Una prospettiva per il Made in Italy

Dobbiamo continuare a investire sul talento e sulle capacità manageriali per creare prospettive di sviluppo di lungo termine.

Stefano Cuzzilla 

Presidente Federmanager
Possiamo andar fieri delle performance straordinarie che il Made in Italy realizza sui mercati globali. Un po’ meno del fatto che, salvo qualche eccezione, ci priviamo del piacere di veder valorizzata qui a casa nostra la ricchezza che nasce dalle piccole e medie imprese artigiane italiane, apprezzatissime all’estero.

Una di queste eccezioni è il Salone internazionale del Mobile che, con oltre 2.000 espositori, ha superato se stesso anche quest’anno, registrando il 26% delle presenze in più rispetto al 2017, provenienti da 188 Paesi. Con le sue manifestazioni a margine, tra tutte il FuoriSalone, Milano si è confermata capitale del design, polo di attrazione per i creativi di tutto il mondo, e motore di competitività per il Paese.

Parto dai risultati di questa 57esima edizione per sottolineare il valore del comparto dell’arredo. Secondo gli ultimi dati forniti da FederLegno, il giro d’affari ha raggiunto i 41 miliardi di euro nel 2016. Anche questo segmento della manifattura è trainato dall’export con percentuali che sfiorano il 40%.

Al pari di altri emblemi del Made in Italy, il settore deve la sua affermazione al mix di creatività artigiana e spinta all’innovazione. Ormai è fuori discussione che le aziende che innovano hanno più probabilità di aumentare il loro livello di internazionalizzazione.

Secondo alcuni però il settore del mobile è meno ricettivo di altri rispetto alla sfida digitale. Se togliamo l’interactive design e la domotica, il comparto del legno e dell’arredo guarda con interesse ad arte e design, non abbastanza all’innovazione di prodotto. Nell’era del 4.0 questa è invece una scelta obbligata per restare competitivi.

Lo ha dimostrato una ricerca recente del Politecnico di Milano che ha quotato in 185 milioni di euro il mercato delle soluzioni Iot per la cosiddetta “smart home”. Il potenziale di espansione di questa branch è notevole, soprattutto se consideriamo l’effetto traino che può generare su altre produzioni manifatturiere.

Anche in questo caso l’ago della bilancia lo farà il management. I brand del design italiano ormai si affidano a governance miste, italiane e straniere, che lavorano per capitalizzare il Made in Italy in un sistema globalizzato. Le competenze manageriali sono fondamentali per ottenere il duplice obiettivo: conquistare i mercati internazionali senza rinunciare alla paternità italiana della produzione.
Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager

Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager

Pertanto, dobbiamo continuare a investire sul talento e sulle capacità manageriali tentando di convincere il prossimo governo – se mai ci sarà – a continuare la programmazione di interventi pubblici a sostengo delle produzioni nostrane. Il piano straordinario per la promozione del Made in Italy approvato dal Mise all’interno dello Sblocca Italia è stato una valvola di propulsione per molte aziende italiane. L’estensione a tutto il 2018 dei bonus sui mobili, affiancato a quello sulle ristrutturazioni, rappresenta una buona notizia per supportare i consumi interni.

È fondamentale però che l’Europa sopperisca all’attuale incertezza del quadro politico italiano, portando avanti politiche che tutelino i marchi europei.

Non possiamo infatti ignorare le minacce al libero scambio che sono già una realtà nel caso della Brexit e una possibilità non tanto remota nel caso dell’America dei dazi di Trump. Per il Made in Italy i tre paesi partner più rilevanti sono ancora Francia, Stati Uniti e Svizzera, seguiti da un crescente presenza di Hong Kong, Cina, Turchia e Canada.

Per questo, la nostra manifattura, per quanto indipendente dai ragionamenti politici, merita il sostegno di politiche pubbliche adeguate. È importante che al Made in Italy siano date linee di investimento proiettate nel lungo termine su una direzione coerente.

“La prospettiva è guida e porta”, diceva Leonardo Da Vinci ai suoi allievi, “e senza questa nulla si fa bene”.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.

I più visti

Contratto Dirigenti Industria 2019-2024

Il Contratto Nazionale di Lavoro dei dirigenti industria costituisce l’impegno fra le rappresentanze dei dirigenti e quelle datoriali sulla regolamentazione e gestione del rapporto di lavoro. Il documento Confindustria-Federmanager di 63 pagine, aggiornato con l'accordo del 30 luglio 2019, è riassunto di seguito per facilitarne la consultazione.
01 ottobre 2019

Riforma fiscale: quanto gli italiani pagano più dei francesi?

La legge delega per la riforma fiscale, approvata dal Consiglio dei Ministri il 16 marzo 2023, apre un confronto sull'equità e sulla semplificazione tributaria. Un'occasione per un confronto con le politiche tributarie di altri Paesi europei che iniziamo - in questa prima puntata - con la Francia, per rilevare che una famiglia italiana con due figli e un reddito di 100mila euro paga 26mila euro di tasse in più rispetto all'analoga famiglia francese.
01 maggio 2023

Cariche sociali e lavoro dipendente

Il tema della sovrapposizione tra cariche sociali e rapporto di lavoro subordinato è sempre attuale e di estrema rilevanza, ed è stato oggetto negli anni di approfondimenti, tesi giurisprudenziali e dottrinali altalenanti. Di seguito un articolo in materia redatto dall’Avv. Riccardo Arnò, esperto in diritto del lavoro e previdenza, sulla base di una recente pubblicazione – apparsa su una rivista specialistica – a opera di Giulia Colombo, Dottoranda di ricerca in Diritto del lavoro, Università degli Studi di Udine.
01 ottobre 2022

Contratti a confronto

Proseguendo nell’esercizio iniziato con il confronto tra il CCNL Nazionale Dirigenti Industria ed il contratto Fiat, proponiamo ora il confronto del testo di riferimento con il CCNL Nazionale Dirigenti Commercio.
01 gennaio 2017

Prossimi al rinnovo

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Dirigenti Industria scade a fine anno, a conclusione di un periodo di inflazione e perdita del potere d'acquisto da recuperare
01 settembre 2023