La transizione energetica nel PNRR

La “Rivoluzione verde e transizione ecologica” è la seconda delle 6 missioni del PNRR. Il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi sono diventati dei diritti costituzionali con cui si garantisce il benessere per i cittadini di oggi e per le future generazioni

 Manuela Biti

Presidente ALDAI-Federmanager

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza comprende la realizzazione di opere fondamentali, concordate con l’Unione Europea, che riguardano la rivoluzione verde e la transizione ecologica; la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività e la cultura; l’istruzione e la ricerca; le infrastrutture per una mobilità sostenibile; la coesione e l’inclusione; la salute. Il Piano, che durerà fino al 2026, vede ora aprirsi la fase più complicata, quella dell’attuazione: solo nel 2022 l’Italia è chiamata a raggiungere un centinaio di obiettivi, che dovranno essere monitorati, controllati e verificati dall’Europa affinché questa proceda al pagamento delle ingenti somme promesse.

La transizione energetica rappresenta dunque uno dei pilastri fondamentali del Piano: ad essa sono destinati quasi 70 miliardi di euro dei circa 235 miliardi totali, che fanno dell’Italia la prima beneficiaria tra i Paesi europei del programma noto come Next Generation EU, il fondo da 750 miliardi proposto dalla Commissione Europea in risposta alla crisi economica innescata dalla situazione pandemica.

Davanti a noi, all’orizzonte, gli ambiziosi quanto tassativi goal climatici fissati dal Green New Deal, ovvero quello per esempio di ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni climalteranti o di raggiungere la decarbonizzazione, cioè l’eliminazione di emissione di CO2 derivanti dall’uso di combustibili fossili. Una transizione, quella verso l'energia a zero emissioni di carbonio, che non sarà un singolo cambiamento, ma un insieme di cambiamenti interconnessi a livello di sistema. 

Una sfida complessa ma necessaria, che chiama manager e imprese a grandi rivoluzioni e a radicali cambiamenti, una sfida che siamo chiamati necessariamente a vincere e lo dimostra anche la recente introduzione nella Costituzione Italiana di principi fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela delle future generazioni.
Secondo un recente report di McKinsey, i sistemi energetici mondiali stanno subendo rapide transizioni innescate da cambiamenti simultanei nello sviluppo tecnologico, nelle normative, nelle preferenze dei consumatori e nel sentimento degli investitori. È probabile che queste transizioni accelereranno in modo esponenziale nei prossimi decenni, una visione avvallata anche dalla Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è tenuta a novembre 2021 e che non a caso ha stabilito di voler mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5 gradi. Stando inoltre all’ultimo rapporto dell’agenzia europea per il clima Copernicus, il 2021 ha registrato una temperatura di 1,2° C più elevata rispetto al periodo pre-industriale, rendendo di fatto questo il quinto anno più caldo mai registrato.

L’ultimo Italy Climate Report identifica il settore industriale come primo in Italia per emissioni gas serra, con il 37% del totale nazionale. Alimentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, incentivare l’efficientamento energetico – anche nei settori finora meno esplorati come quello residenziale e dei trasporti – e favorire la strategicità degli investimenti possono rappresentare delle leve innovative, tra le altre, in grado di condurre una transizione energetica efficiente e produttiva e di costituire un’importante azione per tagliare le emissioni. L’innovazione tecnologica e la definizione di un piano normativo-regolatorio adeguato sono dunque fattori prioritari per raggiungere gli obiettivi fissati dal Green New Deal.
Nell’accelerazione verso la net zero economy possiamo e dobbiamo giocare un ruolo di primo piano nel contesto internazionale.  Davanti a questi profondi cambiamenti, ora come non mai, siamo chiamati a lavorare per obiettivi e prospettive economiche condivisi.  
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