Un autunno di sfide

Oltre al balzo record dell’inflazione e alle sue inevitabili ripercussioni sul mondo del lavoro, all’orizzonte il rischio comune più temuto è quello di arrivare al 2023 in piena stagflazione

 Manuela Biti

Presidente ALDAI-Federmanager

La lettura del quadro economico attuale ci prospetta un autunno caldo, tra appuntamenti politici, crisi energetica in corso e inflazione ancora alta. Se da un lato infatti la crisi energetica preoccupa ormai da diversi mesi il Vecchio Continente, dall’altra l’inflazione non accenna a scendere, portandoci a livelli che non vedevamo dal 1985, quando cioè i prezzi aumentarono della stessa percentuale riducendo la nostra capacità di spesa. 

Il Centro Studi di Confindustria ha recentemente rimarcato uno scenario piuttosto cupo per il nostro Paese a seguito non solo dei rincari in bolletta, ma anche di un’ipotesi sempre più concreta della chiusura dei rubinetti di gas russo verso l’Europa, ipotesi che, se confermata, porterebbe a una carenza di gas dell’8% del fabbisogno nazionale (pari a 64 miliardi di metri cubi) oltre alla perdita di 3 punti di crescita del Pil nel 2023. 

A ciò si aggiunge, secondo un recente dato Istat, l’aumento del costo della vita per il mese di agosto dell’8,4% rispetto allo stesso periodo nel precedente anno. Le cause, ancora una volta, sono da ricercarsi soprattutto nell’aumento dei beni energetici (+44,9% su base annua) e dei beni alimentari (+10,2). 

All’orizzonte, il rischio comune più temuto è quello di arrivare al 2023 in piena stagflazione, la condizione di mancata crescita accompagnata da un costante aumento dei prezzi.

Ne parliamo ampiamente in questo numero di Dirigenti Industria che, ancora una volta, raccoglie l’importante contributo e le testimonianze dei nostri manager, autori di articoli e approfondimenti che inquadrano in maniera puntale e sistematica uno dei temi caldi della ripresa dalla pausa estiva: il balzo record dell’inflazione e le sue inevitabili, quanto temute, ripercussioni sul conseguente mondo del lavoro, specie nell’ambito della filiera industriale. 

È sotto gli occhi di tutti come la situazione non possa e non debba essere sottovalutata. Quella che si prospetta davanti ai nostri occhi è una sfida epocale che siamo chiamati necessariamente a vincere se vogliamo continuare a proiettarci nel futuro.

Per farlo c’è bisogno di un intervento urgente, di un’azione politica responsabile che veda soprattutto la partecipazione di tutti gli attori economici e sociali, un’azione che metta al centro il capitale umano e le competenze digitali, oggi fondamentali per incentivare e far crescere le aziende in un mercato sempre più globale.

È un momento di forti incertezze: stiamo navigando a vista, ma nonostante le evidenti difficoltà, come manager, ma anche come cittadini, siamo chiamati, ora più che mai, a non rinunciare a un’idea di futuro. 

Solo così, infatti, credendo fortemente nella possibilità di una ripresa che viaggi sui binari dell’innovazione e della sostenibilità, binari che possano conferire alle nostre imprese un’inclusione economica e sociale, saremo in grado di garantire la stabilità necessaria al nostro sistema Paese.
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