Se Federmanager non ci fosse mai stata...
L'obiettivo strategico di Federmanager e perché iscriversi
Mario Merigliano
Presidente Federmanager Venezia
Tra i colleghi più giovani la scarsa percezione delle attività di Federmanager può
essere il motivo principale della loro mancata iscrizione all’Associazione, per gli altri i
motivi possono essere la quota di iscrizione,
la preoccupazione per le conseguenze sul
lavoro o anche l’inutilità del Sindacato considerato troppo remissivo o, all’opposto, troppo antagonista nei confronti dell’Impresa.
L’obiettivo strategico di ogni Sindacato è
quello di allargare il perimetro di rappresentanza tra i lavoratori attivi, guardando
anche oltre il lavoro dipendente, per ricomprendervi il lavoro autonomo, il mondo delle
partite IVA e della collaborazione, puntando se possibile a un’unificazione dei servizi
e delle tutele, a prescindere dalla tipologia
dei rapporti di lavoro o di ordini professionali di appartenenza.
Attualmente, gli effetti del post pandemia,
soprattutto sociali e psicologici, i nuovi
teatri di guerra, gli effetti dirompenti del
cambiamento climatico, l’allargamento del
divario sociale con l’arretramento del ceto
medio, nonché gli sviluppi del digitale con
l’avvento imperioso delle applicazioni di
Intelligenza Artificiale, incidono profondamente su società, cultura, economia, imprese e lavoratori.
Si va, quindi, configurando un particolare cambiamento nel ruolo del manager, in
coerenza con l’atmosfera sociale che avvolge sempre più le aziende, alla ricerca di una
nuova identità volta a rafforzare l’integrazione con la propria persona e riprogettando la
propria vita anche tramite la revisione della
dimensione lavorativa, del rapporto con l’azienda e con il mondo esterno.
Il ruolo sociale dell’Impresa è oggi vissuto
come un cardine fondamentale del rapporto tra azienda, personale e ambiente esterno quale parte integrante di una visione a
lungo termine.
Forse è proprio di questo che necessitano
le aziende per essere veramente attrattive
e distinguersi, in particolare ora che l’Intelligenza Artificiale, offrendo un accesso
diretto a piattaforme con ingenti masse di
informazioni, può innescare nel personale,
inclusi i dirigenti, il comportamento di un
agire collettivo senza un indirizzo strategico
per le decisioni che andranno a influire sul
modello di business dell’impresa.
In questo contesto, risultano emblematici e di grande rilievo le iniziative e gli
eventi realizzati di recente dalla Federazione, che dovrebbero risvegliare un senso
di appartenenza da parte dei colleghi non
iscritti, produrre un maggior coinvolgimento
della categoria e un allargamento partecipativo, come sarebbe logico attendersi.
Per ultimo, il Consiglio Nazionale Federmanager, nella riunione dell’1 dicembre
2023 ha anche approvato il Documento
programmatico del rinnovo del CCNL,
che è anche stato inviato a Confindustria.
Il contratto è uno strumento prezioso per il
ruolo del Dirigente e testimonia il valore della funzione dirigenziale per lo sviluppo delle
Imprese, senza trascurare i doveri verso la
società esterna, e che riconosce in concreto
l’importanza di una categoria, non da oggi
impegnata in modo determinante per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.
Mentre un tempo i motivi principali di iscrizione al Sindacato potevano essere di carattere universalista, quali il senso di appartenenza di categoria e l’affermazione di diritti e tutele, ora i motivi sarebbero riconoscibili prevalentemente nei tanti servizi e negli aiuti offerti da Federmanager, volti a risolvere problemi di contratto, di occupazione e di precarietà del lavoro.
Pensando ai colleghi non associati che finora non hanno ritenuto di sostenere l’azione di Federmanager, viene da interrogarsi
se abbiano mai pensato a cosa sarebbe
avvenuto se Federmanager, nel 1945,
non fosse mai nata.
Essere un buon dirigente significa dedicare molto tempo e molte energie alla propria
azienda, ma tale impegno non deve portare
il dirigente a trascurare i propri interessi non
solo familiari, ma anche relativi ad aspetti
pur contigui alla professione.
Quanti Dirigenti trascurano la loro formazione e il loro aggiornamento professionale ritrovandosi ad un certo punto obsoleti?
Quanti non sanno che fare quando il rapporto con l’impresa si deteriora? Quanti verificano la loro situazione contributiva solo
in vista della pensione?
Il sindacalismo dirigenziale è spesso una difficile attività legata alla buona volontà e allo
spirito di sacrificio di pochi che lavorano
tra l’agnosticismo e il disinteresse di molti.
Soltanto quando subentrano riforme traumatiche come per Previdenza o Fiscalità ci
si rende conto dell’importanza dell’associazionismo sindacale chiamando in causa,
talora criticamente, quale capro espiatorio
Federmanager o Cida. Nell’organizzazione di Federmanager si è
andata anche ampliando nel tempo una
particolare offerta di solidarietà, espressa
nell’evoluzione contrattuale e nelle funzioni
svolte dagli Enti collaterali.
Dovremo, ora più che mai, convincerci tutti
che soltanto attraverso un’ampia adesione e partecipazione alla vita associativa
di Federmanager potremo meglio contribuire a risolvere i nostri maggiori problemi categoriali, contare nelle aziende
anche come gruppo ed essere più significativamente presenti nella vita economica
e sociale del nostro Paese.
A fronte dell’indifferenza dei non iscritti si
pone l’obiettivo di far loro percepire come le
tangibili conquiste di Federmanager non
siano una forma gratuita elargibile anche a
coloro che se ne stanno alla finestra, in attesa di beneficiare dei risultati ottenuti grazie
a chi opera attivamente per loro nell’organizzazione sindacale che li rappresenta.
Il vecchio problema dell’astensionismo o meglio del parassitismo dei non iscritti rende necessaria una rimeditazione aggiornata della normativa nel tempo intervenuta e l’eventualità per un contratto che preveda l’applicazione di “quote di servizio” per i non iscritti a corrispettivo dell’impegno negoziale, dei risultati ottenuti e dei servizi resi agli associati.
16 febbraio 2024