PNRR al via, ci vogliono i manager
Stiamo vivendo un momento magico per capacità di reazione dopo la pandemia e lo confermano anche i numeri. Manager e imprese oggi respirano dunque ottimismo e fiducia nel futuro, grazie anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Manuela Biti
Presidente ALDAI-Federmanager
Commentando i principali risultati dell’Avviso 1/2021, in numeri: 6,9 milioni di euro stanziati per un totale di oltre 70mila ore di formazione che vedranno coinvolti 1.200 dirigenti –, il Presidente di Fondirigenti, Carlo Poledrini, ha sottolineato, nel corso di Connext che si è svolto a Milano lo scorso dicembre, che l’indagine sulla formazione manageriale conferma come la ripartenza sia di fatto già avviata e che per consolidarsi abbia bisogno soprattutto di manager capaci di affrontare le sfide delle grandi trasformazioni in atto.
Stiamo vivendo un momento magico per capacità di reazione dopo la pandemia e lo confermano anche i numeri: a giugno 2020 l’industria italiana era sotto di 40 punti, mentre dallo scorso giugno è tornata ai livelli pre-crisi, con Germania attualmente ancora indietro di 10 punti e Francia di 5. L’Italia è sì caduta, ma ora tutti, manager, imprese e servizi, stiamo correndo e se n’è accorta anche l’agenzia Fitch che, dopo 20 anni, ha rialzato il rating del nostro Paese.
Non a caso infatti, mentre le manifatture degli altri Paesi europei arrancano, quella italiana, secondo il Purchasing Manager Index (PMI) di Markit Economics, è stata tra ottobre e novembre quella con la più alta crescita tra i Paesi del G20.
Manager e imprese oggi respirano dunque ottimismo e fiducia nel futuro, grazie anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e questo fa sì che ognuno di noi maturi la consapevolezza che quello che abbiamo davanti è una concreta opportunità per tornare protagonisti, per voltare pagina e riscrivere la storia. Quella del Recovery Plan è una sfida storica. I manager hanno dimostrato di avere il carattere, la tenacia e le competenze per far fronte alla crisi pandemica, trascinando le imprese fuori dallo stato emergenziale. Allo stesso modo, è doveroso che oggi abbiano un ruolo cruciale, ponendosi da subito come parte attiva nel dialogo con le Istituzioni ,così da trasformare le risorse previste dal piano in leve di crescita.
Manager e imprese sono pronti alla transizione. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; formazione e ricerca; inclusione e coesione. Sono queste le quattro direttive su cui si articolerà il lavoro del Ministero dello Sviluppo Economico chiamato a gestire l’impatto dei cambiamenti programmati dal Recovery Plan sul tessuto produttivo e ad accompagnare le imprese durante il percorso.
Il cambiamento è epocale, come ha affermato lo stesso Ministro Giorgetti.
Il PNRR di fatto costituisce un fatto di eccezionale accelerazione anche in termini di sostenibilità. Basti considerare che questi anni “covidiani” (è il terzo inverno in compagnia del virus), stanno enormemente accelerando i processi di trasformazione: da tempo infatti il tema della sostenibilità era sul tavolo, ma la pandemia ha abbattuto molte resistenze, imprimendo un’accelerazione mai vista al cambiamento dei sistemi produttivi.
Tuttavia la strada è ancora lunga e serve un impegno collettivo e condiviso per centrare gli importanti traguardi prefissati dall’agenda europea.
Per raggiungere la neutralità carbonica entro la metà del secolo, ad esempio, l’Italia dovrebbe intervenire in cinque ambiti chiave, stando alla proposta presentata da Italy4Climate, un’iniziativa della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: industria, edifici, trasporti, agricoltura e generazione di energia elettrica, imponendo in appena un decennio la riduzione di consumi energetici del 15% con il raddoppio delle fonti rinnovabili.
Noi faremo la nostra parte, non solo perché questa è una scommessa che siamo chiamati a vincere, ma anche perché le nostre aspettative oggi determineranno il futuro dei nostri giovani domani.
01 gennaio 2022