Entrano in gioco le università telematiche

Vantaggi e criticità della formazione online

Gianni Soleni  

Federmanager Venezia
A conclusione dell'articolo "Università del Triveneto, ranking 2025/26", una notazione sulla quale pensiamo ci sia MOLTO da riflettere: quasi un sesto degli iscritti a corsi universitari (pari a quasi 300mila studenti, con un trend di crescita del 20-30 per cento l’anno e con rette che vanno tra i 3 e i 10mila euro), quest’anno ha aderito all’offerta di corsi telematici ed on-line ramificati su 11 atenei (mentre 61 sono quelli statali e 20 quelli privati).

Corsi adeguati ed ormai “maturi” o furbesche scorciatoie per raggiungere comunque un titolo di studio vendibile (il cosiddetto “pezzo di carta”), soprattutto in ambito pubblico?

Le università telematiche sono un “laureificio” fuori controllo, un “discount delle lauree” o un’opportunità per allargare concretamente la platea dei dottori italiani?

Gianni Soleni

Gianni Soleni Federmanager Venezia

Per alcuni sono la nuova frontiera, il futuro dell’istruzione accademica. Per altri sono una gigantesca fabbrica di lauree facili. Capire dove stia la verità non è facile. E certamente dipende dai casi.

L’ultimo, in ordine di tempo, a chiedere una stretta alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini è stato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini. Il leader degli industriali mette in discussione la qualità dell’insegnamento e la sproporzione tra numero di studenti e docenti. Senza sconti. “Farò una grande lotta affinché vengano limitate e regolate. Laddove c’è un rapporto di un docente ogni 385 studenti formati da un video, non si tiene in considerazione l’aspetto umano”. Nelle università tradizionali, il rapporto medio è di 1 a 35, al massimo 1 a 40.
A far da sponda a Confindustria ci ha pensato la Cgil, dando vita a un’alleanza inedita tra imprenditori e rappresentanti dei lavoratori contro gli atenei online.