Intervista a Marco Guazzoni Direttore Sostenibilità Vibram

La cultura della meritocrazia può aiutarci a superare le sfide nel nostro tempo.

Marco Guazzoni ricopre il ruolo di Direttore della Sostenibilità del Gruppo Vibram dopo alcuni anni come Direttore dell’Innovazione. Vibram è un’azienda familiare Italiana leader nella produzione di suole per calzature ad alta performance - presente in tutto il mondo - basata sull’innovazione, la tecnicità dei prodotti, la durata e la sostenibilità.

“Anni horribiles” è il modo in cui sono stati commentati gli ultimi anni; quali sono state le ricadute sul tuo lavoro?

Vibram ha reagito bene alle sfide di questi anni, grazie alla differenziazione di prodotto che ha permesso al consumatore di scegliere articoli di alta gamma nell’ottica di ‘chi più spende, meno spende’ riportando i risultati alla crescita pre-pandemia. 
I dirigenti di Vibram hanno vissuto le incertezze e gli accadimenti imprevedibili reagendo grazie alle competenze interne e a un’organizzazione eccellente; ciò nonostante, percepisco l’ampliarsi del gap generazionale: i giovani che arrivano con ambizioni nuove vogliono fare diverse esperienze, e non sempre le aziende capiscono come motivarli a rimanere al fine di ottenere un ritorno sull’investimento da entrambe le parti nel giusto tempo di permanenza.

Quali possono essere le minacce per l’attività del dirigente?

Nel nostro Paese c’è una ‘valutazione’ delle competenze e del merito che non è ancora al livello sperato, la preparazione dei dirigenti, nelle tante aziende che ho visto in carriera, non è sempre allineata con le responsabilità che sono loro affidate. Inoltre la riduzione di costi che le aziende affronteranno farà accorpare i ruoli e sarà necessario valutare le competenze in modo oggettivo prima di ridistribuirle. Credo la formazione del dirigente e i sistemi di misurazione sull’organizzazione possano migliorare.

I cambiamenti e le difficoltà implicano problemi, ma anche opportunità; quali sono le opportunità (se ce ne sono) per il manager d’azienda?

Il dirigente preparato e determinato potrà in futuro fare la differenza  se le aziende considereranno il merito come driver di scelta, col grande vantaggio di ridurre l’enfasi sulle tematiche della diversità, perché scegliendo per competenze andremo includeremo tutti per il loro valore.
La formazione continua e l’ascolto dei giovani senza preconcetti, credo facciano parte delle ricette del dirigente del futuro.

Quali sono le iniziative prioritarie per dare una svolta positiva per lo sviluppo economico e sociale del Paese?

Credo che l’Italia abbia delle potenzialità straordinarie e dei cittadini eccellenti, se riuscissimo a identificare le industries dove il Paese può differenziarsi e facessimo una strategia di lungo periodo per creare scuole di formazione per questi settori, dando ai giovani la fiducia che potranno lavorare bene nelle eccellenze d’Italia, avremo uno sviluppo economico molto forte e continuo nel tempo.
Auspico quindi un cambiamento culturale verso l’apprezzamento del bene comune rispetto al privato e una strategia di lungo periodo del nostro sistema Paese che valorizzi le competenze.

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