Governo: riforma pensioni
Rimandata a settembre
Antonio Pesante
Federmanager Friuli Venezia Giulia e componente del Comitato Nazionale Pensionati
Sulla riforma delle pensioni abbiamo assistito a molti stop an go in questi ultimi
nove mesi. Siamo passati da un silenzio
per tutto il 2021, a una flebile apertura di
tavoli di confronto con le parti sociali, forse
nella possibilità di farla inserire nella legge
di bilancio, ma poi le nuove emergenze
economiche, legate all’aumento spropositato delle materie prime e quelle legate
alla guerra in Ucraina, hanno cambiato le
priorità nell’agenda del Governo che ha deciso di rinviare la riforma a fine anno 2022
inserendola nella NADEF (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) prevista per settembre.
L’impegno di proseguire seriamente ad un
negoziato sulle riforme previdenziali, da
concludere ed approvare entro fine anno, è
concreto dato che i tavoli di confronto sono
ripartiti con le parti sociali.
Ricordiamo anche che il riordino del sistema
previdenziale è atteso anche dall’Europa,
perché legato a tutte le riforme strutturali che
il nostro paese deve attuare, essendo anche
legate all’avanzamento del PPRR concordato e ai fondi del Next Generation EU.
Questa riforma ci auguriamo affronti tutti i
problemi, non ancora risolti in modo da risolvere una volta per sempre le problematiche pendenti.
Primo argomento è la decisione sui requisiti previdenziali per andare in pensione
dal primo gennaio 2023, questo per evitare
l’attuazione della legge Fornero che prevede la pensione di vecchiaia a 67 anni con
42 anni e dieci mesi di contribuzione.
Oltre alle misure di flessibilità in uscita, che
si riuscirà a ottenere con l’assenso anche
della percorribilità contabile della proposta, bisognerà tener conto delle nuove
emergenze di crisi sopravvenute in questi
ultimi mesi.
Bisognerà dare risposte a temi emergenti quali la perdita di potere d’acquisto delle pensioni, dovute all’inflazione che stà ora stabilizzandosi su un 6,3%, rivedendo il sistema di rivalutazioni delle pensioni (la cosiddetta perequazione) onde eliminare tagli percentuali alla rivalutazione.
Queste mancate rivalutazioni portano a perdite di valore non più recuperabili (esempio una pensione di 2500 euro lordi in dieci anni ha perso circa 1000 euro annui, non recuperabili; su questi non si avranno neppure aggiornamenti negli anni a seguire).
Si dovrebbe inoltre rivedere il paniere FOI, (Famiglie di operai e impiegati), su cui si basa la dichiarazione annuale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per decretare il dato di variazione percentuale per il calcolo della perequazione, in modo da renderlo rispecchiante alle necessità di spesa dei pensionati.
Un altro punto da rivedere è il sistema tassazione/detrazione sulle pensioni per renderlo più leggero, in adeguamento a quanto avviene in Europa, evitando così le fughe di pensionati all’estero ove trovano tassazioni ridotte o addirittura nulle.
In questa riforma si dovrebbe trovare la soluzione per separare la spesa tra la parte Pensionistica da quella per la parte Assistenza.
Da prendere in esame è anche urgente il rilancio della pensione integrativa detassandola in modo consistente, dandogli così una forte spinta verso una sostenibilità importante, in valido aiuto a chi in questi ultimi anni ha avuto una carriera lavorativa frastagliata da interruzioni, con conseguenti mancati versamenti pensionistici. Bisogna tener conto anche che per certe categorie di lavoratori è indispensabile dare la possibilità di accedere alla pensione in modo flessibile (lavori usuranti, gravosi e il lavoro femminile).
Questa ci sembra sia l’occasione unica da cogliere da parte del Governo per apportare le necessarie modifiche all’impianto generale delle pensioni garantendo così per gli anni a venire certezza e stabilità delle norme.
Questo darà ai lavoratori e conseguentemente alle industrie una programmazione del loro futuro.
Seguiremo e appoggeremo ogni proposta, anche con l’appoggio di esperti esterni, tra i quali il Prof. Alberto Brambilla, che ci porti ad una risoluzione equa e strutturale.
01 giugno 2022