L’occasione perduta

Dalla Comunità Europea di Difesa all’Unione Europea Occidentale, maggio – ottobre 1954

Dario Durando 
L’occasione perduta
Dalla Comunità Europea di Difesa all’Unione Europea Occidentale, maggio – ottobre 1954
Youcanprint 2024 (2ª ed.).
Pagine 218
Prezzo edizione cartacea € 21, edizione digitale € 3,99

La generale preoccupazione delle classi dirigenti europee per la ricomparsa, con l’aggressione all’Ucraina, dell’espansionismo russo e il diffuso timore di un disimpegno militare degli USA dal nostro continente a causa della minaccia cinese, hanno contribuito a riaccendere quella discussione politica e culturale sulla necessità di una “difesa comune dell’Europa” che non si era mai totalmente sopita dopo la svolta in senso negativo verificatasi nel 1954.

Il 30 agosto di quell’anno l’Assemblea Nazionale francese rigettò infatti il trattato istitutivo della Comunità Europea di Difesa (CED) sottoscritto nel 1952 dagli stessi sei Stati che avrebbero poi formato la CEE e l’Euratom. Esso, basandosi sul “piano Pleven” proposto dal Governo francese nel 1950 per affrontare in una cornice europea il problema del riarmo tedesco, prevedeva la formazione – attraverso la CED – di un cosiddetto “esercito europeo”  in cui le forze armate francesi, italiane e dei Paesi del Benelux si sarebbero sostanzialmente fuse con quelle che sarebbero state appositamente costituite e messe a disposizione dalla Germania (all’epoca dotata solo di forze di polizia perché ancora formalmente sottoposta al regime di occupazione). 

A seguito del “no” francese, dopo frenetiche trattative fu adottata nel giro di due mesi una soluzione alternativa consistente nell’ammissione della Germania alla NATO, previo ripristino della sua sovranità, e nella nascita di un’organizzazione intergovernativa – comprendente i Sei con la significativa aggiunta del Regno Unito – che fu denominata Unione Europea Occidentale (UEO)  e che era del tutto priva, appunto per consentire l’adesione dei britannici, dei caratteri schiettamente sovranazionali della CED. La UEO, dopo quasi sessant’anni di vita poco più che vegetativa, si è sciolta nel 2011 sul molto ottimistico presupposto che la “difesa europea” rientrasse ormai fra le competenze dell’Unione Europea.

Fu proprio il naufragio del progetto CED, e quindi il fallimento della linea decisamente federalista sostenuta in particolare da Jean Monnet e fatta propria soprattutto da Adenauer e De Gasperi, che condusse il movimento unitario europeo a rinunciare al massimalismo federalista e adottare, invece, una strategia gradualista e incrementale, cui si debbono in fin dei conti tutti i numerosi passi avanti registrati fino a oggi nella costruzione dell’Europa unita.

Quello che è accaduto nel 1954, con l’abbandono forzato dell’idea originaria di un esercito europeo gestito da organi sovranazionali e la creazione di una debole struttura puramente intergovernativa di cooperazione fra gli Stati membri, rappresenta dunque un momento cruciale nella storia dell’Europa post-bellica e in particolare nella storia dell’unificazione europea. Allo stesso tempo, l’aspirazione a una “difesa comune” dell’Unione Europea, tale da permetterle di far fronte alle sfide geopolitiche di questi anni travagliati senza dover invariabilmente ricorrere al sostegno militare degli Stati Uniti, è oggi di bruciante attualità, tanto che nella nuova Commissione Europea siede per la prima volta un commissario con l’espressa delega alla difesa. Ed è alla luce di queste due constatazioni che l’autore ha dedicato una monografia proprio al convulso periodo fra primavera e autunno del 1954, in cui non è esagerato dire che furono poste le basi dell’Europa quale oggi la conosciamo. 

Dario Durando, Socio ALDAI-Federmanager laureato in giurisprudenza e in scienze politiche con tesi in storia delle relazioni internazionali, si è avvalso per quest’opera (l’unica fino ad oggi  pubblicata in lingua italiana sullo specifico argomento) in particolare dei documenti diplomatici americani contenuti nella raccolta Foreign Relations of the United States, dei documenti diplomatici italiani e francesi editi nelle rispettive raccolte, dei documenti britannici, sia diplomatici che di gabinetto, accessibili presso The National Archives, nonché dei verbali delle riunioni del Governo tedesco e dei documenti diplomatici della raccolta Akten zur Auswärtigen Politik der Bundesrepublik Deutschland. 
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