Il percorso di decarbonizzazione in Europa: il programma “FIT for 55”

Un aggiornamento sulle iniziative per conseguire gli obiettivi di rispetto ambientale, nonostante i conflitti e le emergenze che continuano a tormentarci

Vanni Bruscaglioni con il supporto di Alfredo Avanzi

Soci ALDAI-Federmanager e componenti del Gruppo Energia ed Ecologia

“Fit for 55” è lo strumento operativo della UE per raggiungere gli obiettivi del Green Deal entro il 2030. Adottato dalla Commissione Europea il 14 Luglio del 2021 è composto da un pacchetto di proposte, revisioni di regolamenti e direttive attuali, che sono state oggetto da allora di innumerevoli negoziazioni a livello europeo tra i paesi membri.

Nella seguente infografica sono richiamati i principali obiettivi dei settori di azione del “Fit for 55”

Ma come vengono tradotti in legislazione le proposte che la Commissione presenta al Consiglio e al Parlamento Europeo? 

Nella infografica che segue sono rappresentati tutti i passi successivi alle proposte.

A che punto siamo ?

Negli ultimi giorni di Giugno, il Consiglio ha adottato le sue posizioni negoziali sulle diverse proposte che compongono il pacchetto “Fit for 55”.Tali accordi sono una tappa fondamentale nel conseguimento degli obiettivi climatici della UE perché gettano le basi per i nuovi negoziati da avviare con il Parlamento europeo.  
 
Vediamo nel dettaglio quanto deciso dal Consiglio

Energie rinnovabili

Il Consiglio ha fissato un nuovo livello del 40% di energia da fonti rinnovabili nel mix energetico complessivo entro il 2030. L'attuale obiettivo a livello dell'UE è pari al 32%. Gli Stati membri dovranno aumentare i contributi nazionali stabiliti nei loro piani nazionali integrati per l'energia e il clima, da aggiornare nel 2023 e nel 2024, al fine di conseguire collettivamente il nuovo obiettivo.

Il Consiglio ha inoltre concordato dei sotto-obiettivi molto ambiziosi in quei settori dove l’integrazione delle energie rinnovabili è stata più lenta. Vediamo quali sono:

Trasporti: il Consiglio ha introdotto la possibilità per gli Stati membri di scegliere tra:
  • un obiettivo vincolante di riduzione del 13% dei gas serra nel settore dei trasporti entro il 2030. Gli Stati membri disporranno di più opzioni per conseguire tale obiettivo, a condizione che l'obiettivo globale sia raggiunto
  • un obiettivo vincolante di almeno il 29% di energia rinnovabile nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030
E’ stato inoltre fissato per il settore trasporti una quota di biocarburanti avanzati pari allo 0,2% nel 2022, all'1% nel 2025 e al 4,4% nel 2030, e per quanto riguarda i combustibili rinnovabili di origine non biologica (principalmente idrogeno rinnovabile e combustibili sintetici a base di idrogeno), una quota del 5,2%  in termini di quota di energia rinnovabile nel consumo finale di energia nei trasporti sempre entro il 2030. 

Il Consiglio ha aggiunto un massimale alla quantità di consumo finale di energia nel settore marittimo da includere nel calcolo dei relativi obiettivi specifici in materia di trasporti.

Riscaldamento e raffrescamento:  in termini di ricorso alle energie rinnovabili aumento dello 0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell'1,1% dal 2026 al 2030. 

Industria: in termini di ricorso alle energie rinnovabili aumento del 1,1% annuo.  Inoltre il 35% dell'idrogeno utilizzato nell'industria dovrà provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030 e il 50% entro il 2035.

Edifici: quota di energia rinnovabile pari ad almeno il 49% nel 2030.

Efficienza energetica

Il Consiglio ha concordato di ridurre il consumo di energia a livello dell'UE del 36% per il consumo finale di energia e del 39% per il consumo di energia primaria entro il 2030

Tutti gli Stati membri contribuiranno al conseguimento dell'obiettivo generale dell'UE mediante contributi stabiliti nei propri piani nazionali integrati per l'energia e il clima da aggiornare nel 2023 e nel 2024. Ciascun contributo nazionale dovrebbe raggiungere una riduzione del 9% rispetto al 2020 basandosi su una formula che si basa sull'intensità energetica, sul PIL pro capite, sullo sviluppo delle energie rinnovabili e sul potenziale di risparmio energetico. In caso di non raggiungimento, il Consiglio provvederà ad apportare correzioni ai singoli contributi nazionali.

Per quanto riguarda il risparmio energetico gli Stati membri dovranno garantire risparmi pari all'1,1% del consumo annuo finale di energia a partire dal 1º gennaio 2024; all'1,3% a decorrere dal 1º gennaio 2026; e all'1,5% dal 1º gennaio 2028 al 31 dicembre 2030. Da notare che nel conteggio del risparmio ci sarà la possibilità di includere anche quelli realizzati sui combustibili fossili, ma solo nel settore industriale e in alcuni casi se giustificati e confermati da audit energetici.

Per il settore pubblico vi è l'obbligo specifico di conseguire una riduzione annuale del consumo energetico dell'1,7% o, in alternativa, almeno dell'1,9% ogni anno se si escludono i trasporti pubblici o le forze armate, e l’obbligo per gli Stati membri di ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli immobili di proprietà degli enti pubblici.

Sistema di scambio di quote di emissione dell'UE ( ETS )

Il Consiglio ha convenuto di mantenere l'ambizione generale di ridurre le emissioni del 61% entro il 2030 nei settori coperti dal sistema EU ETS e cioè : industrie ad alta intensità energetica e settore di produzione energia elettrica.

Per quanto riguarda il massimale globale di emissioni, riduzione una tantum di 117 milioni di quote e aumento del tasso di riduzione annuale del 4,2% all'anno. Questo in linea generale. In particolare però il Consiglio ha deciso di apportare le seguenti modifiche/agevolazioni:
  • Assegnazione supplementare a titolo gratuito per un periodo transitorio concessa al settore del teleriscaldamento in taluni Stati membri a determinate condizioni, al fine di incoraggiare la decarbonizzazione di tale settore.
  • Inserimento delle emissioni del trasporto marittimo nel sistema EU ETS con però sistemi compensativi per gli Stati più colpiti e per particolari specificità geografiche ( isole ) o di utilizzo ( trasporti pubblici )
  • Nuovo sistema di scambio di quote di emissione distinto per i settori degli edifici e del trasporto stradale
  • Eliminazione graduale, entro il 2027, dell'assegnazione gratuita delle quote di emissione per il settore del trasporto aereo 

Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere ( CBAM )

 Il Consiglio ha approvato la proposta di porre fine progressivamente alle quote a titolo gratuito per i settori interessati dal CBAM nell'arco di dieci anni, tra il 2026 e il 2035. Tuttavia, ha accettato una riduzione più lenta all'inizio e un tasso di riduzione accelerato alla fine di questo periodo di 10 anni. 

Fondo sociale per il clima

Il Fondo sociale per il clima, che in origine era stato previsto per 72 miliardi nel periodo 2025-2032, subisce un taglio a 59 miliardi per il periodo 2027-2032.

Il Fondo, che dovrebbe finanziarsi con i proventi del mercato ETS, nasce per sostenere le famiglie, le microimprese e gli utenti dei trasporti che sono vulnerabili, nella fase di transizione energetica.

Sarà compito di ciascuno Stato membro presentare alla Commissione un "piano sociale per il clima" contenente una serie di misure e investimenti per contrastare l’aumento dei prezzi del trasporto su strada e del combustibile da riscaldamento, per incentivare il trasporto pubblico, il passaggio alle energie rinnovabili, il risparmio energetico negli edifici, comprese misure che forniscono un sostegno diretto al reddito in modo temporaneo e limitato.

Regolamento sulla condivisione degli sforzi

Il Consiglio ha mantenuto gli obiettivi nazionali più ambiziosi assegnati a ciascuno Stato membro, come proposto dalla Commissione, aggiungendo che  che le traiettorie lineari delle emissioni per ciascuno Stato membro saranno adeguate nel 2025 solo nel caso in cui ciò comporti limiti annuali più elevati per lo Stato membro interessato, al fine di tenere conto dell'impatto di eventi imprevisti, come la pandemia di COVID-19, sulle emissioni.

D’altra parte la quantità di quote di emissione annuali che possono essere trasferite tra gli Stati membri viene aumentata al 10% per gli anni dal 2021 al 2025 e al 20% per gli anni dal 2026 al 2030. Il testo rende inoltre tali scambi più trasparenti, in particolare attraverso il rafforzamento degli obblighi di comunicazione. 

Uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura

Il Consiglio ha confermato un obiettivo generale di 310 Mt di CO2 equivalente di assorbimenti netti nel settore LULUCF nel 2030 a livello dell'UE, che corrisponde a un aumento degli assorbimenti pari a circa il 15% rispetto ai livelli attuali. Le attuali norme in base alle quali le emissioni non superano gli assorbimenti (la "regola del non debito") continueranno ad applicarsi fino al 2025, mentre nel periodo 2026-2030 ciascuno Stato membro dovrà perseguire un obiettivo nazionale vincolante assegnatogli, da conseguire entro il 2030. 

Il Consiglio ha convenuto di rafforzare le flessibilità a sostegno degli Stati membri che hanno difficoltà a raggiungere i loro obiettivi a causa di fattori che sfuggono al loro controllo e che incidono sul settore LULUCF, a condizione che l'Unione nel suo insieme raggiunga il suo obiettivo per il 2030.

Emissioni di CO2 per autovetture e furgoni

Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 delle nuove autovetture e dei nuovi furgoni entro il 2030, vengono alzati portandoli al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni. È stato inoltre deciso di introdurre un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 100%, da conseguire entro il 2035, per le autovetture e i furgoni nuovi.
Il Consiglio ha inoltre convenuto di porre fine al meccanismo normativo di incentivazione per i veicoli a zero e basse emissioni (ZLEV) a partire dal 2030.

All’interno della proposta è passato l’emendamento spinto da eurodeputati italiani, ribattezzato da alcuni ‘salva-Ferrari’, che permetterà ai piccoli produttori di auto ( marchi di lusso con produzione inferiore alle 10.000 unità l’anno ), e di furgoni (fino a 22000 unità l’anno) di beneficiare di deroghe sui tagli delle emissioni di CO2 fino al 2036. 
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.