Lombardia, regina del Biotech
La vocazione regionale per la salute trova nelle scienze innovative Biotech la naturale espressione della genialità Leonardesca. Lo confermano i numeri.
A cura della redazioneLa Lombardia, area preminente del tessuto industriale italiano, si conferma la prima regione in Italia per numero di imprese biotech con 181 unità, pari al 28% del totale nazionale, per una incidenza sempre maggiore negli anni sul fatturato biotech totale, con oltre 5,5 miliardi di euro pari al 48% circa del totale e per investimenti in R&S intra-muros, cioè le spese sostenute per le attività di ricerca e sviluppo svolte dalle imprese con proprio personale, con proprie attrezzature e risorse economiche, con oltre 160 milioni di euro, più del 30% del totale nazionale.
Oltre 54 milioni per la ricerca nei settori salute e scienze per la vita
"Negli ultimi due anni - ha commentato il vicepresidente della Regione Lombardia e assessore alla Ricerca, innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione delle imprese, Fabrizio Sala - abbiamo investito oltre 54 milioni di euro per i nostri accordi di ricerca e innovazione nei settori salute e life sciences. La Lombardia è leader nazionale nel settore farmaceutico e assorbe metà degli occupati del settore nazionale con 28.000 unità. Nel Programma Strategico Triennale, Regione Lombardia metterà sul piatto 750 milioni nei prossimi tre anni per tracciare le linee di sviluppo in diversi settori per mettere al centro la persona e i suoi bisogni".
"Lombardia è ricerca", 1 milione al miglior progetto Healty Aging
"Al settore Life Science - ha proseguito Fabrizio Sala - abbiamo voluto riservare il nostro Premio Internazionale "Lombardia è Ricerca" del valore di un milione di euro, quest'anno dedicato alla salute nell’invecchiamento. Un tema molto sentito tra la popolazione. Secondo le statistiche, infatti, gli ultimi dieci anni di vita sono segnati da una serie di patologie, spesso croniche, che ne compromettono il benessere. In questo senso incentivare la ricerca di nuove terapie e farmaci diventa vitale".
Healthy Aging localizzato per l'80% al centro nord
L'insediamento delle imprese di questo settore fondamentale nell’economia italiana appare diffuso su tutto il territorio nazionale, anche se risulta localizzato per oltre l'80% nel centro-nord del Paese e quasi il 90% del fatturato realizzato da attività biotech si concentra in sole tre regioni: Lombardia, Lazio, Toscana.
Dopo la Lombardia giocano un ruolo primario la Toscana per investimenti in Ricerca e Sviluppo (oltre 110 milioni di euro, oltre il 20% del totale) e il Lazio, per fatturato (oltre 2,5 miliardi di euro, quasi 24%).
Il settore biotech raccoglie imprese attive nello studio, sperimentazione e sviluppo di tecnologie molteplici con diversificati ambiti di applicazione. I principali mercati di sbocco sono costituiti da salute, industria e ambiente, agricoltura e zootecnia. La componente dedicata alla medicina e salute presenta il maggior grado di sviluppo, registrando la metà delle imprese censite, l'88,5% degli investimenti in R&S biotech intra-muros e generando quasi tre quarti del fatturato dell'intero settore biotecnologico (74%). Il biotech italiano investe fortemente su quelle patologie che non trovano ancora risposte terapeutiche adeguate, come quelle in ambito oncologico, o di crescente rilievo clinico ed epidemiologico, anche in relazione al generale invecchiamento della popolazione, come le malattie neurologiche e degenerative.
Grandi investimenti sono indirizzati anche verso le malattie infettive e lo sviluppo di vaccini. Quelli delle malattie rare e delle terapie avanzate sono tra i settori di eccellenza del biotech italiano: da un lato, infatti, la nostra ricerca accademica vanta il maggior numero di pubblicazioni scientifiche in materia di malattie rare; dall'altro dei nove prodotti di terapia avanzata attualmente autorizzati al commercio in UE, ben 3 sono frutto della R&S italiana.