Fase 3: CIDA, dati Ocse e UE indicano le priorità per gli interventi economici

L’Ocse non si limita a denunciare la gravità della situazione italiana, ma indica anche le azioni da intraprendere per contrastarla.

Roma, 7 luglio 2020. “La drammaticità dei dati economici pubblicati oggi dalla Commissione Ue, dall’Ocse e, in parte, dall’Istat, rendono evidente la necessità di interventi urgenti sul fronte degli investimenti pubblici, del sostegno fiscale alle imprese, delle politiche attive del lavoro: priorità che Cida aveva chiaramente espresso in occasione degli Stati generali dell’economia”. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, commentando le cifre allarmanti fornite da Commissione Ue e Ocse.  “Secondo Bruxelles, in Italia il calo del PIL nel 2020 dovrebbe essere dell'11,2% quest'anno, con una ripresa del 6,1% l'anno prossimo; mentre in maggio la Commissione aveva previsto, rispettivamente, -9,5% e +6,5%. A questo crollo della crescita si accompagna un peggioramento della disoccupazione, visto che per dell'Ocse, in Italia dovrebbe raggiungere il 12,4% entro la fine del 2020, ‘spazzando via – scrive il Rapporto - quattro anni di lenti miglioramenti’. L’Ocse non si limita a denunciare la gravità della situazione italiana, ma indica anche le azioni da intraprendere per contrastarla: agire rapidamente per aiutare i giovani a mantenere un legame con il mercato del lavoro; preparare i servizi pubblici e privati per l'impiego ad un aumento della domanda dei loro servizi, dotandoli degli strumenti necessari, a partire da un maggiore e migliore uso dei servizi digitali. Ancora: programmi di formazione online e offline per aiutare le persone in cerca di lavoro e i lavoratori in cassa integrazione a trovare lavoro nei settori e nelle occupazioni relativamente più richiesti e a contrastare il rischio di disoccupazione di lungo periodo. Infine, incentivi all'assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili, per contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro. Condividiamo i suggerimenti dell’Ocse ed esortiamo il Governo a istituire subito quei tavoli di confronto, più volte annunciati, per predisporre d’intesa con le parti sociali, i meccanismi tecnici idonei a rendere più efficiente il mercato del lavoro. Cida – ha aggiunto il presidente – ha formulato proposte concrete, in un documento consegnato a Palazzo Chigi, a conclusione degli Stati generali, perché i nostri manager, nell’industria e nei servizi, avevano avvertito la grande difficoltà delle aziende nel riprendere i normali cicli produttivi, basti pensare al commercio, all’artigianato, al turismo. Ci eravamo accorti, insomma, che la Fase 2 stentava a decollare e che questo ritardo avrebbe avuto pesanti ripercussioni su produzione e lavoro. Da qui gli incessanti appelli alle istituzioni per passare il più rapidamente possibile ai fatti, alle iniziative concrete, indicando priorità, risorse e tempi. 

Fortunatamente, sempre oggi, l’Istat ci rivela, pur ammettendo la sofferenza delle imprese, che gli indicatori congiunturali italiani di maggio registrano i primi segni di ripresa dei ritmi produttivi dopo le marcate contrazioni di marzo e aprile. In verità l’Istat evidenzia una realtà ben nota al mondo dei manager, cioè che il sistema produttivo italiano sta reagendo alla eccezionalità della fase economica in maniera differenziata per dimensione e livello di dinamismo. Le imprese che hanno manifestato la volontà di predisporre strategie di reazione mostrano obiettivi organizzativi molto diversi: il 31,1% (circa 10% del valore aggiunto, poco più dell'8% dell'occupazione) prevede di contrarre l'attività , l'occupazione e/o gli investimenti; il 27,1% (30% del valore aggiunto, quasi 32% dell'occupazione) ha come obiettivo la crescita (dei prodotti, dei mercati, delle relazioni); il 41,8% (poco meno del 34% del valore aggiunto, il 37% degli addetti), infine, sta riorganizzando e adattando la propria attività. E’ evidente che questi segnali, incoraggianti, di dinamismo vengono dalle imprese a spiccata vocazione manageriale, caratterizzate da velocità di analisi e predisposizione alla soluzione dei problemi, con assunzione di responsabilità. Un modello di ‘cultura manageriale’ che ci piacerebbe veder replicato nel mondo della politica, e che mettiamo a disposizione del Governo e delle istituzioni”, ha concluso Mantovani.

CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), FNSA (sceneggiatori e autori), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai-Assoprof (medici ambulatoriali).
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