI, si è tenuto un seminario introduttivo dal titolo “Economia circolare: nuovi modelli di business e nuovi modelli di consumo. Approcci manageriali”. L’incontro, organizzato a conclusione di una prima fase di studi svolta nel tavolo tematico “Economia circolare e managerialità” del Gruppo di Lavoro Mind the Gap di ALDAI, aveva come obiettivo quello di presentare i risultati di un anno di lavoro portato avanti sul ruolo del manager in questa recente area strategica. 
Diversi i relatori che si sono avvicendati contribuendo a dare una panoramica del tema e delle opportunità legate allo stesso. È stata Lorena Valdicelli, coordinatrice del Gruppo di Lavoro, ad aprire l’incontro descrivendo quella che può considerarsi l’essenza dell’economia circolare, la sua ragione d’essere e la sua importanza in Europa e nel resto del mondo; sono state illustrate le basi teoriche, il quadro legislativo europeo e nazionale in cui questa strategia si muove e gli strumenti (fiscali, finanziari, normativi) utilizzati per sostenerla sia nel pubblico che nel privato. Ampio rilievo è stato dato al confronto tra l’attuale economia lineare, che prevede la produzione con vendita dei prodotti e la loro rottamazione finale senza recupero di materiale, e l’economia circolare che, viceversa, si incentra sulla cessione del prodotto come parte di un servizio. Quest’ultima prevede, tra l’altro, il ritorno all'azienda produttrice del materiale a fine vita, in una traiettoria appunto, circolare in grado di ottimizzare l’uso dei materiali e valorizzare rifiuti, reflui, energia “di scarto”, ecc. Molti gli esempi imprenditoriali ma anche di soluzioni tecniche innovative di recupero a questo riguardo.


La parola poi è passata a Paolo Mariani, Innovation Manager di Intesa Sanpaolo (ISP). Intesa Sanpaolo è stata il primo operatore finanziario al mondo tra i fondatori della Ellen MacArthur Foundation, l’organizzazione mondiale più conosciuta ed importante per la promozione e il sostegno delle ricerche e delle politiche di circolarità. Nel suo intervento il dott. Mariani che si occupa specificatamente di supporto alle PMI per progetti di innovazione, ha illustrato la politica di Intesa Sanpaolo sull'economia circolare per quanto riguarda i progetti di crescita e innovazione delle imprese. I fondi messi a disposizione da ISP sono divisi per settore e, tra i più importanti, quelli dell’edilizia, del green, dell'automotive, dell’agroalimentare e dell’energia. Stiamo parlando di somme significative: per le PMI che si muovono in ambito circolarità sono pari a 5 miliardi di euro distribuiti nei prossimi 4 anni, segno della visione e del profondo convincimento/coinvolgimento di ISP in questo campo.
A testimonianza ulteriore dell’impegno profuso da ISP l’incontro ha poi ospitato una startup supportata dall'Innovation Center di Intesa Sanpaolo, la BEF Biosystems, rappresentata nell'incontro dal suo Amministratore Delegato Giuseppe Tresso. La nuova azienda si occupa di recupero di valore da scarti alimentari trasformati in substrato per l’allevamento di insetti: le larve di questi (scelti tra specie particolarmente produttive e soprattutto sicure per l’ambiente e per le altre specie animali, uomo incluso), a loro volta diventano fonte proteica nei mangimi di animali da reddito. L’azienda, col sostegno di ISP, è riuscita a costruire le basi per raggiungere i propri obiettivi di crescita produttiva, economica ed organizzativa.
A chiudere la giornata è stato l’intervento del collega Gianmario Maretti che ha condiviso le principali conclusioni dello studio su “Economia circolare e managerialità” portato avanti nell'ultimo anno dall'omonimo tavolo di lavoro all'interno del Gruppo di Lavoro Mind the Gap di ALDAI. In particolare sono state identificate e illustrate sei diverse figure professionali di Circular Economy Manager che, con riferimento a competenze tecniche di settore ma soprattutto a quelle trasversali/manageriali, possono far crescere la sensibilità verso questa nuova strategia di business e di consumo, e nel contempo possono cogliere questa ottima opportunità di valorizzazione del ruolo professionale del manager. Visione strategica, competenze tecniche ma anche organizzative e un know-how in continuo aggiornamento sulle opportunità offerte dai finanziamenti e dalla spinta innovativa creata da nuovi obblighi e nuove norme: sono questi i punti chiave per questo manager, attento e pronto per nuove realtà imprenditoriali che guideranno il mercato del futuro. Queste le figure che ALDAI potrà portare avanti nelle sue politiche di sostegno e rappresentanza dei dirigenti, attraverso anche l’evoluzione della loro mentalità, oltre che delle loro competenze.

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