Manager & RSA
Speciale approfondimento sul corso formativo targato ALDAI dedicato ai colleghi componenti delle rappresentanze sindacali del territorio
Nell’ottica di fornire uno strumento concreto ai fini di valorizzare il ruolo centrale delle RSA all’interno di un contesto aziendale, abbiamo pensato di istituire un ciclo formativo di incontri, con l’aiuto di esperti e professionisti, dedicati a tematiche e ad approfondimenti di interesse per i manager componenti di RSA nelle rispettive aziende.
L’iniziativa, che ha preso il via con un progetto pilota di cinque appuntamenti il primo dei quali partito nel mese di maggio, si è subito imposta come uno degli asset strategici all’interno della vasta gamma dei servizi e delle opportunità che l’Associazione riserva ai propri iscritti.
Non a caso la strategicità di questo progetto consente un momento di condivisione e approfondimento che è anche e soprattutto accrescitivo in termini di competenze.
Nel corso di questa prima parte, sono stati organizzati 3 incontri ai quali hanno partecipato il Direttore Federmanager Mario Cardoni con il legale Stefano Minucci e il Funzionario del Servizio Sindacale ALDAI, Lorenzo Peretto. Protagonista di questi primi appuntamenti è stato soprattutto il Contratto della Dirigenza, scelta assolutamente doverosa in quanto punto di riferimento che racchiude i nostri diritti, le tutele, le regole condivise tra impresa e management.
Al rientro dalla pausa estiva, concluderemo questo primo iter formativo con due incontri mirati dedicati ai Fondi bilaterali di Previndai, Fasi, Fondirigenti e 4.Manager.
Mi preme sottolineare come con questa iniziativa vogliamo aiutare e sostenere i colleghi ad assumere una rinnovata consapevolezza non solo in merito a competenze e nozioni legate al ruolo delle RSA in senso lato, ma anche in riferimento a tutto quello che ALDAI insieme alla galassia Federmanager ha messo, e continua a mettere, a disposizione della Categoria.
Quando si parla di incontri formativi mirati per le Rappresentanze Sindacali Aziendali (RSA), tre sono le esigenze da prendere in esame:
- la prima, su cui mi soffermerò pur se in sintesi, è conoscere approfonditamente la disciplina contrattuale collettiva, in questo caso dei Dirigenti delle Aziende Produttrici di Beni e Servizi;
- la seconda è comprendere il contesto normativo di riferimento per sapere quali sono le prerogative e le tutele che spettano a chi intende proporsi a tale incarico;
- la terza, infine, visto che parliamo di dirigenti, è saper contestualizzare e interpretare lo svolgimento del ruolo di Rappresentante Sindacale tenendo conto, in primis, della specificità della categoria, nonché della cultura sindacale presente nell’ambiente aziendale che normalmente ha radici più solide e radicate in realtà più strutturate e dimensionate.
Tra i tratti distintivi del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro sottoscritto tra Federmanager e Confindustria, i punti più qualificanti riguardano innanzitutto la definizione della figura del dirigente che trova la sua espressione esclusivamente nell’articolo 1 del CCNL e consente di individuare gli elementi di valutazione per far parte della categoria o per rivendicarne l’appartenenza, come, ad esempio, l’elevato livello di professionalità, l’autonomia e il potere decisionale, la capacità di incidere sugli obiettivi dell’impresa, senza dimenticare il peso del rapporto fiduciario.
Un secondo elemento è rappresentato dalla specificità del modello retributivo che dal 2004 si basa sul Trattamento Minimo Complessivo di Garanzia (TMCG), anziché sul Minimo contrattuale, attualmente pari a 72mila euro e che dal 2023 salirà a 75mila euro annui. Una sorta di asticella al di sotto della quale non può collocarsi il trattamento economico del dirigente (TEI).
Certamente, assume poi una grande rilevanza l’intera sezione dedicata alla risoluzione del rapporto di lavoro che opera in surroga a un legislatore troppo spesso “disattento” nei confronti del dirigente quando si parla di tutele e di licenziamento e, infine, il nostro sistema di welfare categoriale. Una serie di “mattoncini”, che nel tempo sono diventati dei “pilastri”, o meglio delle vere eccellenze, espressione della bilateralità nell’ambito della previdenza e della sanità integrativa in primis, nonché successivamente, della formazione e delle politiche attive, che rappresentano la nuova dimensione del welfare “professionale”.
Da non dimenticare, infine, le tradizionali tutele assicurative, che spesso non raccolgono l’attenzione dei più, perché riguardano situazioni numericamente contenute, ma a forte impatto per i dirigenti per i quali ne ricorrono i presupposti: parlo delle coperture in caso di morte o di invalidità permanente, anche parziale, e la nuova tutela sulla “non autosufficienza”. Così come è molto significativa la disciplina contrattuale dedicata alla responsabilità civile e penale del dirigente nell’esercizio delle proprie funzioni e alla copertura dei danni, comprese le spese legali, in un contesto normativo che ha incrementato notevolmente il livello di esposizione del dirigente.
Ecco, su questi temi il nostro Rappresentante Sindacale Aziendale deve essere estremamente preparato per interloquire in modo adeguato con i vertici aziendali e per dare risposte pronte ed efficaci nel ruolo di front end alle istanze dei colleghi rappresentati.
01 agosto 2022