Spunti e riflessioni in vista del rinnovo del Contratto Collettivo Dirigenti Aziende Industriali
Sintesi dell’incontro sul diritto del lavoro che ha visto la partecipazione di Federmanager e di esperti giuslavoristi
a cura del Servizio Comunicazione ALDAI-Federmanager
Si è svolto a Milano, mercoledì 9 ottobre scorso, un importante momento di incontro e confronto sul tema del CCNL e della trattativa intrapresa per il suo rinnovo.
Il Convegno sul diritto del lavoro, a cura dello Studio Marco De Bellis & Partners, ha richiamato l’interesse di avvocati giuslavoristi e di dirigenti delle aziende industriali, il cui contratto è appunto oggetto di trattative da parte di Federmanager e di Confindustria.
Proprio su questo tema si sono dunque incentrati i contributi dei relatori chiamati a esporre le loro riflessioni in merito ai punti di forza e di debolezza del contratto attuale e quindi a condividere anche eventuali considerazioni su possibili miglioramenti.
Si è espresso in merito il Sen. Claudio Durigon, Sottosegretario presso il Ministero del Lavoro, il quale, invitato a partecipare ma impossibilitato a causa di sopraggiunti impegni istituzionali, ha però voluto sottolineare come il rinnovo contrattuale dei dirigenti sia una sfida complessa che richiede un dialogo costruttivo e una visione strategica. “Più in generale – ha dichiarato il Sottosegretario – la contrattazione collettiva è lo strumento indispensabile per raggiungere un accordo che sia equo e sostenibile per tutti. La revisione delle retribuzioni è un obiettivo prioritario, ma dobbiamo affrontare questa tematica con un approccio razionale, che tenga conto delle specificità di ciascun settore e delle esigenze delle imprese. È indubbio che la questione salariale sia centrale, ma ridurre il problema della retribuzione a una semplice misura numerica è sbagliato. La contrattazione collettiva, invece, ci permette di costruire un sistema di retribuzione più equo e trasparente, che tenga conto del sistema vitale che va a regolare, fatto di elementi di diverso tipo che necessitano di disciplina e che acquisiscono sempre più valore per i lavoratori”.
L’avv. Marco De Bellis, che ha coordinato i lavori della serata, ha quindi dato la parola al decano dei giuslavoristi italiani, l’avv. Salvatore Trifirò, che ha concentrato il suo intervento sul procedimento arbitrale previsto dall’art. 19 che continua a essere riportato nel contratto collettivo, così riconoscendone la validità per la veloce conclusione delle controversie, ma che da lungo tempo non viene più utilizzato, indicando il possibile rimedio per indurre la Parte rinunciante ad aderire al procedimento.
Il punto di vista di chi ha l’alta funzione di decidere le vertenze fra aziende e dirigenti, cioè i magistrati, è stato esposto dal dott. Ezio Siniscalchi, già Presidente del Tribunale di Bergamo e per lunghi anni magistrato della Sezione Lavoro del Tribunale di Milano: “Uno dei problemi – forse il primo – che il nuovo contratto collettivo potrebbe affrontare, dal punto di vista delle associazioni dei dirigenti, è la progressiva diminuzione del numero dei dipendenti con questa qualifica. Venuta sostanzialmente meno l’ipotesi della reintegrazione, e utilizzando le descrizioni eccessivamente generiche delle diverse categorie, appare chiara la tendenza delle imprese di assumere con qualifica di quadro i lavoratori con compiti di direzione e di coordinamento, riducendo così il numero dei dirigenti. Una possibile soluzione potrebbe essere il superamento della definizione generica oggi in atto mediante una più accurata descrizione dei compiti: un certo numero di reparti controllati, un certo numero di addetti coordinati, una certa tipologia di responsabilità assunte – tutte da definire – potrebbero di per sé comportare il riconoscimento della qualifica, superando l’attuale discrezionalità aziendale”.
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L’intervento del Direttore Generale Federmanager, dott. Mario Cardoni, ha invece voluto chiarire come le proposte di rinnovo che sta avanzando la Federazione, in fase di trattativa, siano frutto di un dibattito ampio e partecipato per rendere il CCNL uno strumento contrattuale utile a gestire il rapporto tra impresa e dirigente nella fase di transizione, oltre a rivedere alcuni capitoli che presentano criticità. “Un primo aspetto – ha dichiarato Cardoni – riguarda la definizione del dirigente considerando ciò che già accade, ma anche le trasformazioni in atto e soprattutto l’impatto che queste avranno sui ruoli e sulle figure manageriali. Il welfare continua a essere un punto centrale del modello contrattuale, in tutte le sue articolazioni, tra le quali assume una posizione prioritaria il tema della formazione per garantire o migliorare l’employability del dirigente. Ampio spazio è riservato al tema della parità di genere, ma il tema più critico resta quello della parte economica, che finalmente preveda un modello strutturato da una parte fissa e una parte variabile e che si caratterizza, come un unicum nel panorama della contrattazione collettiva, per la presenza ormai datata di un Trattamento Complessivo Minimo di Garanzia, la cui applicazione ha generato delle criticità soprattutto in un periodo che ha visto il ritorno di un’elevata inflazione”.
L’avv. Marco De Bellis ha infine concluso il Convegno ringraziando i relatori e i partecipanti, affermando di condividere quanto esposto nei precedenti interventi, soprattutto in merito alla necessità di rivedere alcuni punti del contratto collettivo, sanzionando espressamente la carenza di motivazione nel licenziamento, alzando l’indennità supplementare minima portandola almeno da 4 a 6 mensilità (preferibilmente 8) e operando una profonda revisione del collegio arbitrale di cui all’art. 19, consentendo al medesimo di occuparsi di tutte le vicende attinenti al rapporto di lavoro attraverso una procedura di arbitrato rituale.
01 novembre 2024