Manager, sanità digitale… futuro domani

L'emergenza Covid sta mettendo il Paese a dura prova. Nonostante i progressi nella ricerca del vaccino, lo scenario dell’evoluzione della pandemia è ancora incerto e problematico così come le previsioni macroeconomiche per il 2021

Bruno Villani

Presidente ALDAI-Federmanager

Emerge però un fatto: dati alla mano, la pandemia ha dimostrato che le aziende più innovative e con competenze manageriali sono riuscite non solo a reggere la crisi ma a convertire i propri modelli di business ampliando il mercato e il profitto. I Manager sono stati e sono tutt’ora in prima linea nella gestione della crisi, consapevoli dei rischi ma anche delle opportunità che essa sta aprendo. In un anno fatto prevalentemente di molte ombre, arriviamo a questa fase con alcune nuove consapevolezze che ci auguriamo lascino presagire barlumi del tanto auspicato ritorno alla normalità: i vaccini e i trattamenti di cui stiamo leggendo assiduamente notizie confidiamo possano raggiungere la scala per cui avranno un impatto globale entro la fine dell’estate. La scienza, la ricerca e la tecnologia non hanno mai fatto in un anno così tanti progressi come nel 2020 con il Covid grazie all'aiuto dell'AI. Se saremo bravi (tutti) a ben organizzare la macchina delle vaccinazioni, sarà forse possibile allontanare questo nemico.

Oggi possiamo dire di essere a un punto cruciale nel plasmare il futuro del nostro sistema economico, sociale e sanitario. Non abbiamo più alibi. È necessario ripartire e dobbiamo farlo iniziando dall’industria: solo l’industria infatti può garantire lo sviluppo economico indispensabile alla coesione sociale. Essa genera da sola circa il 20% del PIL italiano e indirettamente quasi il 60%, avendo un effetto moltiplicatore sugli altri settori. Ma perché ciò avvenga indispensabile è il ruolo dei Manager, le cui competenze sono più che mai necessarie per gestire risorse, agire tempestivamente e portare avanti i progetti legati al Recovery Fund. I Manager, veri portatori di innovazione, propulsori e attuatori del cambiamento, sono le figure chiave per la ripresa.

Questa non è certo la prima crisi economica globale che attraversiamo, ma certamente è la prima dell’ordine globalizzato. La necessità è la madre dell'invenzione sosteneva Platone e non a caso durante la crisi pandemica la digitalizzazione ha visto una crescita enorme: dal servizio clienti online al lavoro remoto, all'uso dell'intelligenza artificiale e del machine learning per migliorare la produzione. Sotto questo punto di vista anche l'assistenza sanitaria è cambiata grazie alla tecnologia e al digitale.

Il nostro sistema di modello sanitario, per molti aspetti carente e lacunoso, ha mostrato capacità di reagire e volontà nel superare i propri inevitabili limiti tecnologici, ma ancora molto rimane da fare. Sebbene la transizione a un modello di Sanità Digitale, in questi ultimi anni, sia stata molto spesso di difficile realizzazione, la contingente situazione ha portato istituzioni ed esperti di organizzazione sanitaria a riflettere sulla salute e sui relativi servizi analizzando con criticità lo stato dell’arte. In Italia, ad esempio, non sono state implementate le linee guida emesse dall'OMS che ne raccomandavano l'impiego.

Da questo punto di vista la telemedicina può, insieme ad altre soluzioni digitali in ambito sanitario, garantire un approccio più persona/paziente centrico, abbracciando in maniera olistica il viaggio all’interno del percorso di cura. L’ausilio di wearable unitamente ad app dedicate al monitoraggio della persona, solo per citare un esempio, potrà guidare il paziente dall'approccio alla cura fino al post-intervento garantendo quella prossimità perduta durante la pandemia.

Nessun modello oggi però può essere concepito senza un concetto di sistema sostenibile e la telemedicina nel suo termine più ampio lo è: la dematerializzazione dei contenuti, l’esercizio del suo diritto di conoscenza di processi e procedure su standard e protocolli certificati e la riduzione della necessità di spostamento per vedere garantito il diritto alla salute, sono elementi cardine della sostenibilità di questo strumento prossimo a diventare insostituibile.

È altresì vero che la burocrazia regna spesso sovrana e rallenta, se non blocca, l'applicazione di molte decisioni prese rendendo spesso la concretezza una chimera. Avremo a che fare a lungo con gli effetti della crisi prodotta dalla pandemia e molto dipenderà dalla strategia che seguiremo. Dobbiamo comunque guardare avanti con ottimismo, l’Italia è un grande Paese e saprà risollevarsi anche stavolta. 

I Manager ci sono, sono pronti a giocare un ruolo proattivo e a mettere in campo valori, energie e  competenze  per  il  Paese:  questo è il nostro messaggio per le Istituzioni e tutti gli Stakeholder!
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