Dove sta andando l'EU?

Riflessioni post elezioni

Di Alberto Pilotto
Federmanager Vicenza
Dopo le elezioni europee dell’8 e 9 giugno scorsi sono stati resi noti stamane (17 settembre) i nomi dei 28 commissari con 6 vicepresidenti, con i relativi ruoli: l’italiano Raffaele Fitto è vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme: gestirà i fondi del PNRR insieme al lettone V. Dombrovskis. 

I due presidenti erano già stati nominati precedentemente (riconfermati): Ursula von der Leyen (Germania) Presidente della Commissione Europea e Roberta Metsola (Malta) Presidente del Consiglio Europeo. Qualche giorno prima (9 settembre), Mario Draghi aveva presentato a Bruxelles, su incarico di von der Leyen, il suo Piano per la competitività europea (328 pagine). Dai vari riassunti riportati dai giornali ho particolarmente apprezzata una frase di particolare effetto: …EU cambi… o sarà una lenta agonia. 

Per un attimo mi sono chiesto (ammetto di essere un pochettino megalomane): vuoi vedere che anche il grande, immenso Mario Draghi è un attento lettore della nostra rivista? e, in particolare, dei miei articoli? 

È da un bel po’di tempo, infatti, che insisto sulla necessità di cambiare le attuali politiche delle varie Commissioni sui vari temi con decisioni che sembrano frutto più di visioni ideologiche e teoriche che non pratiche e realizzabili. 

La maggioranza politica europea e anche alcuni nostri politici, sostenuti dalla solita compagnia di giro (giornalisti, opinionisti, cantanti, attori, ambientalisti, ecc) aveva sempre applaudito ogni decisione in base al mantra: serve più Europa!!! 

D’altra parte, valutando le conoscenze, competenze ed esperienze professionali di certi personaggi non possiamo pretendere che possano proporre qualcosa di pratico e realizzabile con le risorse, di persone e denari, a disposizione dei cittadini e dello Stato. 

Draghi ha indicato una serie di interventi che andrebbero in senso contrario a quello usato finora e questo sarebbe un giudizio negativo dei partiti che hanno sostenuto e ancora sostengono la Commissione. Si può pensare ad un sano pragmatismo, dopo alcuni anni di decisioni cervellotiche, oppure di un modo subdolo di creare nuove maggioranze ufficiose. 
Alberto Pilotto

Alberto Pilotto Federmanager Vicenza

Alcuni segnali recenti: elezioni nei Lander tedeschi, elezioni politiche in Francia con relativa difficoltà a creare un Governo, forte crisi dell’automotive europea (in Germania si prospetta la chiusura di due o tre stabilimenti della Volkswagen!!) porterebbero a considerare la necessità di non perdere ulteriore tempo nell’inseguire visioni paradisiache, non realizzabili e, inoltre, di attuale e futuro grande vantaggio per i nostri competitors: Cina, USA, India, Brasile che sono, tra l’altro, i principali inquinatori del Mondo, nonché i nostri maggiori fornitori di materie prime.

Contemporaneamente, sempre più compaiono ipotesi e proposte di rivedere tutti i piani con le relative scadenze temporali nei settori più importanti: energia, automotive, abitazione, agricoltura, zootecnia. Vedremo nei prossimi mesi quali saranno le risposte pratiche alle proposte e suggerimenti del Piano Draghi (ricordiamo che è stato voluto da von der Leyen). 

Vedremo anche, nel corso dei prossimi mesi, se i nuovi Commissari (e i relativi Governi) avranno fatto tesoro dei risultati conseguiti, frutto delle passate visioni, e avranno iniziato una nuova, diversa via per una migliore Europa. 

Desidero concludere con una frase di Galileo Galilei (1564-1642), fisico, astronomo, filosofo e matematico: “L’autorità dell’opinione di mille nella scienza non vale una scintilla di uno solo” e con una di Albert Einstein (1879-1955) fisico e premio Nobel: “Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati differenti”. Prosit!