L’export FVG cresce grazie alla cantieristica
È il momento di diversificare i mercati andando oltre a Usa e Germania grazie ai manager
Business people working together in an office with a digital world map and graphs on the screen, a technology background for the business concept of global network connection. Softly blurred holographic screens show data. The photo was taken with a Canon EOS R6 Mark II, with hands holding documents on the table. --ar 53
Daniele Damele
Presidente Federmanager Friuli Venezia Giulia e Segretario CIDA FVG
I dati pubblicati recentemente dall’Istat sulle esportazioni delle regioni italiane mostrano, purtroppo, per il Nord Est, alcune ombre anche se non mancano luci. Nel secondo trimestre 2025, rispetto allo stesso periodo del 2024, le esportazioni del Trentino Alto Adige registrano una lieve flessione (-0,5%), quelle del Friuli-Venezia Giulia un calo più marcato (-12,9%), mentre Veneto ed Emilia-Romagna segnano rispettivamente -1,5% e -1,7%. Spicca, perché in controtendenza, il risultato della Lombardia, che mette a segno una crescita del +4,5%. Se agli ultimi dati usciti si aggiungono quelli del primo trimestre è possibile cogliere gli effetti prodotti dalla forte incertezza generata dai dazi da parte degli Stati Uniti. Il periodo consegna un quadro a macchia di leopardo. Nel complesso il Paese mostra una crescita delle esportazioni: +2,1% trainato dagli exploit di Lombardia, Lazio e Toscana, con il Nord Est in controtendenza, registrando un -0,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Diversi comparti storici del manifatturiero nordestino rallentano. In particolare è penalizzato il settore dei macchinari.
Daniele Damele Presidente Federmanager Friuli Venezia Giulia
Guardando ai mercati di destinazione, nel primo semestre 2025, i contributi positivi all’export arrivano ancora soprattutto da Germania e Stati Uniti per il Friuli Venezia Giulia mentre per il Veneto pesano i cali negli scambi con gli Stati Uniti (-5,5%) e la Francia (-2,6%); per l’Emilia Romagna i segni meno arrivano da Stati Uniti (-6,5%) e Giappone (-20,9%); per il Trentino Alto Adige le riduzioni sono attribuibili soprattutto a Germania (-7,2%) e Francia (-16,0%). Sembra indebolirsi ulteriormente anche il commercio con la Cina, che registra una flessione nei metalli (-59,3%). Provando a cogliere i segnali di fondo, il quadro che emerge dall’analisi dei dati del primo semestre 2025, quello immediatamente precedente all’entrata in vigore dei dazi statunitensi, mette in evidenza tre dinamiche principali.
La prima riguarda il buon andamento delle esportazioni dell’agroalimentare verso gli Stati Uniti, rilevato soprattutto per Veneto ed Emilia Romagna. Un dato che è interpretabile come un effetto dell’annuncio dei dazi: molte imprese hanno anticipato le spedizioni per evitare i rincari futuri. In secondo luogo, come accennato, il settore più penalizzato resta quello dei macchinari, frenati dall’incertezza legata all’introduzione e all’entità dei dazi, in un comparto caratterizzato, in molti casi, da tempi di produzione lunghi. A questo si aggiunge la terza dinamica ovvero il persistente ridimensionamento delle esportazioni di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia verso la Cina.
Accanto a questi trend, si intravedono i primi segnali di diversificazione: alcune regioni, in particolare Veneto ed Emilia Romagna, stanno progressivamente ampliando il raggio d’azione, spostando parte delle vendite verso nuovi mercati; tra questi, si distingue l’India. Quelli che si colgono sono segnali ancora deboli che non sono capaci di controbilanciare la riduzione delle esportazioni nei mercati tradizionali, ma sono importanti perché evidenziano il cambiamento nelle strategie delle imprese. Saranno soprattutto i manager, con le figure degli export manager, ad accompagnare il sistema economico nordestino verso la ridefinizione di nuovi equilibri in un mondo diverso rispetto a quello al quale eravamo abituati.
Dal canto suo l’indagine Ires sui dati Istat conferma, invece, la spinta della cantieristica e degli apparecchi elettrici. Nonostante la forte incertezza che caratterizza il contesto internazionale, nel primo semestre del 2025 si riscontra una stabilità sostanziale grazie al risultato della cantieristica navale. Nel primo semestre dello scorso anno le vendite di navi e imbarcazioni avevano totalizzato un valore che sfiorava 1,7 miliardi di euro, mentre nella prima parte del 2025 hanno superato quota 2,3 miliardi (pari ad un incremento del 35,8%).
Come accennato si tratta di cercare nuovi sbocchi, nuovi mercati, diversificare e variegare. Federmanager da anni sta formando figure dirigenziali nuove come gli export e i temporary manager in gradi di agevolare questi trend. Accanto a ciò un ruolo importante lo può svolgere la Pubblica Amministrazione attraverso la sburocratizzazione e la politica e la finanza garantendo fondi adeguati alle imprese che intendono investire per il futuro e per l’occupazione sulla base di contratti di lavoro adeguati con estensioni specifiche all’innovation working e a un sistema di welfare di livello.
10 dicembre 2025
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