Smart working? Un'opportunità per industria e manager
Il binomio imprese-Manager è “l’ingranaggio” capace di rendere più competitivo l’intero sistema produttivo.
Bruno Villani
Presidente ALDAI-Federmanager
Non a caso, le politiche attive del lavoro, una delle principali chiavi di volta per la crescita delle imprese, hanno avuto ampio spazio, tra gli altri, anche nell’ultimo nostro rinnovo contrattuale.
Un tema molto sentito e sempre più strategico di cui se ne sta occupando con impegno 4.MANAGER, l’ente bilaterale chiamato a progettare e a realizzare iniziative ad alto valore aggiunto per rispondere ai fabbisogni emergenti per la crescita complessiva dei Manager industriali e degli imprenditori, contribuendo così a diffondere una nuova cultura d’impresa.
La realtà stessa con la recente emergenza del Covid-19 ci ha imposto un nuovo modo di pensare e di concepire il lavoro, non più legato alla condivisione di tempi e spazi fisici. Tutelare la salute dei lavoratori e al tempo stesso non fermare le attività produttive. Ecco la sfida che le aziende italiane si sono trovate – e si trovano – a dover affrontare e che ha indotto numerose imprese a scegliere l’opzione del lavoro da remoto.
Il nostro Paese sembra aver così scoperto i lati potenzialmente positivi di una pratica, quella dello smart working, non così usuale tra le nostre aziende.
Se da un lato infatti, il telelavoro riguarda il 9% dei lavoratori europei con punte del 20% nei Paesi del nord Europa e del 35% negli Usa, in Italia la percentuale è ferma al 4%.
In Olanda, da luglio 2015, lo smart working è diventato legge.
Il datore di lavoro potrà opporsi solo se riuscirà a dimostrare che lo spostamento ufficio-casa non comporti una serie di situazioni segnalate dalla norma, tre in particolare: rischi per la sicurezza, problemi nella pianificazione del lavoro e dei servizi, danni economici.
Come ha sottolineato anche il nostro Presidente federale in una recente intervista sul tema, basti pensare che se le modalità di “smart work” fossero applicate al doppio dei lavoratori attuali potremmo ottenere un recupero di circa 4 miliardi di euro all’anno.
Sono infatti soprattutto le aziende di grandi dimensioni o multinazionali a ricorrere più frequentemente allo smart working, mentre va ricordato che il nostro contesto economico-produttivo è costituito prevalentemente da PMI, a forte governance familiare. Molto spesso infatti le piccole e medie imprese dispongono di dotazioni tecnologiche ancora non del tutto adeguate per gestire le attività da remoto ed è anche per questo motivo che questa situazione di emergenza rappresenta sì una sfida, ma al tempo stesso anche una grande opportunità.
Un’opportunità di crescita e di cambiamento, non solo gestionale, ma culturale. E i Manager sono chiamati ad esserne l’esempio, i portatori e gli attuatori.
Senza Manager e senza una nuova cultura d’impresa è difficile far crescere l’economia.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di esperti per gestire l’innovazione che con Industry 4.0 stiamo inevitabilmente vivendo.
Il digitale ha portato innovazione che permette a molti Manager e collaboratori, i cui ruoli in azienda non necessitano di una presenza continua, di gestire tempo e presenza in modo diverso e flessibile. A questa flessibilità si allinea una definizione di trattamento economico che dovrebbe essere basata su obiettivi e risultati e non sul binomio presenza fisica-controllo. Molto probabilmente “l’esperimento” smart working cambierà le nostre vite.
In Lombardia si trova ben il 44% dei dirigenti italiani. Ora più che mai i nostri Manager sono chiamati a uno sforzo di responsabilità e a prendere decisioni strategiche per innescare crescita competitiva.
Non possiamo pensare di competere, in un mercato sempre più globale, affidandoci solo a ciò che in passato è stato sufficiente.
Servono nuove competenze manageriali per vincere le sfide che abbiamo davanti. Serve rimanere uniti e muoversi verso un obiettivo comune. Serve diffondere una nuova cultura d’impresa basata sulla managerialità.
In queste ore in cui sto scrivendo l’editoriale, la situazione sul nostro territorio è drammaticamente peggiorata rendendo la Lombardia e il Paese tutto “zona rossa”.
Non possiamo prevedere come evolverà la situazione da qui a quando andremo in stampa, anche se confidiamo ovviamente in un’inversione di tendenza e in una positiva e definitiva uscita dallo “stato di crisi”.
È un dovere adottare le misure dettate dal Governo e Istituzioni per la tutela della salute pubblica, prima ancora che delle stesse attività economiche e noi come Associazione abbiamo introdotto misure per salvaguardare i nostri associati e i nostri dipendenti, tra cui l'adozione dello smart working.
Comprensione e solidarietà vanno a tutti i Manager e imprenditori che in questo momento sono messi di fronte a scelte dolorose e difficili, un ringraziamento non di forma va rivolto a coloro che stanno cercando con grande impegno e spirito di servizio, sacrificio personale e senso civico di fare la propria parte a servizio della salute e della capacità di ripresa del territorio.
È il momento della responsabilità da parte di tutti.
È il momento di stare uniti come cittadini e come Manager.
01 aprile 2020