Sono cambiati i rapporti di lavoro con la Russia
Che peccato
I rapporti tra l’occidente e la Russia si sono
irrimediabilmente guastati, nulla sarà più come prima. Che peccato.
Durante Il mio percorso professionale ho
avuto l’occasione e la fortuna di lavorare
con dei partner in Russia e devo ammettere
che è stata un’esperienza interessante ed
emozionante.
Per me, nato e cresciuto in piena guerra
fredda, per me che avevo visto a 10 anni alla tv i carri armati russi entrare a Praga, per
me che nei miei libri di geografia venivano
spiegati dettagliatamente gli Stati Uniti e la
Germania dell’ovest, mentre in una paginetta erano liquidati tutti i Paesi del Patto di Varsavia, per me tutto quello che era ad Est era
totalmente lontano ed oscuro, magari non
necessariamente minaccioso ma certamente misterioso ed incomprensibile.
Pertanto quando dieci anni fa la mia azienda
mi propose di seguire come Program Manager un progetto in Russia, fu per me l’occasione di colmare anni di ignoranza.
In preparazione al progetto, l’azienda fece fare a me e al mio team un corso intensivo di
russo, e già riuscire a decifrare con scioltezza tutti quei caratteri incomprensibili fu un’enorme soddisfazione per tutti noi, tant’è che
alcuni, affascinati, decisero di continuare ad
approfondire lo studio della lingua russa (cosa che ahimè oggi non torna più tanto utile…).
Fu anche l’occasione per conoscere, approfondire ed apprezzare la ricchissima
storia e cultura russa, dalla letteratura alla
musica alle scienze, un patrimonio sterminato e sconosciuto ai più, almeno a me… e
così scoprii giganti come Lev Tolstoj e Fëdor
Dostoevskij!
Ricordo che le prime riunioni erano un po’
complicate: in Italia non era stato facile trovare un interprete russo che conoscesse i
nostri termini tecnici, occorreva prepararlo
ogni volta in anticipo sui temi e mostrargli
le presentazioni, ma il team russo – anche
se non conosceva affatto l’inglese – si dimostrava sempre comprensivo e paziente.
Le riunioni a Mosca invece erano un tuffo in
un mondo completamente nuovo: intanto gli
aerei della Aeroflot erano vecchi e strani anche se confortevoli, il nostro albergo National a pochi passi dalla Piazza Rossa era un
vero museo della storia russa, ricchissimo di
quadri, mosaici, foto delle personalità che vi
erano passate.
Gli incontri si svolgevano in un edificio totalmente anonimo, con tante stanze chiuse
senza finestre e dalle quali era possibile
uscire solo se accompagnati, il loro interprete traduceva in inglese molto efficacemente
ma con noi era ferreo, non potevamo mai assolutamente essere soli.
Le negoziazioni per la definizione del piano
del progetto o delle modalità dei test erano
davvero estenuanti: ad ogni passo vi era
sempre un primo loro “niet” e solo dopo
una escalation di responsabili – gerarchia
davvero granitica – si riusciva a trovare un
accordo, tutto sempre firmato controfirmato
timbrato.
Alla sera, poi, sempre tutti assieme al ristorante, una cucina russa semplice
e gustosa – mitico il loro borsch – ma quella
loro abitudine all’eccesso dell’alcool era
spesso imbarazzante, con i camerieri che
sorreggevano alcuni commensali fino alla
porta, come nulla fosse!
Ma i loro tecnici erano davvero superlativi:
il nostro referente russo Evgeny era un ottimo ingegnere, giovane e molto appassionato, parlava addirittura un buon italiano ed
era estremamente competente di meccanica, amava la matematica e le scienze, andavamo molto d’accordo, lavoravamo tante
e bene: ed era naturalmente entusiasta di
tutto quando veniva in Italia!
Il progetto partì molto bene ma dopo alcuni
anni purtroppo si fermò perché ormai erano
cambiati i venti e la collaborazione con una
azienda italiana non era più gradita alle autorità russe: per la mia azienda fu un brutto colpo, perché avevamo investito diversi milioni di
euro senza avere alcun ritorno.
Che peccato.
Io mi dedicai ad altri progetti, ma questo taglio improvviso e inaspettato dei rapporti con
i partner russi mi lasciò basito, il mio amico
Evgeny cambiò azienda ma riuscimmo comunque a restare in contatto su Facebook.
Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, poi, Evgeny è scomparso anche dai social e l’Est è tornato ad essere lontano ed
incomprensibile.
Davvero un peccato.
05 ottobre 2023