La petizione Salviamo il Ceto Medio a un passo dal traguardo delle 50.000 firme
Ogni firma conta
Salviamo il Ceto Medio, la campagna promossa da CIDA e indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, più in generale, al Governo italiano ha raggiunto e superato in questi giorni le 46mila sottoscrizioni.
Mancano poco meno di 4mila firme per raggiungere un obiettivo simbolicamente importante, quello delle 50mila che sono il numero minimo richiesto per la presentazione di una legge di iniziativa popolare, a dimostrazione del forte impatto che le tematiche proposte da CIDA ricoprono presso l'opinione pubblica.
Mai come ora, ogni firma, diventa cruciale e rappresenta una voce in più affinché le nostre richieste possano fare la differenza nella prossima Legge di Bilancio.
La Finanziaria 2024 appena approvata, abbasserà ulteriormente il potere d’acquisto delle pensioni e peserà ancora di più sul ceto medio.
L’impegno di CIDA a difesa di chi ha rappresentato e rappresenta una delle parti più produttive del Paese non si ferma. La Confederazione sarà sempre al fianco di chi, al termine di una lunga carriera, continua ad essere oggetto di ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi ed è orfano di una reale attenzione politica.
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Le ripercussioni dell'ultima legge di bilancio in rapporto alla petizione
Il potere d’acquisto delle pensioni
La nuova legislazione ha mantenuto il sistema di perequazione basato sugli scaglioni di reddito pensionistico, provocando così una perdita della progressività e incidendo negativamente sulla rivalutazione degli assegni pensionistici.
Se le richieste di CIDA venissero accolte, potremmo mantenere il vecchio sistema di indicizzazione progressiva, preservando così il potere d'acquisto delle pensioni. Per comprendere gli effetti del taglio perequativo è esemplificativa successiva tabella:
I tetti sulle prestazioni pensionistiche anticipate
La possibilità di utilizzare l'uscita anticipata con quota 103 nel 2024 è stata confermata (almeno 62 anni di età e 41 di versamenti), ma con alcune limitazioni rigide. L'assegno pensionistico sarà determinato solo con il sistema contributivo, causando una perdita significativa per coloro che ne beneficiano. Inoltre, chi usufruirà di “quota 103” non potrà ricevere un assegno superiore a quattro volte l’assegno pensionistico minimo, ossia circa 2.255 euro lordi mensili, per tutto il periodo in cui avrebbe dovuto lavorare se fosse andato in pensione con i requisiti della legge Fornero.
Se le richieste di CIDA venissero ascoltate sarebbe possibile garantire una valutazione più equa dell'assegno pensionistico, promuovendo una maggiore flessibilità.
Il meccanismo di riduzione progressiva delle detrazioni fiscali
I lavoratori con un reddito annuale superiore a 40.000 euro non beneficeranno del taglio del cuneo fiscale e avranno solo 260 euro di sconto sull'IRPEF.
Se le richieste di CIDA fossero state prese in considerazione, avremmo potuto ottenere una revisione più equa del meccanismo di detrazioni fiscali, contribuendo a sostenere il ceto medio.
CIDA al fianco del ceto medio: un impegno che continua
CIDA lavorerà senza sosta per far valere le sue richieste nella futura Legge di Bilancio. Ogni firma conta e ogni voce sarà portata avanti con determinazione e impegno. Unendo le forze di tutti abbiamo ancora la possibilità di fare la differenza e continuare a tutelare chi, per una vita, ha permesso al nostro Paese di crescere.
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CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO-FESMED (medici del SSN), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia e Ivass), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA (sanità religiosa), FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob CIDA (dirigenza Consob)