Su PMI e su un rinnovato rapporto imprenditori manager si fonda il futuro del Nordest
Per un territorio più competitivo
Le piccole imprese del Nord Est continuano a registrare ottime performance grazie
alla loro flessibilità, ma, proprio in quanto
piccole, rischiano di non riuscire ad agganciare i percorsi di crescita presenti in altre
aree del mondo.
Le imprese del Triveneto
hanno dimostrato straordinaria resilienza in
un contesto di tassi elevati, inflazione e tensioni geopolitiche.
Le Pmi nordestine sono
l’asse portante dell’economia di quest’area
ed è dovere della PA, del mondo finanziario
e bancario e dell’associazionismo aiutarle
a prosperare, sostenere le loro ambizioni e
favorirne il percorso di crescita.
Accanto a
ciò è indispensabile sostenere i consumi.
Ciò per permettere di agevolare la transizione e far diventare più competitivo questo
territorio.
Si tratta di rafforzare le basi per
garantire al Paese una crescita inclusiva a
beneficio di tutti.
Per fare ciò occorre investire sul lavoro e sui
lavoratori in maniera robusta così come è
necessario puntare sulla rete commerciale
per vendersi al meglio nel mondo, sull’innovazione tecnologica, sulle nuove competenze digitali.
E va realizzato un importante
programma pluriennale d’investimento a
tutti i livelli che vada oltre il PNRR e sappia essere in grado di garantire il futuro. Le
Pmi nordestine hanno compreso la rilevanza del pensare al futuro, in tutte le dimensioni: economica e sociale.
Questo, unito
alla proverbiale flessibilità e alla vocazione
all’export rappresenta un grande valore aggiunto, che ne garantirà la competitività nei
nuovi contesti di mercato.
Banche, finanza
e PA devono fornire alle Pmi del Nord Est un
grande supporto per accompagnarle nella
continua e costante transizione (perché si è
sempre in una fase di passaggio) e sostenerle sui mercati.
Sotto questo aspetto il percorso di aggregazione delle piccole imprese è ineluttabile in
quanto le piccole imprese continuano a registrare ottime performance grazie alla loro
flessibilità.
Gli istituti demoscopici rilevano
per queste realtà risultati di eccellenza per
tutti gli indicatori.
I cosiddetti “megatrend”
di transizione ambientale e digitale richiedono nuove competenze e investimenti per
sostenere i quali la dimensione non è più
una variabile trascurabile. Il rischio è, infatti, quello di non riuscire ad agganciare
i percorsi di crescita che molto rapidamente sorgono nel mondo.
Le imprese devono
aprire il capitale a nuovi soci, coinvolgere
manager che non fanno parte della famiglia, e creare nuove partnership per fornire le condizioni adatte per competere con
successo sui mercati globali che risultano
essere sempre più complessi.
Quasi quotidianamente nel Nord Est c’è
la notizia di un’impresa – anche di dimensioni minori – che viene ceduta a fondi di
private equity o a gruppi stranieri.
Il Nord
Est intercetta una quota importante degli
investimenti diretti esteri in Italia e questo
è un sintomo di vitalità del sistema imprenditoriale. Spesso queste operazioni apportano valore aggiunto, tecnologie, innovazione in ambito digitale.
Imprenditori e
manager insieme devono accompagnare
le imprese nelle operazioni trasformative
innalzando il livello del dialogo strategico
in modo da realizzare importanti operazioni straordinarie.
Si rende, inoltre, necessario, consolidare
la relazione imprese-territorio per valorizzare le competenze maturate.
L’appartenenza a questo territorio è un grande
valore aggiunto per le imprese che qui
vi operano. Sia geo-politicamente sia per
quanto attuato qui in passato le condizioni
per permettere sviluppo e crescita ci sono
tutte.
Spetta a tutti gli attori in campo far
sì che ciò divenga realtà attraendo investimenti, capitali permettendo a chi opera
e vive in queste terre di basare il proprio
presente e il proprio futuro su un operoso
benessere collettivo.
Per questi obiettivi
le associazioni territoriali di Federmanager del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, di
Trento e Bolzano ci sono sempre state e ci
saranno anche in futuro.
18 aprile 2024