“Super Minds”

In un contesto che valorizza sempre più il ruolo dei talenti per il successo delle imprese, il World Business Forum dello scorso 29 e 30 ottobre a Milano ha confermato i segnali di rinascimento dell’uomo, al centro dei cambiamenti epocali del nostro tempo.

Mark Webber al World Business Forum 2019 - Courtesy of WOBI

Franco Del Vecchio

Consigliere ALDAI Federmanager e coordinatore del comitato di redazione Dirigenti Industria - franco.del.vecchio@tin.it
Le tecnologie sono solo uno strumento, come lo sono stati in passato la ruota, la stampa, il motore; al centro ci sono sempre uomini e donne lungimiranti capaci di intuire nuove prospettive e mobilitare la partecipazione attiva per realizzare sogni ambiziosi.

Super Minds” non sono più solo pochi leader a capo delle imprese, ma i talenti di tutte le persone che trovano sempre più spazio creativo in un modo che ha superato la catena di produzione per liberare intelligenza collettiva.

In un contesto caratterizzato dalla competitività globale e da nuove sfide di business, il capitale umano e la tecnologia, lavorando insieme, diventano fattori fondamentali per la crescita delle organizzazioni. 
Courtesy of WOBI

Il 29 e 30 ottobre si è tenuto al MiCo di Milano il World Business Forum organizzato da WOBI, alla sedicesima edizione e diventato un appuntamento per manager e professionisti italiani ed europei. Un evento di discussione, formazione e networking a livello internazionale focalizzato sul tema “Super Minds”, cioè fare leva sul potere collettivo del talento per avere aziende in crescita, tecnologicamente all’avanguardia e con dipendenti e manager sempre più “empowered”. Un evento che ha mobilitato un incredibile numero di persone.
Courtesy of WOBI

Courtesy of WOBI

Nelle due giornate, si sono avvicendate una serie di personalità di riferimento mondiale, le menti più brillanti del business, dell’economia, dell’innovazione e della creatività a livello internazionale, per parlare di strategie di business basate su un mondo caratterizzato da tecnologie digitali che aprono nuovi spazi alla crescita personale, nuove filosofie e bisogni.  Un parterre di speaker del calibro di Jimmy Wales, co-fondatore di Wikipedia, Simon Sinek, saggista autore di libri rivoluzionari sulla leadership, Hal Gregersen, Direttore esecutivo del MIT Leadership Center, Mark Webber, ex pilota di Formula 1 di Red Bull, Williams, Jaguar, Minardi e Campione Mondiale Endurance con Porsche nel 2015, Gary Hamel, uno dei pensatori di business più influenti e iconoclasti a livello mondiale, Susan David, psicologa della Harvard Medical School nota per il suo best-seller Emotional Agility, Whitney Johnson, esperta di innovazione aziendale attraverso la discontinuità personale, e Stew Friedman, Fondatore del Wharton Leadership Program. 

Al centro del dibattito il tema dell’innovazione aziendale a 360 gradi, che richiede una nuova organizzazione, un nuovo modello distribuito, basato sul talento non più individuale, ma collettivo, all’interno e all’esterno dell’azienda, attraverso l’empowerment di manager, dipendenti e stakeholder. 

Un modello che permette di cogliere nuove opportunità e che fa leva sulla tecnologia come elemento moltiplicatore delle potenzialità delle persone, permettendo lo sviluppo di team altamente competitivi e la promozione di una cultura organizzativa che favorisca il successo nel lungo periodo, garantendo all’organizzazione aziendale una crescita continua.  

È stato un momento di riflessione e di crescita personale, una pausa nella corsa frenetica di tutti i giorni, utile a caricare nuove energie e stimoli creativi, per aggiustare la direzione, perché ogni tanto bisogna fermarsi per “affilare la lama”.
Francesco Manzullo - Courtesy of WOBI

Francesco Manzullo - Courtesy of WOBI

"Super Minds": il valore collettivo delle menti

In apertura dell’evento il direttore marketing Europa di Wobi, Francesco Manzullo ha ricordato che “il talento non può essere considerato come una caratteristica distintiva individuale, ma un vero e proprio paradigma di organizzazione aziendale che coinvolge i vertici, i manager, i dipendenti e anche gli stakeholder esterni all’azienda”.

Il concetto di leadership evolve e si arricchisce di nuovi contenuti
passando dalla capacità singola di un leader, alla contaminazione collettiva, nella quale ognuno, a suo modo, contribuisce attivamente realizzandosi, valorizzando il proprio talento. Un ambiente aziendale "fertile" che coinvolge al più alto livello possibile colleghi e collaboratori per conseguire risultati eclatanti per la soddisfazione collettiva.

In un mondo in veloce e costante trasformazione, occorre un nuovo paradigma di pensiero, basato sul potere collettivo del talento, per stare un passo avanti rispetto alla competizione, utilizzando nuove tecnologie e raggiungendo nuove vette di performance.
Hal Gregersen - Courtesy of WOBI

Hal Gregersen - Courtesy of WOBI

Le domande giuste per trovare le risposte

Per creare un contesto aziendale “fertile” Hal Gregersen, direttore esecutivo del Leadership Centre del MIT e co-autore del libro "The Innovator's DNA", ha proposto nel suo intervento l'importanza delle domande che sviluppino capacità di analisi delle persone, affinché ognuno in azienda possa porsi le domande giuste, perché "nelle domande ci sono spesso le risposte che stiamo cercando". Le domande e il brainstorming aiutano a risolvere i problemi complessi con soluzioni davvero innovative.
Simon Sinek - Courtesy of WOBI

Simon Sinek - Courtesy of WOBI

Guardare lontano

Anche Simon Sinek, autore del libro "Start with why" ed altri best seller internazionali, speaker e motivatore di fama mondiale, ha ripreso le sue celebri teorie sull'importanza del “perché” e ha presentato il suo ultimo libro: "Il gioco infinito", nel quale propone di sostituire la visione di breve termine, in favore di un'ottica di lungo termine in cui coraggio e integrità siano le parole chiave per fare scelte coerenti che assicurino la crescita nei contesti sempre più complessi. "Fare la giusta scelta come leader è veramente difficile. È facile affermare di avere a cuore il benessere dei propri dipendenti, ma se poi con il tempo le azioni contraddicono le parole si perde in un attimo tutto ciò che si è costruito. Ci vuole coerenza e coraggio". "L'obiettivo della vita non è il conto in banca o la carriera. Non sarà questo che sarà scritto sulla nostra tomba e che ricorderanno di noi. Vogliamo essere ricordati per quel che abbiamo lasciato agli altri. È una nostra scelta vivere con la bussola nella direzione del futuro che vogliamo, senza farci troppo condizionare dal breve termine, che significa guardare in prospettiva e vedere le persone intorno a noi che crescono e diventano migliori, anche grazie a noi". Secondo Sinek serve più amore, più rispetto, più unione fra le persone e nelle organizzazioni.
Whitney Johnson - Courtesy of WOBI

Whitney Johnson - Courtesy of WOBI

Cercare nuove sfide

Whitney Johnson, autrice dei libri "Disrupt Yourself" e "Build an A team", fra le più affermate “business thinker” a livello mondiale, ha descritto il processo di allontanamento dalla comfort zone come un percorso necessario per avere successo, sia a livello personale che come aziende e ha commentato: "Quando 'destabilizzi' te stesso, allora devi davvero iniziare a giocare sui tuoi punti di forza. Devi prima identificarli e poi valorizzarli, solo così sarai in condizione di avere successo. Solo così, abbandonando la tua zona di sicurezza, raggiungi il massimo". Uscire dalla “routine” e mettersi veramente alla prova è un elemento fondamentale per la crescita personale. I leader non si siedono sugli allori vivendo nella comodità e stabilità della propria “comfort zone”, ma cercano nuove sfide per puntare sempre più in alto.
Stew Friedman - Courtesy of WOBI

Stew Friedman - Courtesy of WOBI

Meglio l’armonia dell'equilibrio

Stew Friedman, professore alla Wharton School of Business dell'Università della Pennsylvania e direttore fondatore del Wharton Leadership Program ha aggiunto alla necessità di uscire dalla “confort zone” , la ricerca di nuovi livelli di armonia e ha commentato: “Penso che cercare solo l’equilibrio sia un errore. Quando cerchiamo l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata dobbiamo necessariamente sottrarre attenzione ad uno di essi per ristabilire il bilanciamento. Ma ciò non basta perché possiamo ottenere molto di più con l’armonia fra lavoro e vita privata. Gli artisti di un’orchestra suonano strumenti diversi, ma insieme, in sincrono. Abbiamo bisogno di più jazz nelle nostre vite. Friedman suggerisce di provare le sperimentazioni che possano migliorare il lavoro, la famiglia, la vita personale e quella sociale. Un impegno sistematico e graduale per uscire dalla “confort zone” e provare cambiamenti di vita e nell’organizzazione aziendale per raggiungere migliori livelli di armonia.
Friedman ha proposto ai partecipanti di compilare una tabella per identificare il livello di importanza fra le quattro principali aree che caratterizzano la vita: lavoro, famiglia, interessi personali e sociali per confrontarli con l’impegno, il tempo e l’attenzione dedicata a ciascuna delle quattro, per poi valutarne il grado di soddisfazione e i risultati conseguiti. Una riflessione utile a fare il punto della situazione e attivare le iniziative per conseguire l’armonia desiderata.
Victoria Roos Olsson - Courtesy of WOBI

Victoria Roos Olsson - Courtesy of WOBI

Guidare il team verso il cambiamento

Nel suo intervento Victoria Roos Olsson, Senior leadership consultant per FranklinCovey, ha presentato le sei regole per guidare un team contenute nel libro “Tutti si meritano un grande manager”, che ho acquistato e la cui recensione è disponibile su Dirigenti Industria cliccando il titolo. Ho  apprezzato, in particolare, il modo in cui Victoria propone di guidare l’organizzazione verso il cambiamento, rompendo prima lo “status quo” per mobilitare l’organizzazione a sviluppare nuove soluzioni, gestendo in secondo luogo le inevitabili difficoltà e la “disruption”, creando una terza fase di “adozione” e rilancio, per raggiungere la quarta fase dedicata alle “migliori performance”.
Susan David - Courtesy of WOBI

Susan David - Courtesy of WOBI

Agilità emotiva

Susan David, psicologa della Harvard Medical School ed esperta di management ha posto l'attenzione sugli aspetti psicologici per gestire l’adrenalina, lo stress, le emozioni che logorano e non ci lasciano ragionare con lucidità per sviluppare relazioni di valore. "Gli studi dimostrano che quando utilizziamo un eccesso di positività nelle organizzazioni, coprendo emozioni negative con un sorriso finto, aumentiamo di fatto le distanze e lo stato d’ansia" ha commentato Susan, che ritiene importante "la capacità di gestire le emozioni" perché in pochi secondi possiamo decidere se farci sopraffare, o utilizzare la giusta agilità emotiva per assumere i comportamenti “della persona che voglio essere”. Considerazioni utili per l'interno team, perché contribuiscono a far emergere il meglio di ciascuno creando un clima organizzativo favorevole allo sviluppo delle leadership di ciascuno.
Gary Hamel - Courtesy of WOBI

Gary Hamel - Courtesy of WOBI

Umanizzare le aziende

Gary Hamel, uno dei pensatori più influenti a livello mondiale ha così espresso il suo pensiero: "Oggi siamo affetti dall’ossessione per il controllo. Vogliamo allineare e imporre disciplina in tutto. In alcuni casi ciò è essenziale, ma nella gestione delle organizzazioni l’eccesso di controllo finisce per limitare lo sviluppo. Alcuni pensano che per aiutare le persone a risolvere i problemi servano più procedure e policy, ma in realtà è il contrario. Dobbiamo umanizzare le organizzazioni distinguendo fra procedure da rispettare e libertà di pensiero per aggiungere valore". Secondo la sua teoria le organizzazioni aziendali sono caratterizzate da eccessi di burocrazia. Più del 18% dei impiegati nel mondo è "fortemente disinteressato" del proprio lavoro; il 50% abbandona a causa di un capo dispotico; meno del 20% ritiene di essere consultato sulle decisioni che hanno un impatto sul proprio lavoro, e il 6% sui colleghi con cui si lavora; il 70% sostiene di non utilizzare la creatività nella propria attività. In tali condizioni difficilmente le persone partecipano attivamente mettendo a disposizione tutte le proprie capacità. Il vero vantaggio delle startup non è solo nel business model, ma nella gestione manageriale snella, semplice, veloce e focalizzata a realizzare l’impresa. Ma più le aziende crescono più velocemente cresce la burocrazia. Secondo Hamel “Con la crescita si prende la “burosclerosi”, perché la burocrazia è una vera e propria malattia”. Per evitare la burocrazia dobbiamo calcolarne i costi e l’impatto sulla velocità dei processi aziendali, individuando "l’indice di massa burocratica" sostenibile per l'azienda. 

Insomma, gli speech di tutti i pensatori che quest'anno hanno contribuito alla sedicesima edizione del Wold Business Forum di Milano concordano sul concetto tanto semplice quanto potente, che può essere riassunto in una frase che ha pronunciato Simon Sinek, nell'ultimo intervento del Forum: "I leader, in ultima analisi, non sono altro che i responsabili di creare l'ambiente in cui le persone si sentano in grado di esprimere il meglio di sé". Un concetto bellissimo e di grande valore, su cui riflettere e da implementare giorno dopo giorno.

World Business Forum Milano riunisce da sedici anni autorevoli leader di pensiero e professionisti a livello mondiale, come Philip Kotler, Jack Welch, Richard Branson, Arianna Huffington e Alan Mulally, politici e diplomatici americani del calibro di Madeleine Albright, Colin Powell, Bill Clinton e Al Gore e ancora economisti di fama mondiale come Michael Porter nel 2017. Il World Business Forum, oltre che a Milano, si svolge a Bogotà, Città del Messico, Sydney, Madrid e New York, ed è organizzato da WOBI (www.wobi.com).

Cliccare World Business Forum Milano 2020 per l'edizione che si terrà il prossimo 27 e 28 ottobre.
Courtesy of WOBI

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