I Promessi Sposi: chi erano costoro?

La vicenda storica e letteraria di Renzo e Lucia per ragioni scolastiche è ben nota a molti, come pure la vita e le vicende familiari di Alessandro Manzoni; molto meno conosciute sono le vicende editoriali e tipografiche del romanzo.

Luigi Lanfossi

Vicepresidente del Museo della Stampa e stampa d'arte a Lodi "Andrea Schiavi"

Lo scorso anno, presso il Museo della Stampa e Stampa d’Arte a Lodi, si è svolto un interessante incontro dedicato ad Alessandro Manzoni e ai suoi sposi promessi, o meglio “I Promessi Sposi”, capolavoro assoluto per i cultori delle belle lettere e non solo.
L’incontro era dedicato principalmente alle numerosi e interessanti vicende editoriali del romanzo seguite dalla lettura di alcuni brani e da un’esposizione di numerose e diverse edizioni dell’opera manzoniana con interessanti e inconsuete note sugli aspetti editoriali.
In particolare il romanzo, nato come Fermo e Lucia e mai pubblicato, venne dato alle stampe dopo varie modifiche dall’autore con il titolo “I Promessi Sposi. Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni”.
La prima edizione del romanzo, in tre tomi, comunemente chiamata “ventisettana” venne quindi stampata a Milano presso l’editore Vincenzo Ferrario.
  • Il primo tomo venne stampato tra il luglio e l’ottobre del 1824 anche se porta nel frontespizio la data 1825, anno in cui era stata prevista l’uscita dell’opera.
  • Il secondo tomo porta la data 1825 ed è stato effettivamente stampato in quell’anno.
  • Il terzo tomo era in lavorazione nel corso del 1826, anno che compare nel frontespizio, ma la stampa è completata solo nel giugno del 1827.
I tre tomi verranno comunque messi in vendita insieme a partire da quel mese. L’autore intervenne con correzioni durante la fase di stampa determinando così una serie di varianti negli esemplari.
Il tomo terzo presenta a p. 330 “una gioia carnale” in luogo di “una gioia mondana” e a p. 378 “questa storia” in luogo di “di questa storia”.
Il romanzo ebbe un notevole successo di pubblico e prestigiosi riconoscimenti anche all’estero, provocando una numerosa serie di edizioni “pirata”, pubblicate cioè senza il permesso dell’autore.
Rivisto in seguito dallo stesso autore, soprattutto nel linguaggio, fu ripubblicato nella versione definitiva fra il 1840 e il 1842, edizione che viene comunemente chiamata “quarantana”.
Si tratta della prima edizione illustrata voluta da Manzoni, e prima edizione del testo rivisto dopo essere stato a Firenze “per risciacquare i suoi panni in Arno” e con il testo aggiunto: Storia della colonna infame.
Per proteggersi dalle numerose ristampe abusive, Manzoni pensò a questa edizione illustrata ispirandosi ai modelli forniti dalle coeve pubblicazioni figurate francesi del Don Chisciotte, di Gulliver
e delle Fiabe di Lafontaine, con l’intento di rendere tecnicamente difficile ed economicamente improduttiva la contraffazione.
La scelta di far pubblicare il volume a dispense, frazionandone così il prezzo, avrebbe potuto aumentare il numero dei possibili compratori.
Manzoni stabilisce una tiratura di circa 3.000 copie, ma il numero fu maggiore, diffuse in 108 dispense uscite in 54 fascicoli a partire dal novembre 1840 sino all’ottobre 1842.
Con il contratto stipulato il 20 febbraio 1840 con l’incisore Luigi Sacchi inizia l’allestimento dell’apparato illustrativo realizzato da “valenti artisti in Milano” che “non saranno meno di 400”. Il testo
è corredato da circa 450 illustrazioni su legno, compresi capilettera e testatine, incise da diversi artisti, di cui la maggior parte spettano a Francesco Gonin (1808-1889) a cui si aggiungono pochi altri disegni
di Paolo e Lugi Riccardi, Massimo D’Azeglio, Luigi Bisi, Giuseppe Sogni e Federico Moja.
La stampa venne effettuata con i torchi degli stampatori milanesi Guglielmini e Redaelli, controllata e seguita puntigliosamente dal Manzoni, che effettuò anche in questo caso correzioni durante
tutta la tiratura, per questo motivo non esiste una versione unica del romanzo.
Altra vicenda particolarmente interessante è quella legata all’edizione pubblicata da Felice Le Monnier a Firenze nel 1845, nella collana “Biblioteca Nazionale” protagonista "eccellente" della diffusa
violazione del diritto d'autore.
La pubblicazione venne effettuata, con l’indicazione sul retro del frontespizio “Questa edizione è condotta su quella fatta nel 1832 dai tipografi Davide Passigli e soci”, senza chiedere l’autorizzazione
della stampa a Manzoni che inizierà una lunga causa legale contro l’editore che si concluse solo nel 1864, con la piena vittoria di Manzoni. Le Monnier, che si era difeso invocando la non retroattività
della Convenzione austro-sarda a favore del diritto d'autore del 1840, fu condannato ad un risarcimento di 34.000 lire.

Nel mese di novembre 2016 il vicepresidente del Museo della Stampa e stampa d'arte a Lodi "Andrea Schiavi", Luigi Lanfossi, ripercorrerà con una serie di slide e con l’esposizione di una serie di edizioni
originali compresa la qurantana, la storia editoriale e tipografica del famoso romanzo.


L’incontro si terrà in ALDAI - sala Viscontea - via Larga 31 - Milano

martedì 22 novembre 2016 alle ore 15,30


MODALITÀ DI PRENOTAZIONE

Gli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri.
Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto “I Promessi Sposi”.
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