InQuadriamo i Dirigenti

Federmanager e i Quadri: aprire un dibattito finalizzato a capire se e quanto sia utile proseguire su questo percorso

Aurelio Giammusso     

Membro RSA, Consigliere Nazionale Federmanager

Luca Luchesini    

Membro RSA, CdA 4.Manager

Paolo Vergani     

Membro RSA, Consigliere ALDAI & Nazionale
Di recente è stato rilanciato all’interno di Federmanager l’eterno dibattito sui quadri, ovvero l’opportunità di aprire l’iscrizione a Federmanager alla categoria dei Quadri (e non solo ai Quadri apicali).

Ci limitiamo a constatare che il Codice Civile italiano prevede che i lavoratori subordinati siano suddivisi in 4 categorie: Operai, Impiegati, Quadri e Dirigenti, demandando poi genericamente ai contratti di lavoro le rispettive declaratorie su ruoli e responsabilità in azienda. La categoria dei Quadri è l’ultima introdotta nel nostro ordinamento del lavoro (legge 190/1985). In generale i confini tra le varie categorie sono definiti dall’autonomia decisionale più o meno limitata: il dirigente ha un livello di autonomia paragonabile all’imprenditore (alter ego), mentre l’autonomia del quadro, pur ampia, è comunque circoscritta. Il legislatore, quindi, non entra nella definizione di operatività e ancora meno in quella di attività strategica tipica del dirigente.

Assistiamo però da qualche anno, a un processo che tende progressivamente a rendere sempre più sfumati i confini tra la figura del Dirigente e quella del Quadro: capita sempre con maggiore frequenza di osservare come posizioni organizzative originariamente destinate a figure dirigenziali vengano occupate da quadri, destinati però, a rimanere tali. 
Specialmente nelle PMI si assiste alla scelta degli imprenditori di puntare su figure di quadro per ricoprire posizioni che richiederebbero un elevato livello di autonomia e responsabilità, sulla base di un apparente risparmio economico, ma abbandonando un’opportunità di crescita dell’azienda stessa e, in prospettiva, perdendo anche le risorse stesse, specialmente quelle con maggior potenzialità ed ambizione.

Tale processo di “quadrizzazione” è, come accennato in apertura, agevolato da una certa sensibilità, che sta affermandosi anche nella nostra rappresentanza di categoria. A livello associativo, alcune organizzazioni territoriali (del tutto legittimamente) consentono l’iscrizione agli appartenenti all’Area Quadri (e non stiamo parlando solo di ex-dirigenti). 

Riteniamo perciò quantomeno utile (ri)aprire un dibattito finalizzato a capire se e quanto sia utile proseguire su questo percorso.
Chi vede con favore un maggior coinvolgimento di questa categoria spingendosi ad auspicare non solo la fornitura di servizi (FASI, ASSIDAI, PREVINDAI) ma addirittura una vera e propria rappresentanza sindacale pensa in questo modo di risolvere uno dei principali problemi che affliggono le associazioni territoriali di Federmanager, ovvero la carenza di iscritti in servizio.

Riteniamo tuttavia che un recupero di adesioni non debba essere perseguito allargando il perimetro della base di rappresentatività, bensì migliorando i risultati sul fronte della contrattazione, e rispondendo alle reali attese dei colleghi.
Occorre valutare, inoltre, che i Quadri aziendali hanno un contratto di lavoro attualmente sottoscritto da altre sigle sindacali e che pertanto è evidente un potenziale conflitto con queste associazioni che hanno un peso rilevante sul mondo politico italiano.

La nostra opinione, pertanto, è quella di evitare pericolose confusioni di ruolo e riportarci nella nostra posizione di rappresentanza sindacale di tutte quelle categorie per cui trattiamo e firmiamo un CCNL, introducendo piuttosto, tra i temi di confronto con le organizzazioni imprenditoriali, quello dell’evoluzione (automatica?!) dei quadri con elevate responsabilità alla dirigenza.
Confindustria sa bene che, almeno nel caso dei quadri apicali con retribuzioni ben oltre il minimo dirigenziale, i suoi costi non cambierebbero di un euro e in cambio otterrebbe la licenziabilità “at will”, un unicum nel panorama dei contratti del middle management europeo forse non sufficientemente sottolineato. Infatti, in quasi tutti i contratti europei la figura del middle manager/director (spesso da noi associata a quella del quadro apicale) gode di maggiori tutele sindacali rispetto al dirigente italiano e bisogna arrivare alla ristrettissima cerchia dei top manager/executive per avere una simile flessibilità contrattuale.

La posizione del quadro con elevate responsabilità deve essere un punto di partenza e non di arrivo e chi si trova in questi ruoli deve viverli come un normale passaggio nel proprio percorso di carriera verso posizioni superiori: sta a noi, come rappresentanti della categoria dei manager, favorire e non precludere questa strada.

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