Perché indebitarsi?
Per far fronte all'emergenza economica creata dalla pandemia COVID-19 servono risorse straordinarie alle quali accedere con aumento del debito pubblico e/o la stampa di maggiore moneta. Entrambe le soluzioni comportano conseguenze negative: la restituzione del debito e relativi interessi nel primo e maggiore inflazione nel secondo. In ogni caso merita non eccedere per non mettere a rischio il sistema.
Vincenzo Maria Viola
Associato Federmanager Basilicata
Leggo ed apprezzo la Vostra rivista e vorrei proporre delle mie riflessioni sul fatto che, in questa fase di emergenza coronavirus, gli Stati, e nel nostro caso l'Unione Europea, non debbano indebitarsi più del necessario e stampare semmai più moneta amministrando saggiamente la necessaria liquidità.
Sulle politiche monetarie da attuare per surrogare un sistema economico bloccato a seguito del COVID-19 ed evitare una depressione, ho seri dubbi sulla necessità di aumentare eccessivamente l’indebitamento degli Stati.
Non viviamo una guerra che abbia provocato distruzioni nel nostro apparato industriale né vi saranno vincitori cui bisognerà adattare le nostre politiche monetarie.
La risposta che mi davo sul perché non si potesse stampare moneta e distribuirla nel sistema economico, era che non potevamo farlo per vari motivi:
- avremmo creato un artificioso incremento della domanda rispetto ad un’offerta costante, quindi si sarebbe potuta generare inflazione;
- avremmo rotto l’equilibrio tra la massa monetaria della nostra moneta e quella di altre monete svilendo il valore della nostra moneta;
- avremmo potuto perturbare l’equilibrio sociale generando l’idea illusoria che siamo già in un’era dove il benessere possa prescindere dal lavoro.
Ora, mi sembra che queste condizioni non sussistano o esistano solo in parte:
- il nostro sistema produttivo è intatto in capacità di produrre beni e servizi, in uomini, in materie prime da trasformare;
- l’intero pianeta è colpito dall’epidemia, aumentare le masse monetarie delle varie valute, senza stravolgerne le proporzioni rispetto al periodo precedente l’epidemia, non dovrebbe svilire il valore di alcuna moneta rispetto alle altre, se non si creeranno eccessivi squilibri;
- la moneta stampata e distribuita agli Stati sarebbe da utilizzare solo per un accorto risarcimento di un mancato reddito dovuto al fermo delle attività economiche a seguito di una catastrofe naturale piuttosto che un’elargizione di rendite ingiustificate.
Immettere moneta nel sistema contro un indebitamento degli Stati sarebbe solo un temporaneo sollievo di fronte alla crisi attuale. I debiti bisognerà prima o poi restituirli e gli Stati dovranno affannarsi a reperire la liquidità necessaria per rifinanziare sia il debito preesistente all’epidemia che il nuovo. Mi sembra di rivedere i cash-flow di certe aziende, insufficienti a garantire il pagamento delle rate dei finanziamenti contratti ed alla fine costrette a fallire; rivedo le manovre economiche restrittive, improvvise ed ingiuste, fatte per mendicare la credibilità e la liquidità necessarie alla restituzione del debito.
Non è un ragionamento che riguarda la sola Italia, riguarda tutta l’Unione Europea.
Agli Italiani, che non fanno campagna elettorale permanente, è chiaro che il loro debito attuale non può essere messo a carico dei risparmiatori di Stati più virtuosi. Agli altri Europei dovrebbe essere altrettanto chiaro che occorra escogitare soluzioni alternative a quella di costringere gli Stati ad aumentare il loro debito per far fronte ai danni causati dall’epidemia, sia che lo facciano ciascuno per proprio conto sia che si ricorra a forme cumulative di debito.
Qualsiasi decisione verrà presa, l’auspicio è che non si tratti di semplici decisioni di compromesso, ma di decisioni che abbiamo un progetto. L’Unione Europea non può continuare ad essere solo uno spazio di libera circolazione di persone e merci. Se non si faranno passi avanti verso una Federazione di Stati Europei, l'Unione potrebbe disgregarsi vanificando quanto di buono e costruttivo è stato fatto finora.
Mi rendo conto che è facile parlarne, ma non si può non notare l’inesistenza di una discussione progettuale di massa sulla forma della futura Federazione di Stati Europei.
La Commissione ed il Parlamento Europeo dovrebbero essere animati da un’incessante progettualità condivisa con gli Stati e i cittadini europei. Invece, assistiamo ancora alle ennesime repliche dei giri di valzer diplomatici tra i singoli stati europei laddove occorrerebbero sedi di discussione e di diffusione di massa delle idee sul futuro Stato Europeo.