Noi di Minerva Liguria e la Direttiva Europea “Women on Boards”

Dopo ben dieci anni dalla sua prima formulazione, lo scorso 7 dicembre è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale EU e il successivo 27 dicembre è entrata in vigore la direttiva 2022/2382 volta ad incrementare il numero delle donne presenti nei Consigli di Amministrazione delle società dell’Unione Europea quotate in borsa, delle “Women on Boards” appunto, da cui la denominazione abituale della direttiva stessa.

di Patrizia Fabbri  


La direttiva dovrebbe fornire un importante contributo ad infrangere il “soffitto di cristallo” perché le norme che contiene intendono migliorare l’equilibrio di genere tra gli amministratori delle società dell’Unione quotate in borsa i cui CdA attualmente hanno un numero di donne manager decisamente inferiore rispetto a quello dei colleghi uomini.

I dati infatti dimostrano che, sebbene in Europa i laureati in Economia e Commercio siano, per il 60%, donne, nel contesto delle aziende e dei loro boards i ruoli di responsabilità vengano affidati prevalentemente agli uomini. Le donne sono fortemente sottorappresentate nei processi decisionali in ambito economico, in particolare ai massimi livelli. Secondo l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere, nel 2021, le donne rappresentavano in media soltanto il 30,6% dei membri dei consigli delle più grandi società  quotate e soltanto l’8,5 % dei presidenti.

L’UE, sulla base di dati oggettivi, ha finalmente riconosciuto come il rafforzamento della presenza delle donne nel mercato del lavoro, ed in particolare la loro partecipazione ai processi decisionali in ambito economico, sia essenziale per dare impulso alla crescita economica dell’Unione, migliorare la competitività delle imprese, affrontare le sfide demografiche in Europa e come possa avere importanti ripercussioni positive  sull’occupazione femminile nelle società interessate. 

La direttiva “Women on Boards” a livello dell’UE, oltre ai benefici già citati, dovrebbe garantire in tutta l’Unione condizioni uniformi in termini di competitività ed evitare complicazioni pratiche nella vita aziendale. 
Va sottolineato però come l’ambito della Direttiva non preveda le micro, piccole e medie imprese definite come “società che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio non supera i 43 milioni di euro”. 
Ne deriva quindi che soltanto le società quotate di grandi dimensioni, entro il 30 giugno 2026, dovranno conseguire uno dei seguenti obiettivi previsti dalla direttiva:
  • gli appartenenti al sesso femminile dovranno occupare almeno il 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi
  • nel caso in cui gli Stati Membri scelgano di applicare le nuove norme agli amministratori con e senza incarichi esecutivi, l’obiettivo scende al 33% di tutte le posizioni da amministratore di una società quotata.
Le scadenze previste dalla Direttiva in oggetto sono le seguenti:
  • gli Stati Membri dovranno adottare e pubblicare entro il 28 dicembre 2024 le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva (cfr. Art. 11)
  • le imprese dovranno conseguire gli obiettivi individuati dalla direttiva entro il 30 giugno 2026 (cfr. Art. 5).
La Direttiva dichiara esplicitamente fondamentale che sia data priorità al candidato di sesso femminile nella scelta tra candidati ugualmente qualificati in termini di idoneità, competenza e rendimento professionale. Solo in casi eccezionali, si potrà propendere per il candidato dell’altro sesso.

Nell’ottica della trasparenza, la Direttiva prevede che le aziende forniscano informazioni alle autorità competenti, una volta all’anno, in merito alla rappresentanza di genere nei loro consigli e in merito alle misure prese per conseguire gli obiettivi e che tali informazioni siano pubblicate, sempre con cadenza annuale, anche nel sito WEB delle società.

Gli Stati Membri dovranno inoltre pubblicare un elenco delle società che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati dal Legislatore europeo.
Le società europee quotate che non raggiungono obiettivi previsti dalla Direttiva dovranno adeguare il loro processo di selezione per la nomina dei membri del board e le procedure dovranno essere basate su una valutazione comparativa di criteri equi e trasparenti. Le qualifiche e il merito costituiranno i requisiti fondamentali.

Noi di MINERVA Liguria ci teniamo a sottolineare l’aspetto meritocratico contemplato nella Direttiva che, per questo aspetto, è assolutamente in linea con i nostri intendimenti di promozione del talento femminile. 
La Direttiva prevede infatti misure integrate di salvaguardia in grado di garantire che non vi sia alcuna promozione automatica e incondizionata del sesso femminile.

Essa fondamentalmente rafforza, in un quadro europeo, in conformità alla strategia della parità di genere dell’Unione che si dovrà realizzare entro il 2026, un approccio verso la consapevolezza di considerare, oggi e sempre di più, l’investimento nella parità di genere da parte della Governance come un driver importante delle Imprese.

L’introduzione da parte della Direttiva della valorizzazione delle quote di genere talentuose identifica come l’empowerment women dovrà essere considerato, d’ora in poi, non come un favore alle donne, ma come asset del business perché, proprio come prevede la Direttiva, e come già da noi sottolineato, è dimostrato statisticamente che, dove l’esercizio del potere della governance è demandata a figure femminili meritorie, i bilanci aziendali migliorano. 

Noi di MINERVA, che abbiamo tra i nostri più significativi obiettivi quelli di:
  • strutturare una rete inclusiva per lo sviluppo di azioni mirate al consolidamento della posizione manageriale delle donne talentuose
  • innescare azioni di cambiamento e di massa critica verso il ruolo della donna manager in azienda e nella società, 
  • vogliamo dare un nostro significativo contributo per facilitare il conseguimento degli obiettivi della Direttiva in oggetto.
Per farlo ci siamo riproposte di realizzare un percorso formativo che possa consentire alle donne manager l’acquisizione di tutte le competenze necessarie ad essere titolate ai ruoli decisionali di consigliere nei CdA di società pubbliche e private.

Vogliamo prodigarci affinché le partecipanti al nostro percorso abbiano l’opportunità di formarsi con professionisti del settore industriale, giuridico, occupazionale, economico che mettano a disposizione le loro competenze al servizio della formazione delle future consigliere di amministrazione.

A dicembre 2022 si è concluso il progetto pilota Women on Board che prenderà il via nel 2023 a livello nazionale. Attendiamo quindi tutti/e quelli/e di voi che credono in questi nostri obiettivi e vogliano partecipare a questo ambizioso percorso!

Solo tutti insieme possiamo farcela!

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