Commissione Sindacale e Lavoro
Puntare sulla valorizzazione del fattore umano, specie nella sua parte apicale, la più essenziale e delicata.
A febbraio 2016, il Consiglio Direttivo ha eletto il nuovo Presidente alla guida della Commissione Sindacale e Lavoro per il triennio 2015-2017.Manuela Biti
Presidente Commissione e Lavoro ALDAILa Commissione Sindacale e Lavoro costituisce un importante strumento di comunicazione tra il consiglio direttivo di ALDAI ed i colleghi dirigenti in servizio, sia quando organizzati in RSA, sia quando attivi in realtà minori dove quello strumento manca. E, oggi, nelle difficili condizioni che caratterizzano l’economia, a questo si aggiunge anche l’esigenza di tenere rapporti con i colleghi fuoriusciti dal lavoro ed in cerca di ricollocazione.
Si tratta dunque di una funzione consultiva fondamentale: per di più Milano, che si configura come il principale centro produttivo nazionale, gode di una posizione unica per raccogliere e fare proprie le istanze che vengono dalla categoria. Essenziale dunque diventa la capacità di ascolto e di elaborazione, così da raccogliere quei messaggi forti che andranno poi a costituire il nocciolo fondante del rinnovo contrattuale.
Gli ultimi anni sono stati molto difficili: il rinnovo del Contratto Nazionale dei Dirigenti non ha consentito di far mantenere alla categoria tutte le peculiarità di trattamento che storicamente erano sempre state associate al ruolo dirigenziale. Oggi questo ruolo viene ancor di più messo in discussione non soltanto dalla difficile situazione economica e produttiva, quanto da un modo “singolare” di intendere le relazioni industriali.
Aziende che incontrano difficoltà di mercato crescenti, che si confrontano con una internazionalizzazione sempre più spinta, che dovrebbero rispondere con determinazione e creatività alle nuove esigenze del mercato, a cui la loro stessa sopravvivenza è affidata, sembrano spesso più orientate a comprimere, quando non addirittura a cancellare il loro team manageriale, quasi che esso stesso non fosse, in molte circostanze, uno dei principali tra i loro asset produttivi.
A questo ci riferivamo, negli anni scorsi, quando sostenevamo che andava salvaguardato e valorizzato il ruolo del dirigente: i settantamila colleghi che tengono le redini dell’industria privata italiana, da un punto di vista quantitativo non costituiscono certo, con una massa salariale globale attorno ai dieci miliardi di euro, un fattore di sbilanciamento della competitività.
Al contrario, svilirne ancora il ruolo e la funzione potrebbe accelerare quel declino della produzione nazionale che molti denunciano, ma che pochi si sforzano di contrastare. Se è vero che un Paese rimane competitivo quando sa utilizzare al meglio i suoi principali fattori produttivi, non possiamo pensare che l’industria italiana torni ad imporsi nel mondo per basso costo dell’energia, per efficienza del sistema nelle infrastrutture o nella pubblica amministrazione. Sono tutti fattori in cui a livello nazionale siamo messi molto male, anzi, proprio malissimo.
Avrebbe dunque senso puntare sulla valorizzazione del fattore umano, specie nella sua parte apicale, la più essenziale e delicata. Possiamo dire che solo in poche realtà si è scelta nel periodo recente questa strategia. Il rinnovo contrattuale del dicembre 2014 è la lancinante testimonianza di questo stato di cose.
E noi di qui ripartiamo: con paziente determinazione, con prudenza e con convinzione inizieremo da subito a prepararci per difendere la categoria nelle diverse istanze, per rivendicarne il ruolo, per favorirne l’evoluzione. Per questo abbiamo bisogno del contributo di tutti: e da questo punto di vista la Commissione Sindacale e Lavoro di ALDAI continuerà ad essere aperta alla presenza ed al contributo anche solo di chi vorrà venire a dire la sua; i suoi lavori saranno aperti.
Ci rendiamo conto che in molte altre situazioni italiane la condizione dirigenziale è diventata ormai talmente critica da rendere più difficile di prima il coagularsi di gruppi di lavoro capaci di “fare strategia” sul nostro futuro manageriale. Noi, a Milano, forse siamo ancora in grado di farlo, e vogliamo provarci.
Vorremmo arrivare a dare alla Federazione nazionale messaggi forti, di cui crediamo che essa abbia bisogno nel suo confronto con i partner confindustriali. Anche l’organizzazione imprenditoriale, che non consideriamo “controparte” ma interlocutore con cui condividere un disegno industriale strategico, è alla vigilia di importanti evoluzioni organizzative e questo potrebbe aprire interessanti spazi di interlocuzione e cooperazione.
Questo è il nostro spirito: al futuro di questo Paese non serve una dirigenza di “yesmen” proni a qualunque disposizione, una categoria di portaordini per non dire di portaborse. Non si costruisce futuro, in questo modo, al massimo ci si può accomodare in un declino, magari temporaneamente comodo, ma ineluttabile. Non è questo quello che vogliamo dal nostro futuro.
Un ruolo importante che dovrà avere la Commissione Sindacale, sarà quello di guardare il rinnovo del contratto cercando di analizzare e far coesistere le diverse necessità dei dirigenti occupati (sia delle PMI sia delle grandi industrie), dirigenti disoccupati e dirigenti in pensione.
Per fare ciò, la Commissione Sindacale si avvarrà, al momento, di due Gruppi di Lavoro:
- Gruppo di Lavoro Coordinamento delle RSA: attraverso il quale cercherà di sviluppare alcuni argomenti particolarmente sensibili come individuare punti di forza nel CCNL dei dirigenti e contrastare i punti di debolezza ipotizzando il futuro scenario che si presenterà alla sua scadenza. Non ultimo dovrà affrontare la parte legislativa di come il Jobs Act interagisce con il contratto stesso per permettere ai colleghi della RSA di essere pronti ad eventuali necessità di dover affrontare trattative aziendali.
- Gruppo di Lavoro Mind the Gap: con l’obiettivo di organizzare l’incontro di matching tra dirigenti e PMI ed incontro con le start-up nelle modalità più idonee a favorire l’attivazione di opportunità, elaborazione di proposte per attivare progetti con le aziende sul tema dell’internazionalizzazione.
01 aprile 2016