Imprenditori e dirigenti: attori centrali per lo sviluppo innovativo e sostenibile del mezzogiorno
Ricerca osservatorio
Quante sono state le entrate dirigenziali nel
2022? Quali sono le differenze economiche
tra Nord, Centro e Sud? E quali le competenze più ricercate dalle imprese?
A questi
interrogativi ha risposto l’Executive summary dell’Osservatorio 4.Manager dal titolo “Imprenditori e Dirigenti: attori centrali
per lo sviluppo innovativo e sostenibile
del Mezzogiorno”.
Nell’ultimo Rapporto
sulle imprese dell’ISTAT sulla struttura, sui
comportamenti e sulle performance delle
imprese si evidenzia come le differenze
economiche tra Centro, Nord e Mezzogiorno in Italia siano direttamente riconducibili
a quelle relative al numero di imprese sul
territorio, alla dimensione delle imprese esistenti e all’orientamento di queste in settori
a produttività più o meno elevata.
Il Rapporto mette in evidenza, innanzitutto, la densità di imprese in relazione alla popolazione
in età di lavoro (a livello nazionale pari a
121 per mille residenti tra i 20 e i 65 anni),
che raggiunge il suo picco di 135 per mille
in alcune regioni del Nord e Centro Italia,
mentre in altre del Mezzogiorno si assesta
intorno o sotto al 100%. Si osserva, inoltre,
una differenza in termini di addetti: si va da
valori prossimi o superiori al 700% in Lombardia, nelle province emiliane, a Bolzano e
Prato, fino a 1.081 nella città metropolitana
di Milano, a valori sotto i 250 in Calabria e
Sicilia.
Tale scenario risulta correlato a una
minore presenza di imprese industriali e
nei servizi non commerciali. Le caratteristiche degli assetti proprietari e di gestione
delle imprese, d’altra parte, costituiscono
un ulteriore aspetto rilevante dal punto di
vista economico, per le implicazioni che
esse hanno sulla capacità competitiva del
sistema produttivo. In particolare, proprio
le dimensioni ridotte delle imprese italiane,
come anche le problematiche di crescita
e di riallocazione settoriale, sono spesso
associate alla presenza di strutture organizzative che presentano un modello di
controllo e gestione a carattere personale o
familiare.
Nel 2018, il 75,2% delle imprese
con almeno 3 addetti risultava controllato,
direttamente o indirettamente, da una persona fisica o una famiglia. Tale incidenza
sfiora l’80% nelle microimprese (tra i 3 e i
9 addetti), scende al 51% nelle medie imprese (da 50 a 249 addetti) e fino al 37% in
quelle di dimensioni maggiori.
Tali indicatori di densità, di dimensione e di assetto proprietario e gestionale sono maggiormente
diffusi nei sistemi produttivi delle regioni del
Mezzogiorno e potrebbero essere ricondotti a variabili strutturali/comportamentali, che
potrebbero concorrere ad un rallentamento
nel passaggio generazionale all’interno delle imprese. Anche in un recente lavoro condotto dalla Banca d’Italia si evidenzia come
nelle regioni meridionali siano accentuati i
tratti tipici del sistema produttivo nazionale,
tra i quali il ruolo preponderante di micro
imprese e di attività a controllo familiare, il
cui impiego richiede una maggiore complementarità tra capitale umano e capacità
organizzative e tecnologiche.
Le regioni del Sud, inoltre, risultano specializzate in comparti che presentano minori investimenti in ricerca e sviluppo rispetto al Centro e al Nord, fatta eccezione per le nuove attività di impresa come, ad esempio, le Start-up. Il lavoro della Banca d’Italia richiama anche i risultati di uno studio condotto nel 2022: «Demography and entrepreneurship in Italy (1961-2011)» di Barbiellini Amidei et al., che dimostra l’esistenza di una differenza strutturale nel profilo demografico degli imprenditori del comparto industriale tra Mezzogiorno e Centro Nord.
Al Sud la probabilità di essere imprenditore risulta sistematicamente più alta nelle aree con una popolazione più anziana, mentre è inferiore per le classi di età più giovane.
Tale fenomeno è in parte ricollegabile ai maggiori ostacoli all’uscita delle imprese meridionali, soprattutto quelle più anziane, con l’esistenza di processi di selezione e riallocazione meno intensi e frequenti.
Entrate e assunzioni
L’osservazione dei dati Unioncamere-Excelsior consente di prendere in considerazione le assunzioni effettuate nell’anno 2022,
dalle quali emerge che le assunzioni di dirigenti, per oltre il 50%, hanno interessato le
regioni del Nord (7.890 unità).
Nelle regioni
del Mezzogiorno il valore assoluto delle assunzioni non supera le 700 unità, con un’incidenza pari a 0,6 dirigenti per ogni mille
dipendenti.
Con riferimento al solo macrosettore “Industria”, l’incidenza passa dal
7,2 per 1.000 nel Nord (3.090 assunzioni)
all’1,3 per 1.000 nel Mezzogiorno (190 assunzioni).
Per quanto riguarda le entrate, si
osserva un flusso che raggiunge le 6.690
unità nel Nord, 2.570 al Centro e 1.880 nel
Mezzogiorno. La variazione percentuale
2018-2022 risulta positiva nel Nord (+3,9%)
e nel Centro (+39,7%).
Competenze
Le principali competenze per le quali,
nell’ultimo anno, si è assistito ad una maggiore crescita, per tutte le aree geografiche
considerate, sono:
Responsabilità sociale d’impresa, Miglioramento processi
aziendali e Analisi dei dati.
Seguono, con
tassi di crescita minori, ma comunque osservabili in tutte le aree geografiche:
Competenze analitiche, Approvvigionamento,
Acquisti, Soddisfazione del cliente, Supporto tecnico, Miglioramento processi,
Copywriting.
22 novembre 2023