Ripartire insieme: è possibile un nuovo Rinascimento Italiano?
Nonostante l’autunno della politica e della stagnazione economica sia in pieno corso, sono numerosi anche i segnali di cambiamento e di relativo ottimismo che emergono in eventi pubblici, convegni, interventi di manager e guru acclamati.
Bruno Villani
Presidente ALDAI-Federmanager
L’economista americano Jeremy Rifkin, che ha da poco pubblicato in Italia un libro sul «Green New Deal», sostiene che siamo prossimi (2028) alla fine dell’economia basata sui combustibili fossili e che sta per inaugurarsi una nuova era completamente «green», con la conversione della forza lavoro dalle mansioni attuali a quelle delle industrie della Green Economy e la creazione di milioni di posti di lavoro nel mondo, necessari al passaggio al nuovo modello economico-industriale. In Italia, anche il recente World Manufacturing Forum, che si è svolto a fine settembre a Cernobbio, ha posto al centro dello sviluppo produttivo le competenze delle persone, con possibili ricadute economiche positive che Accenture stima in 157 miliardi di euro in Italia, pari allo 0,6% del Pil.
Così come è avvenuto a ogni rivoluzione industriale, la nuova automazione, portata da Industria 4.0, distruggerà inizialmente posti di lavoro manuali e impiegatizi, generando però la richiesta di nuove figure professionali con più elevati livelli di competenza, creatività e managerialità, offrendo, quindi, migliori opportunità di lavoro a chi saprà rispondere alle nuove aspettative delle imprese. Il punto è però questo: quanti saranno in grado di dimostrare le competenze idonee a questa rivoluzione economica e sociale? Gli imprenditori intervistati per il rapporto “Capitale Manageriale e Strumenti per lo Sviluppo” condotto dall’Osservatorio Mercato del Lavoro e Competenze Manageriali di 4.Manager hanno dichiarato che nell’87% dei casi incontrano difficoltà nel reperire le figure manageriali con le competenze richieste. L’Industria 4.0 ha necessità continua di inserire profili specializzati e offre infinite opportunità di carriera in quelle che sono considerate le discipline del futuro: big data analytics, machine learning, deep learning che, se da un lato costituiscono le principali tendenze, dall’altro sono tra i settori più a rischio per il divario tra domanda e offerta di esperti.
Servono allora “cervelli prodigio”? Il World Business Forum di ottobre ha valorizzato i Super Minds, le menti eccellenti in grado di valorizzare le persone e trarre beneficio dalle tecnologie per far crescere il business. I protagonisti dell’evento di apprendimento, ispirazione e networking hanno anche quest’anno indicato i trend per conseguire risultati eccellenti, grazie alle nuove tecnologie e soprattutto al team di persone sempre più protagoniste dei risultati. E qui, a differenza di quanto ci aspetteremmo, l’Italia sta giocando molto bene la sua partita. Andrea Pontremoli, CEO e direttore generale di Dallara, in occasione dell’evento “Rinascimento dell’industria” di Dassault Systèmes, ha dichiarato: “Noi Italiani abbiamo delle potenzialità incredibili, basta considerare due elementi sempre più determinanti: la velocità con cui succedono le cose e l’incertezza. La combinazione di velocità ed incertezza si chiama caos. È vero che in Italia non primeggiamo per produttività, per organizzazione, ma come management del caos non ci batte nessuno”. E Olivier Ribet, vicepresidente esecutivo di Dassault Systèmes, ha parlato – guardando proprio al nostro Paese – di un nuovo Rinascimento, guidato dalle tecnologie digitali.
Anche la sostenibilità è un ingrediente fondamentale per il rilancio del Paese. Da una recente indagine ISTAT sul rapporto delle Nazioni Unite relativo al piano 2020-2030 sulla sostenibilità risulta che l’Italia ha bisogno di essere più competitiva e sostenibile e che si rende necessario intervenire urgentemente per questo obiettivo. Basti pensare che la Germania investirà 100 miliardi per lo sviluppo sostenibile nei prossimi 10 anni. Dunque è importantissimo profondere con determinazione il massimo sforzo e lavorare sulla sostenibilità già da oggi.
C’è molto da fare ma, tutti insieme, ce la possiamo fare!
È questo il mio auspicio e l’augurio che faccio a tutti, cari associati. Con la serena consapevolezza della difficoltà delle sfide che ci aspettano e dell’impegno richiesto, già da gennaio 2020, ma anche delle enormi possibilità che il nostro Paese e, in particolare, i nostri Manager possono “mettere in campo” per ripartire, come Paese, come sistema industriale, come famiglie e, infine ma non ultimo, come singole persone.
Buon Natale a Tutti Voi e alle vostre famiglie.
01 dicembre 2019