All'inferno e ritorno
Il nuovo saggio di Carlo Cottarelli si segnala per trattare temi estremamente “deprimenti” – quali il ritardo italiano e il gravoso lascito che rischiamo di trasmettere in eredità ai nostri figli – in maniera strutturata e competente, ma altresì scorrevole e condita di un pizzico di ironia, di britannico “understatement” e, perché no, di ottimismo circa la possibilità che, dopo la crisi Covid, il nostro Paese ce la faccia a risollevarsi
Di Carlo Cottarelli
Feltrinelli 2021
Pagine 168
Recensione a cura di Stefano Guerci, Socio ALDAI-Federmanager
La prima parte del saggio è una sano esercizio di “fact-checking” sulla crisi sanitaria ed economica legata al Covid, volto a confutare in maniera sistematica e intransigente alcune delle più clamorose “balle” circolate sul web nell’ultimo biennio, riprese dai social media manager della politica, amplificate dai politici populisti: non bisogna ricorrere al MES, la Sanità è stata massacrata con tagli nell’ordine di 37 miliardi, il ritorno massiccio all’impresa pubblica e al “deficit spending” (con annesse citazioni improprie di Keynes) ci salverà, l’espansione del debito pubblico italiano non presenta rischi di sostenibilità.
Nella seconda parte del saggio, Cottarelli propone nell’eguaglianza dei punti di partenza il principio da cui ripartire per rifondare la nostra società, un’eguaglianza che a tutti consenta, senza distinzione, di avere pari opportunità nell’ascesa sociale, sulla base del merito e dei risultati conseguiti. Il principio è certo rivoluzionario per il nostro Paese, dove l’ascensore sociale funziona male, il merito è altamente misconosciuto, la mobilità intergenerazionale è la più bassa in Europa. Prevale piuttosto il principio dell’eguaglianza tout court (“uno vale uno”), che spegne l’incentivo a crescere, premia l’inerzia e non l’assunzione di responsabilità, dà libero corso a chi reclama diritti sottraendosi ai doveri.
Su quali terreni, concretamente e pragmaticamente, “mettere a terra” l’eguaglianza delle opportunità? Massima priorità alle aree in cui è clamoroso il gap rispetto alla media europea: la pubblica istruzione, la sanità, la parità di genere, la concorrenza, la sostenibilità ambientale e finanziaria (che maggiormente penalizzano le nuove generazioni), il divario regionale, da ricucire non tanto con sconti contributivi, quanto con investimenti pubblici di qualità volti a ridurre le persistenti esternalità negative del Sud, la legalità e la sicurezza, la progressività mirata del sistema fiscale.
L’eguaglianza di opportunità è più facilmente ottenibile in un contesto di crescita: l’ascensore sociale funziona meglio in un’economia che cresce con regolarità, nell’ordine del 2% annuo.
Che cosa è indispensabile per sorreggere la crescita, così essenziale per realizzare l'eguaglianza delle opportunità?
- Investimenti pubblici di qualità, a un tasso del 2,5% annuo, nel green, nel digitale, nelle grandi opere ma anche nelle indispensabili piccole opere di rammendo del territorio.
- Investimenti privati, incentivati da una fiscalità più vantaggiosa dell’attuale (bilanciata da tagli della spesa improduttiva e da tangibili e definitivi recuperi dell’evasione fiscale).
- Semplificazione normativa procedurale e organizzativa della Pubblica Amministrazione, sul modello dei Public Service Agreement felicemente sperimentati in passato in UK.
- Riforma della giustizia: civile (il procedimento ha durata triplice rispetto alla Germania), penale (indispensabile per combattere corruzione e tutelare legalità e sicurezza), amministrativa (per definire i ricorsi che strozzano gli appalti pubblici), tributaria (per definire in tempi rapidi e certi il contenzioso).
- Riduzione strutturale del debito, grazie innanzitutto a una crescita del PIL sostenuta e duratura, ma anche a un governo accurato del deficit, realizzabile tra l’altro con il taglio delle spese improduttive, la razionalizzazione degli acquisti, lo sfoltimento di persistenti enti inutili, la razionalizzazione della spesa pensionistica e assistenziale.
Realizzare il paradigma dell’eguaglianza delle opportunità e del riconoscimento del merito è possibile, la rotta è tracciata, le riforme di sistema irrinunciabili sono individuate, un PNRR compatto e sistemico è all’approvazione alla Commissione UE. Se non ora quando?
01 luglio 2021