Inoblidable Barcelona
La decisione del viaggio è derivata da una congiunzione astrale favorevole: settimana libera da impegni, offerta conveniente della compagnia aerea ed un inizio dicembre che il meteo preannunciava favorevole
di Renato Ganeo
Associato Federmanager Vicenza
La decisione del viaggio è
derivata da una congiunzione astrale favorevole: settimana libera da impegni, offerta
conveniente della compagnia aerea ed un
inizio dicembre che il meteo preannunciava
favorevole.
Qualche amico raccomandò: – attento agli scippi sulle Ramblas! – Ho sorriso ricordando le mie disavventure a Rio de Janeiro, Shanghai, Phnom Penh, Managua, Johannesburg, Bogotà, tutte ottime scuole per apprendere su come muoversi in certi posti.
Basterebbe il buon senso per evitare di notte i vicoli bui, ostentare orologi e gioielli, esibire banconote, orologi e gioielli dare retta a sconosciuti attaccabottoni.
Volo puntuale ed eccoci all’aeroporto “El Prat” di Barcellona, molto più grande di quanto ricordavo e che è previsto venire raddoppiato entro il 2030. Ottimo il servizio taxi, con personale che gestisce il flusso di passeggeri, niente furbetti che saltano la coda e auto in quantità.
Per la scelta dell’albergo avevo usato i miei soliti parametri: in centro (una laterale della famigerata Rambla, confortevole senza orpelli, camera e bagno di buona dimensione, ricca prima colazione.
Tutto corrispondeva alle informazioni ricevute.
Due parole sulla Rambla, o anche Ramblas al plurale, che in italiano potremmo
tradurre con viale, ma anche passeggiata.
Un viale alberato di poco più di un chilometro che va da Plaza de Catalunya al mare,
con nome proprio ogni qualche centinaio
di metri: Canaletes, Estudis, Flores, Caputxins, Santa Monica e Mar.
Al centro un
ampio lastricato pedonale e ai lati le strade
a senso unico per le auto.
Vivace, colorata,
una sfilata di negozi, bancarelle, chioschi,
ristoranti, venditori di tutto, suonatori, caricaturisti, giocolieri, pittori, cartomanti, un
viavai continuo, di giorno e di notte.
È comprensibile che in mezzo ci sia anche qualche manolesta, forse proprio la zingara che
si è avvicinata un po’ troppo per leggerci
la mano. Meglio dare due euro e via.
Ma
oltre a tutta questa varia umanità c’è ben
altro da vedere e ammirare, come il Centro
di Cultura Contemporanea, il Teatro Poliorama, il Teatro del Liceu, la Chiesa di Nuestra
Senora de la Mercede, il Tablao Flamenc
Cordovés e giù verso il mare, dove c’è il monumento a Cristoforo Colombo, una
colonna di oltre cinquanta metri con sopra la statua di sette metri.
Imponente! Un ascensore interno porta alla statua da dove ammirare l’intera città.
La Rambla costituisce l’asse principale dal quale si dipartono
decine e decine di strade, stradine e vicoli
su entrambi i lati e così ci siamo infilati nel
breve Carrer de Colom e dopo pochi passi
ecco Plaza Reial (Real in castigliano), stupendo salotto circondato da portici, al centro la fontana e palme tutt’intorno.
Ricorda
abbastanza Place des Vosges a Parigi, ma
un poco meno intima.
La piazza è la porta d’ingresso al Barri Gòtic (Quartiere Gotico) che gli estimatori considerano “il cuore della città” con palazzi e monumenti risalenti al XIV e XV secolo quando la Catalogna e dunque Barcellona aveva un ruolo prevalente sulla Spagna, poi ceduto, già a partire dal XVI secolo, alla Castiglia con Madrid.
L’orgoglio catalano è caratterizzato da forte spirito indipendentista che anche in anni recenti si è espresso con un referendum e manifestazioni popolari di grande forza, poi rientrate, forse provvisoriamente, con una serie di compromessi.
Il catalano è la lingua ufficiale della Catalogna e precede lo spagnolo (castigliano) in ogni scritta, documento, indicazione, ecc. dal menù al ristorante al biglietto dell’autobus. La perla preziosa del Barri Gòtic è la Catedral, costruzione maestosa con annesso chiostro.
Nella piazza antistante c’era un vivace mercatino di Natale (dicembre era iniziato da poco) ed è stato bello cedere a qualche piccola tentazione di acquisto.
Per il pranzo abbiamo approfittato del dirimpettaio Hotel Colon, mio riferimento nei primi viaggi professionali a metà degli anni ‘70; dopo oltre quarant’anni mi è sembrato tutto uguale.
L’intero quartiere è comunque bellissimo ed è difficile elencare tutto ciò che si può ammirare. Breve sosta al Palazzo della Generalitat de Catalunya, sede del Governo.
Gianna ed io amiamo visitare le città il più possibile a piedi e dunque raggiungevamo le zone di nostro interesse con un mezzo pubblico (autobus, taxi o metropolitana) per poi proseguire camminando e soprattutto guardando.
Passeggiate lunghe ma impagabili sono state quelle sulla Gran Via, il Passeig de Gracia e la Avinguda Diagonal, questa solo nella parte centrale, perché la lunghezza totale è di undici chilometri. Di tanto in tanto una sosta per una Sangria o una cioccolata con Churros, dolcetti tipici.
Visita d’obbligo a La Sagrada Familia la
chiesa incompiuta dell’architetto Antoni
Gaudì, progettista anche della Casa Batllò, sul Passeig de Gracia.
Non siamo entrati,
non avevamo prenotato i biglietti e la coda era lunga. Direi che l’affollamento del
luogo suggerisce molta attenzione ai borseggiatori.
Un paio d’ore particolarmente
soleggiate, con temperatura quasi a 20° ci
hanno indirizzato sul lungomare di Barceloneta dove abbiamo gustato con piacere
una coppa di gelato seduti sulla terrazza di
un bar.
Abbiamo deciso di rinunciare allo
Zoo preferendogli il Camp Nou, sede del
Football Club Barcellona. Non abbiamo
visitato il campo ma abbiamo girato per il
negozio, una vasta superficie ricolma di
articoli ed abbigliamento sportivo.
Poi un
passaggio su Plaza de Espanya, un poco
defilata rispetto al centro, ma nella quale
spicca ancora la storica Plaza de Toros,
da tempo fortunatamente fuori attività essendosi svolta l’ultima corrida nel 1977.
È
divenuta un centro commerciale conservando comunque la monumentale struttura
esterna. Ricordo che le corride sono state
proibite in tutta la Spagna nel 2012.
Il rientro dai nostri tour quotidiani era su Plaza de Catalunya, con ancora shopping al Corte Inglés o Desigual (amato da mia moglie) ma era di strada anche la Boqueria, lo storico mercato coperto con oltre trecento banchi di prodotti, in prevalenza alimentari con assortimenti incredibili.
Quale dono di Natale per qualche amico abbiamo acquistato dei tranci di Jamòn Serrano e abbiamo poi avuto conferma che di meglio non avremmo potuto scegliere.
Un’annotazione sul tema della sicurezza accennato in apertura: la Catalogna dispone di una delle migliori Polizie del mondo, i “Mossos d’Esquadra” (I Ragazzi della Squadra), fondata nel 1721, è la Polizia più antica d’Europa. Totalmente indipendente dal Governo centrale, ha un organico di circa 20.000 uomini e strumenti investigativi modernissimi. Li abbiamo visti sempre e dappertutto, di giorno e di notte, a piedi in auto o in moto. Prestanti, ordinati e gentili ci hanno sempre fatto sentire tranquilli. Un valore aggiunto per il turista. Volo puntualissimo anche al ritorno. A Venezia poi la solita lunga attesa per i bagagli.
19 maggio 2023