La trasformazione digitale è un’opportunità di sviluppo da non lasciarsi sfuggire
Istituzioni, associazioni di rappresentanza delle imprese e dei manager, Università, Competence Center, Digital Innovation Hub e 4.Manager si rendono conto dell’importanza e dell’urgenza di sostenere le imprese con iniziative concrete di crescita culturale e manageriale per rendere possibile l’aumento della produttività e della competitività per assicurare prospettive di crescita.
Dirigenti Industria intervista
Fulvio D’Alvia
Direttore Generale 4.Manager
Quali sono le opportunità del digitale per le imprese ?
Le tecnologie digitali hanno cambiato profondamente il modo di comunicare e vivere delle persone, e stanno modificando in modo altrettanto veloce le attività produttive, l'organizzazione delle imprese e il modo di relazionarsi con i clienti.
La trasformazione digitale rende le aziende più veloci, affidabili, versatili e competitive riducendo i costi delle attività ripetitive ed elevando il livello di intelligenza collettiva della organizzazioni. Un processo di trasformazione che richiede una profonda conoscenza, sia dei processi aziendali, sia dei benefici conseguibili con le soluzioni digitali, per realizzare non solo efficienza, ma anche nuovi modelli di business che possano favorire la competitività e la crescita.
La trasformazione digitale è diventata una delle sfide più importanti di questo momento storico per il comparto manifatturiero e per l’intero sistema delle imprese, anche delle più piccole. Una sfida ambiziosa e strategica per le prospettive economiche e sociali. L’innovazione è il volano per crescere e conquistare i mercati nazionali ed esteri, non solo per le gradi imprese, ma anche per le PMI. Per accelerare la trasformazione digitale servono politiche adeguate per aiutare le imprese nelle sfide del cambiamento: semplificazione, contaminazione, agilità e crescita delle competenze.
Perché il manager è importante nella trasformazione digitale ?
Il manager è il motore di questo cambiamento, la “cinghia di trasmissione” interna delle imprese, e tra le imprese nella filiera produttiva. In questo nuovo contesto si sta modificando anche la richiesta di competenze per rispondere alle problematiche, tradizionali e nuove, del sistema produttivo. Le imprese con maggiore successo saranno quelle in grado di passare dal tradizionale sistema basato su processi burocratici e schemi piramidali e gerarchici ad un modello agile e flessibile in grado di liberare e valorizzare i talenti delle persone favorendo lo sviluppo di intelligenza collettiva.
4.Manager vuole rispondere ai fabbisogni emergenti delle imprese puntando sullo sviluppo della managerialità, dell’imprenditorialità e della cultura d’impresa, intese come leve di politica industriale per la crescita competitiva del paese.
Per aiutare il sistema delle imprese e dei manager abbiamo avviato con Confindustria e Federmanager venticinque progetti, rispondendo alle reali esigenze dei territori promuovendo sia le politiche attive del lavoro, per favorire l’incontro della domanda con l’offerta dei lavoro, sia le iniziative di prevenzione in ottica di “workfare”.
Quali sono le competenze richieste ?
Il contesto in continuo cambiamento richiede nuove competenze e l’Osservatorio di 4.Manager ha condotto una ricerca sui nuovi modelli di business delle imprese che ha permesso di identificare i profili di riferimento dei manager più competenti nella trasformazione dei processi aziendali con tecnologie abilitanti e dotati di "soft skill" per favorire la partecipazione dei collaboratori agli obiettivi dell’impresa. L’innovazione del modello di business è considerata una leva fondamentale dal 67% dei manager e imprenditori e notevole sarà l’impatto sull’occupazione generata dalla trasformazione dei processi produttivi e di gestione dell’intera catena del valore. Se riusciremo ad aggiornare le competenze dei dipendenti, solo un occupato su dieci sarà sostituito dalle macchine e uno su tre sarà destinato al cambiamento del ruolo, per svolgere attività a maggior valore aggiunto, Aumenteranno le professioni intellettuali e manuali in cui l’intelligenza, la genialità e l'affidabilità umana sarà superiore alle macchine, mentre diminuiranno le richieste di occupazione per i ruoli intermedi più routinari e quindi realizzabili dai robot.
Quali saranno le prospettive occupazionali ?
Nei prossimi cinque anni mancheranno più di 250 mila tecnici, dei quali: 92 mila nell’industria meccanica, 47 mila nel tessile, 42 mila nell’agroalimentare, 73 mila nell’ICT, che rappresentano i settori chiave per il made in Italy. Questo significa che la managerializzazione delle PMI è un passaggio fondamentale per la crescita, perché aiuta gli imprenditori a individuare e gestire le risorse necessarie e idonee al nuovo contesto tecnologico.
Per saperne di più è possibile scaricare il documento sulle politiche attive e sui bandi e consultare il monitoraggio periodico degli incentivi a livello europeo, nazionale e regionale effettuato dall’Osservatorio 4.Manager, che direttamente o indirettamente coinvolgono le competenze manageriali in ambito manifatturiero.
01 luglio 2019