Porto. Coinvolgenti atmosfere Lusitane
Viaggiatori Fai da Te
Da un po’ di tempo mi sono ricreduto riguardo alle compagnie aeree “low cost”, con
una precisazione.
Sul “low” ci andrei piano perché lo spesso sbandierato € 19,90
è solo uno specchietto per le allodole. Se
si considera che non vale per tutte le date
di una determinata tratta, poi si calcola andata e ritorno, si aggiungono una valigia in
stiva e un secondo collo a mano (per tratta), la scelta del posto e magari l’imbarco
prioritario (a una certa età è opportuno)
alla fine il totale è otto-dieci volte tanto.
Che
può essere comunque un costo accettabile. Ma le “low cost” hanno il pregio del fare
quasi sempre voli diretti anche su destinazioni cosiddette minori, che per il turismo,
specie estivo, significa molto in termini di
tempo, rischio di mancate coincidenze e
smarrimento di bagaglio.
Ryanair è forse
l’emblema di queste compagnie ed il suo
“hub” nel Nord-Est è Treviso (formalmente
Venezia-Aeroporto di Treviso).
Comunque sia, una volta che Gianna ed io
avevamo deciso di andare a Porto (Oporto), Ryanair da Treviso è stato l’ideale.
Lisbona la conosco bene, ci sono stato più
volte sia per lavoro che turismo, mi piace
tantissimo, ma Porto mi attraeva da un po’
con un fascino discreto, intimo, culturale
e tale si è rivelata.
Un po’ di apprensione
per il meteo poiché a metà settembre l’Atlantico, freddo e imprevedibile, può portare
pioggia, ma nei fatti è andata alla grande,
sempre il sole tra 18 e 27 gradi. Perfetto.
Poco meno di tre ore di volo ed ecco l’atterraggio all’aeroporto Sà Carneiro, ragionevolmente grande, moderno, razionale e con
tutti i servizi.
Il taxi prenotato ci attendeva
e in mezz’ora eravamo già in albergo nella
zona di Trindade, area di medio pregio in
posizione strategica per i nostri programmi
escursionistici.
Valigie posate in camera e
noi subito fuori per una prima presa di contatto con la città.
Questa prima esplorazione del circondario
va fatta subito e serve ad individuare i bar,
ristoranti, posti di polizia, negozi, farmacie,
uffici turistici e naturalmente raccogliere
i depliant su ciò che interessa fare in seguito.
Poi la verifica con lo staff dell’albergo, gentile, disponibile e soprattutto utile
per evitare fregature sempre in agguato.
La “capitale del nord”, come ama essere
chiamata (Lisbona lo è del sud con una popolazione superiore ai 500mila) è un
continuo saliscendi di strade che tendono verso il Douro, il fiume navigabile che
poco più avanti sfocia in Atlantico.
Vale un
po’ per tutte le città, ma qui in particolare
il modo migliore per vedere e conoscere è
girare a piedi e dunque è bene dotarsi di
scarpe comode e stabilire gli itinerari che
si intendono percorrere.
Pur non essendo
una città particolarmente vasta, alla fine
le camminate risultano lunghe e stancanti
per cui, informati che i taxi sono particolarmente economici, Gianna ed io abbiamo
adottato il metodo di farci accompagnare
nel punto più lontano programmato per la
giornata e poi rientrare con calma verso
l’hotel a piedi, visitando quanto di interessante lungo il percorso.
I quartieri “ufficiali” della città sono sei o
sette, ma il cuore è costituito da Aliados,
Bolhao e Ribeira e su questi abbiamo concentrato la nostra attenzione e le escursioni.
La Avenida de los Aliados è un ampio
viale fiancheggiato da alti palazzi in stile
beaux arts (ricorda un poco gli Champs
Elysées), con qualche negozio elegante e
in fondo il Municipio. Altra sosta in Piazza
da Liberdade, dove si innalza la Torre dos
Clérigos, che offre il più bel panorama a
chi è disposto a salire i 225 gradini della
scala interna.
Poco lontana è la Libreria
Lello, una delle più belle librerie al mondo,
fondata nel 1906 in splendido stile neo-gotico; là trasse ispirazione J.K. Rowling per
il suo primo libro su Harry Potter.
La stazione di Sao Bento con l’ampio atrio dalle
pareti interamente ricoperte di affascinanti
“azuleios”, le piastrelle di ceramica azzurra, tipiche portoghesi.
L’imponente Cattedrale (la Sé) nei suoi tre stili architettonici:
romanico, gotico e barocco che svetta sulla
città con le sue due imponenti torri. Le due
chiese affiancate do Carmo e das Carmelitas in stile rococò.
Il Mercado do Bolhao,
sempre molto affollato e dedicato quasi
esclusivamente ai generi alimentari, con
ampia possibilità di degustazioni di vini e
spizzichi vari. Considerato il lungo camminare per tutte queste escursioni può risultare utile una nota circa i servizi igienici, reperibili in prossimità o adiacenti ai vari luoghi
che ho citato e di solito fruibili al costo di 50
centesimi; l’alternativa sono i locali pubblici
dove la consumazione e quasi un obbligo.
Un po’ come in Italia insomma.
Ma l’anima e il cuore di Porto è senza dubbio il pittoresco quartiere di Ribeira (Riviera) costituito da una serie infinita di vicoli e stradine che dalla parte alta scendono fino alla passeggiata lungo il fiume Douro. Alle spalle una tavolozza di case colorate addossate le une alle altre e lungo il molo negozietti e botteghe artigiane, ristorantini, caffè e locali di degustazione di vino e prosciutto, musicanti e giocolieri, barche grandi e piccole che offrono giri sul fiume passando sotto i “6 ponti” di cui il più famoso è il Dom Luis, uno dei simboli della città. L’intero quartiere di Ribeira è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco.
La conoscenza di una città passa anche attraverso la sua gastronomia e dunque non abbiamo trascurato questo aspetto privilegiando i ristoranti di medio livello alle trattorie-osterie che dietro alla dichiarata “tipicità” e un prezzo attrattivo nascondono a volte una discutibile qualità.
L’Atlantico la fa da padrone con proposte marinare, in varie ricette, di merluzzo (bacalhau), polipo (polvo), sardine (sardinhas), vongole (ameijoas).
Ma nella tradizione rientrano anche le trippe (tripas) e, quasi d’obbligo, la “francesina” (francesinha) una sorta di doppio panino al prosciutto, carne e formaggio fuso, servito con una salsa particolare. Da sola può essere un pasto completo. Sui vini la scelta è ampia ed ottima sia nei bianchi che nei rossi, fino all’universalmente noto “Porto”, ideale a fine pasto.
La rilevanza delle sardine nell’economia del Portogallo mi si è evidenziata dallo scoprire l’esistenza di una rete di oltre venti negozi monomarca in tutto il Paese, di fatto delle vere e proprie boutique dove le sardine vengono proposte in scatolette “da collezione” con disegni, foto, immagini, paesaggi in un assortimento vastissimo.
Ho apprezzato l’idea di marketing e non ho resistito all’acquisto.
Altri due quartieri, visitati rapidamente, ma meritevoli di menzione, sono stati Boavista, dallo splendido viale fiancheggiato da eleganti ville primo novecento perfettamente restaurate (roba da ricchi!) e Matosinhos con la sua gigantesca spiaggia in quell’occasione interamente ricoperta di gabbiani. Un colpo d’occhio fantastico.
Una breve riflessione sui costi del soggiorno. Leggo e sento di pensionati che vanno a vivere in Portogallo “perché lì la vita costa poco”. Io non ho avuto questa conferma nel corso della mia breve permanenza.
I prezzi di alberghi, bar, ristoranti, prodotti vari (scarpe, abbigliamento, alimentari) esposti in vetrina li ho trovati allineati a quelli di città italiane medio-piccole.
Invece dei taxi a buon mercato ho scritto più sopra; una corsa media in città circa cinque-sei euro.
Non posso comunque escludere che per i residenti, meglio inseriti nell’ambiente, sia più facile trovare prezzi bassi, ma da questo a decidere per un trasferimento, che di fatto è una emigrazione in età avanzata con tutto quanto comporta…
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18 aprile 2024