Dobbiamo innovare perché i vecchi metodi non funzionano più
Intervista a Silvia Pugi tratta dalla versione inglese pubblicata sul sito CEC European Manager il 24 marzo 2025.
Si parlerà dei manager per il futuro dell'Europa nella conferenza che si terrà a Milano, Auditorium Testori in piazza Città di Lombardia, il 6 giugno mattina. Iscrizione disponibile nell'articolo

Un'interessante conversazione - il 18 marzo 2025, presso la sede CEC European Managers di Bruxelles - con Silvia Pugi, Vice Segretario Generale della Confederazione Europea dei Manager.
Molti i temi affrontati, dal ruolo dei manager alla necessità di innovazione e di un utile sondaggio per indagare il ruolo dell'innovation manager all'interno delle organizzazioni.
Come vuoi presentarti?
Sono italiana, ma sono anche orgogliosamente europea.
All'università ho vinto una borsa di studio Erasmus e ho avuto la possibilità di studiare a Parigi per sei mesi. È stata un'esperienza fantastica che mi ha davvero cambiato la vita.
Ho studiato insieme a persone provenienti da tutta Europa e ho deciso che avrei voluto una carriera internazionale. Negli anni successivi ho lavorato in Francia, Regno Unito, Germania, Grecia, Belgio e Svezia, e ora sono qui a Bruxelles!
Parlando della mia carriera, sono sempre stata profondamente coinvolta nell'innovazione, sia in termini di nuove tecnologie che di modelli di business. Ho iniziato nel marketing in aziende high-tech, poi sono passata al capitale di rischio e agli investimenti in startup digitali, sempre con un focus sulla sostenibilità.
Da molti anni sono associata a Manageritalia, la Federazione Italiana Manager del terziario, gestendo iniziative di sostenibilità e guidando un gruppo focalizzato sull'innovazione.
Chi è Silvia Pugi, personalmente?
La mia caratteristica principale è la curiosità; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Questo mi ha portato ad abbandonare la mia città dopo l'università, a cambiare più volte percorso di carriera e ad avvicinarmi all'innovazione e alle startup.
Sono anche una persona molto pratica, che trova grande soddisfazione nel costruire progetti. Forse è per questo che mi piace così tanto cucinare e fare dolci!
Ultimo ma non meno importante, sono una mamma che ha dovuto diventare molto organizzata per destreggiarsi tra lavoro e vita familiare.
Cosa ti ha spinto a impegnarti nella rappresentanza manageriale?
A un certo punto, il mio lavoro non era particolarmente entusiasmante e cercavo nuovi stimoli.
Ho iniziato a collaborare con un'università, poi ho esplorato cosa stava facendo la mia associazione Manageritalia. È stato allora che ho scoperto il gruppo delle Donne Manager ed è stato amore a prima vista!
Il gruppo era composto da donne straordinarie, alcune delle quali erano state le prime donne dirigenti nelle loro aziende. Organizzavano iniziative e progetti per supportare le carriere delle donne più giovani con un approccio di "restituzione". Ho iniziato con un progetto per studenti delle scuole superiori e, gradualmente, mi sono impegnata sempre di più nell'associazione.
Hai mai subito discriminazioni nella tua carriera?
Personalmente non posso dire di aver subito grandi discriminazioni nella mia carriera, ma spesso ho sentito la necessità di dimostrare, più dei miei colleghi uomini, il mio impegno per il lavoro.
In compenso ho spesso incontrato un atteggiamento paternalistico. Molti anni fa, avevo un capo che mi chiamava "bimba", anche nelle riunioni importanti, ed era una cosa veramente odiosa! Questo è uno dei motivi per cui all'epoca ho deciso di cambiare azienda.
CEC ha appena pubblicato un documento sui pregiudizi inconsci #BeyondBias, pensi che possa essere utile?

CEC ha appena lanciato una campagna per identificare e combattere i pregiudizi inconsci verso le donne (ma anche verso le minoranze): il documento contiene 20 raccomandazioni pratiche per i manager, utili a evitare gli errori più comuni nelle relazioni di lavoro. Ad esempio, uno dei consigli è chiedere alle persone dimissionarie perché lasciano l'azienda: gli ex dipendenti tendono a essere più sinceri e potrebbero svelare il vero problema affrontato.
Qual è il tuo ruolo in CIDA?
CIDA è una confederazione di dieci diverse federazioni italiane di dirigenti del pubblico e del privato dei diversi settori, tra cui Manageritalia, la mia associazione originaria.
CIDA rappresenta 150.000 dirigenti, sia nel settore privato che in quello pubblico. I suoi membri principali includono Federmanager (produzione industriale) e Manageritalia (servizi), ma include anche FP-CIDA (settore pubblico), CIMO-FESMED (dirigenti sanitari), Sindirettivo (Banca d'Italia), FENDA (agricoltura), Federazione 3° Settore CIDA (sanità), FIDIA (assicurazioni), SAUR (università), Sindirettivo Consob CIDA (Consob).
Qual è il tuo ruolo in CEC European Managers?
Sono Vice Segretario Generale e lavoro in un board di quattro persone. Dirigo il gruppo di lavoro sull'innovazione, supporto le attività di comunicazione e promuovo la collaborazione e l'allargamento per far entrare in CEC nuove organizzazioni.
Cosa potresti dirci del gruppo di lavoro su Innovazione e competitività dell'UE?
CEC European Managers ha definito quattro gruppi di lavoro per i prossimi anni: digitalizzazione e intelligenza artificiale, uguaglianza di genere e diversità, transizione climatica equilibrata e innovazione per un'Europa più competitiva, e sono responsabile di quest'ultimo gruppo.
Il nostro obiettivo è cercare la crescita economica e la competitività dell'UE promuovendo l'innovazione, salvaguardando al contempo i nostri sistemi di welfare e i valori sociali.
Vogliamo farlo progettando proposte politiche attuabili e costruendo ponti tra le parti interessate, promuovendo l'open innovation e la cooperazione fra centri di ricerca e startup, promuovendo una politica industriale europea, piani di aggiornamento delle competenze, riducendo la burocrazia tra i Paesi europei, supportando la creazione di nuove aziende e di modelli di lavoro.
Come possiamo delineare l'innovazione manageriale in Europa?
Una delle prime attività del gruppo di lavoro sull'innovazione è la ricerca che abbiamo appena lanciato insieme a Mind The Bridge per indagare il ruolo dell' innovation manager nelle organizzazioni. Per capire quanto questa figura serva a creare una cultura dell'innovazione, a preparare l'azienda agli sviluppi tecnologici, a lavorare con le startup. Questa ricerca fornirà una valutazione dei principali compiti e obiettivi dell'innovation manager, un punto di riferimento per coloro che lavorano in questo ruolo e un modello per quelli che desiderano crearlo.
Tutti possono partecipare dedicando 5 minuti per rispondere alle domande della ricerca cliccando Innovation Manager Survey o il link https://mindthebridge.typeform.com/to/yiLOgvMf?typeform-source=www.cec-managers.org
Perché è importante l'adesione di CIDA a CEC European Managers?

La maggior parte della legislazione italiana viene decisa a livello europeo, e CIDA ha bisogno di una forte presenza a Bruxelles per poter conoscere in anticipo le prossime normative e avere un canale diretto per promuovere le proposte dei manager italiani.
Quali sono le principali differenze tra i leader italiani e gli altri manager europei?
I manager, prima di tutto, formano una comunità globale, più uniforme nei diversi Paesi di quanto si possa pensare. Le economie, i valori e le dinamiche lavorative in Europa continuano a convergere.
In Italia, come in Svezia o in Francia, i manager sono professionisti qualificati che hanno un alto grado di autonomia, gestiscono persone e risorse, ricevono compensi basati sulle prestazioni e spesso fungono da ponte tra imprenditori e dipendenti.
Oggi, in tutta Europa, i manager sono preoccupati per la crisi dell'industria automobilistica, i costi energetici, la sostenibilità, il potenziale dell'intelligenza artificiale, le minacce geopolitiche, la concorrenza globale e i dazi.
Rispetto ai Paesi del Nord, l'Italia è più preoccupata per la mancanza di crescita economica, che spinge i giovani professionisti a trasferirsi all'estero per trovare maggiori opportunità di carriera e stipendi più alti.
Qual è il ruolo sociale dei manager?
Credo fermamente che i manager abbiano un ruolo sociale da svolgere. Hanno posizioni di leadership all'interno delle aziende e sono spesso considerati dei role model. CEC ha il ruolo di catalizzare le idee dei manager europei per aumentarne il peso politico.
I manager hanno idee e proposte e vogliamo che queste vengano ascoltate e incorporate nelle discussioni della Commissione europea e del Parlamento. Abbiamo l'opportunità di rendere il milione di manager europei più rilevante per le istituzioni europee.
Miriamo a contribuire alla definizione delle politiche su transizione verde ed energetica, innovazione tecnologica, intelligenza artificiale, welfare, giustizia sociale. Tuttavia, la nostra forza non risiede solo nelle nostre idee, ma anche nella nostra voce collettiva: siamo più forti insieme.
Ecco perché dobbiamo rafforzare i nostri legami con le associazioni nazionali, coinvolgendole di più e lavorando più a stretto contatto.
La Commissione europea sta spingendo per la semplificazione per migliorare la competitività. Ritieni che l'attuale paradigma di "meno regolamentazione" sia una buona opportunità per il dialogo sociale?

La semplificazione è necessaria, ma non deve avvenire portando alla deregolamentazione totale. L'Europa definirà nuove regole nei prossimi mesi. I manager hanno esperienza diretta dei pro e dei contro della legislazione attuale e possono fornire preziosi input per il suo miglioramento.
Nel suo rapporto sul mercato unico, Enrico Letta menziona le quattro libertà essenziali e prioritarie: movimento di persone, beni, servizi e capitali, sostenendo che la competitività e l'autonomia dell'Europa dipendono dal superamento di queste barriere per creare una vera unione in energia, comunicazioni e finanza.
Un mercato unificato andrebbe a vantaggio di tutte le economie europee, ma ogni Paese dovrà scendere a compromessi e rinunciare a una parte di autonomia per far parte di un sistema più competitivo.
Come manager e leader aziendali, vediamo la necessità di un'ulteriore integrazione e possiamo fornire una prospettiva a lungo termine per aiutare a gestire questi cambiamenti necessari.
Per quanto riguarda il rapporto Draghi sulla competitività, come possono leader e manager qualificati guidare l'innovazione e l'inclusività?

I manager "standard" si occupano della gestione ordinaria, i grandi manager guidano la nave attraverso la tempesta. E in questo momento siamo in una tempesta.
I leader devono essere creativi e adattabili per affrontare sfide come gli alti prezzi dell'energia, le catene di fornitura interrotte, i dazi e le tensioni commerciali globali.
I manager devono sviluppare una mentalità innovativa ed essere aperti a soluzioni non convenzionali, in altre parole, devono essere "innovation ready"
L'inclusività non è solo una scelta morale, è una necessità economica di ingaggiare tutte le risorse, al di là che siano per esempio uomini o donne, junior o senior, e di poter avere punti di vista originali.
Come convinceresti altre organizzazioni manageriali a unirsi a CEC European Managers?
I manager rappresentano un gruppo piccolo ma altamente influente all'interno della forza lavoro. Siamo in una posizione unica tra imprenditori e dipendenti e possiamo dare forma al dibattito politico.
CEC European Managers è l'unica associazione che rappresenta i manager nelle consultazioni ufficiali della Commissione UE: unirsi a noi permette di sedersi al tavolo.
Nel dibattito sull'Unione delle competenze, la Commissione europea sta suggerendo la creazione di prodotti finanziari in modo che banche e istituzioni finanziarie si impegnino in istruzione e riqualificazione. Come pensi che questo possa essere attraente per queste aziende?
Stiamo vivendo una tempesta perfetta: una popolazione che invecchia e rapide innovazioni tecnologiche. Le aziende di ogni settore devono migliorare le competenze della propria forza lavoro, a partire dalle posizioni di leadership. Tra gli obiettivi del Gruppo Innovazione di CEC c’è infatti anche la creazione di framework per l’upskilling dei manager.
Considerazioni conclusive?
Siamo in un periodo di trasformazione. I manager sono responsabili di guidare l'innovazione, guidare la sostenibilità e promuovere un'Europa equa e competitiva.
Attraverso CEC European Managers, possiamo amplificare le nostre voci e creare un vero cambiamento.
Thank you, Silvia!
Cliccare “We must innovate because old methods no longer work” per accedere
all'intervista pubblicata nella Newsletter CEC European Managers
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La mattina di venerdì 6 giugno Silvia Pugi modererà il convegno
Clicca il titolo per iscriverti e partecipare in presenza.

18 aprile 2025