Filo Diretto Dirigenti Dicembre 2021
Guardiamo al 2022 come un altro anno in cui impegnarci tutti ancora di più per garantire un futuro a noi, alle nostre aziende e a chi ci sta attorno.
Andrea Molza
Presidente Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna
Cari colleghi,
si sta chiudendo un altro anno, in cui l’emergenza è entrata nella quotidianità o almeno nei nostri uffici non alberga più con questo significato.
Ci siamo riorganizzati con nuove procedure e prassi e il vostro riscontro ci conforta, in quanto non abbiamo ricevuto segnalazioni di punti di attenzione negativi, anche riguardo pratiche non evase. Il livello di soddisfazione, per chi ci ha frequentato, è rimasto alto. Questo però non mi rasserena e non ci deve far abbassare la guardia, anzi è forse questo uno di quei momenti in cui l’essere manager si esprime nel significato più pieno.
Il manager, quello vero, quello che mi pregio di rappresentare, è a mio modo di vedere come un soldato che, anche fuori servizio (il manager pensionato), mantiene l’attaccamento alla bandiera e col suo esempio guida i collaboratori e chi gli sta attorno per trovare nelle avversità quei varchi da penetrare che portano all’obiettivo.
Oggi per alcuni di noi, e per molti fuori dal nostro ambiente, è difficile individuare l’obiettivo da raggiungere: per fare questo è importante ragionare riguardo a cosa rifarsi, a quale riferimento utilizzare per focalizzarlo.
Porto un esempio rifacendomi ad un interessantissimo evento sul futuro energetico realizzato da un Associazione con la quale collaboriamo da anni. Quest’evento, condotto in modo molto lucido da un importante manager da anni in pensione, ha ripercorso a ritroso le varie scelte di politiche energetiche fatte negli anni passati e ne ha dato una rilettura attuale, molto lucida e chiara. La sintesi dell’evento, o per meglio dire la riflessione che a valle dell’evento molti hanno fatto, è che quello che oggi abbiamo in termini di mix di fonti energetiche, è il risultato di una scelta “politica”
fatta nel passato, basata più sulla necessità di compiacere, che su reali necessità, peraltro valutabili già allora rispetto a elementi oggettivi e reali.
Oggi, in un mondo meno “provinciale”, la possibilità di uscire dal pensiero unico è per chi, come i manager, può e vuole approfondire. Questo atteggiamento diventa una grande risorsa per tutti. Capire che se vogliamo puntare ad emissioni di CO2 pari a zero nel 2050, non bastano il solare e l’eolico, e che bisogna pensare ad altro, è un fatto. Capire che se vogliamo salire sul treno della crescita dobbiamo cambiare immediatamente passo, è un altro tema.
Un altro interessante convegno (organizzato sempre da manager ed esperti) realizzato sul PNRR, ci ha aggiornato sul fatto che il Consiglio dei Ministri del 27 ottobre 2021 ha portato a 26 le condizionalità soddisfatte sui 51 traguardi e obiettivi, il cui conseguimento è previsto entro il 31 dicembre 2021 per accedere ai finanziamenti. Ce la faremo, ma anche in questo caso, la riflessione è che si debba cambiare passo, passando dalla legge del “consenso” alla legge del “necessario”, dove si gioca di più il ruolo del tecnico e meno quello del politico.
Accendere la televisione, per chi come me guarda quasi esclusivamente il telegiornale, sembra quasi una chiamata alle armi. Sentire parlare di emergenza migratoria dopo tanti anni, mi sembra un'altra cosa che non ha senso e nel nostro piccolo abbiamo anche dimostrato (ad es. con il progetto pilota di corridoi universitari, supportato da noi manager) che esistono modi per vedere l’opportunità in questo dramma. Ma per farlo bisogna cambiare: anche qui dobbiamo essere attivi e farci ascoltare. Progettare, pianificare il futuro e i suoi accadimenti, invece di agire in risposta ad essi: questa deve essere la nostra sfida.
In una Assemblea nazionale di Federmanager, il professor Brambilla, nel commentare un suo libro, spiegava che se lo Stato, nel momento in cui le aziende hanno delocalizzato, avesse supportato gli investimenti di rinnovamento tecnologico delle nostre PMI, l’Italia avrebbe risparmiato 2/3 di quanto ha dovuto successivamente spendere per tutti gli ammortizzatori sociali messi in campo per difendere posti di lavoro ed evitare parte dei default.
Decidere nel dubbio è sempre difficile, ma è il nostro mestiere, siamo stati preparati a farlo abbiamo
studiato e continuiamo a farlo, molto attraverso la nostra Academy nazionale, ma anche attraverso tutti gli eventi e convegni che le nostre Commissioni e Gruppi realizzano.
Dobbiamo vedere il 2022 come un altro anno in cui impegnarci tutti ancora di più per garantire a noi, alle nostre aziende e a chi ci sta attorno, un futuro.
Sono convinto che se staremo uniti nell’evidenziare i valori della nostra categoria, che ha i propri riferimenti nell’etica, nella competenza e solidarietà, sorpasseremo “l’emergenza” e guideremo il nostro futuro.
Credendo in questo, mi sento di potervi augurare che il 2022 ci trovi ancora più pronti.
Editoriale Filo Diretto Dirigenti ottobre - dicembre 2021
01 dicembre 2021