Breviario sul pensiero strategico
Discorsi e percorsi per conquistare il futuro migliore. Un saggio critico che ambisce a suggerisce un percorso e un modus operandi “per conquistare il futuro migliore”, con tanto di strumenti concettuali e progettuali.
Autore Emanuele Sacerdote
Edizioni Editoriale Scientifica 2019
Disponibile on-line e nelle migliori librerie
Pagine 158 - 12,00 €
Recensione di Maria Cristina Origlia
Cogliere l’essenza si rivela una sfida sempre più difficile in un’epoca di complessità e post-verità, dove tutto si mischia velocemente in un polverone di incertezze e di mistificazioni. Non fa certo eccezione l’economia, in cui due fattori in particolare – globalizzazione e digitalizzazione – hanno fatto saltare negli ultimi trent’anni punti fermi e pratiche consolidate. Il cuore del pensiero strategico non è altro che la capacità di cogliere l’essenza e per Emanuele Sacerdote, l’autore che annovera esperienze di imprenditore, autore e docente in diverse Business school – il titolo sarebbe potuto essere “Metodologia del cogliere l’essenza”, perché di questo si tratta.
La tesi della trattazione è sganciare, finalmente, la strategia dalla pura teoria dei modelli per affermare un approccio che parte, prima, dalla risoluzione dei problemi – e quindi dalla realtà – per arrivare, poi, a definire “l’essenza” del pensiero strategico. Un cambio di visione che pare assai coerente al contesto che stiamo vivendo, in cui le dinamiche del mercato sono così imprevedibili e accelerate da rendere inutile e pericoloso l’uso di concetti e strumenti ormai logori.
Leader, imprenditori e manager (e perché no, policy maker) devono sviluppare un’intelligenza strategica fatta non solo di razionalità, ma anche di immaginazione, consapevolezza, progettualità, lungimiranza, mediazione, rigore e capacità di produrre un effetto collettivo.
Solo così è possibile “espandere il livello di lettura critica della realtà”, necessario alle organizzazioni per “analizzare gli eventi e i fenomeni (interni ed esterni) di maggior rilievo che potranno influenzare il prossimo futuro”. Secondo l’autore, la chiave per adottare questa nuova prospettiva è quello che chiama il “realismo manifesto”, ovvero la capacità cognitiva di guardare all’esistente con una lente di consapevolezza, autenticità e veridicità. Cosa che implica onestà intellettuale nel valutare la propria situazione di mercato, sia in termini di punti di forza sia di debolezza, e l’ambizione di spingersi verso orizzonti e traguardi raggiungibili. Dove la saggezza sta nel non tracimare né nell’ottimismo euforico, in cui possono cadere aziende che hanno avuto una serie di successi, né nel pessimismo difensivo di chi si ripiega, magari dopo una sferzata del mercato, in una ritirata volta a difendere ciò che resta.
Nel Manifesto con cui si apre il testo – dieci punti che si rivelano un condensato del pensiero strategico – su uno in particolare mi sono soffermata: “I passaggi principali per ottenere i risultati desiderati sono la facoltà di immaginare il futuro migliore da conquistare e la capacità di trasformarlo da pensiero in azione”.
23 dicembre 2019