Assemblea CIDA: i manager rivendicano un ruolo per gestire la transizione

L'assemblea della confederazione della dirigenza CIDA approva all'unanimità il bilancio preventivo e pone al centro del dibattito il lavoro nelle prospettive di cambiamento continuo.
A cura della segreteria CIDA 

Roma, 4 dicembre 2019. “L’accelerazione delle dinamiche tecnologiche, economiche, sociali e demografiche che stanno interessando il mondo del lavoro possono provocare un vero terremoto in termini di perdita di posti di lavoro, di conflitti intergenerazionali, di crisi profonda del welfare che conosciamo. E se i manager non possono prevedere i terremoti, spetta però a loro approfondire le possibili cause, mettendo in atto tutte le azioni necessarie per affrontarle e gestirle. Il futuro del lavoro non è una linea tracciata, è in larga parte tutto da scrivere e noi abbiamo il compito di provare a farlo: unendo le forze. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, nella relazione all’assemblea annuale cui hanno partecipato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico e il sottosegretario al ministero del Lavoro, Francesca Puglisi.

“Il nuovo lavoro è sempre più integrato con intelligenze artificiali di vario livello: la distinzione tra lavoro manuale e intellettuale ha perso di significato. Molti lavori intellettuali umani stanno per essere sostituiti da intelligenze artificiali che non vanno demonizzate: il futuro vedrà forme sempre più sofisticate di collaborazione tra uomini, software e robot. Il ruolo del manager, in tale contesto, è anche quello di stimolare il superamento di normative, di classificazioni, di concetti ormai superati. Le norme esistenti si concentrano ancora su distinzioni obsolete, come quella tra lavoro dipendente e autonomo, è giunto il momento di metterle in discussione, senza pregiudizi."

“Poi c’è l’aspetto sociale: le future evoluzioni del lavoro, potrebbero introdurre modelli diversi rispetto a quelli elaborati nel ‘900, ma il ruolo del welfare è fondamentale per gestire questa difficile transizione, complicata anche dalla variabile demografica. Il welfare deve essere strumento di coesione e di convergenza, ma nel tempo si è incrinato il patto tra chi dà e chi riceve."

“Il management italiano sta acquisendo una consapevolezza crescente della situazione ed è nella nostra natura accettare le responsabilità. Non passivamente, mettendoci alla ricerca di soluzioni. Non contro qualcuno, meno che mai contro i politici, ma chiedendo di essere ascoltati. Non ci attendiamo la soluzione dei problemi, ma di fare la nostra parte per trovarla e realizzarla. Cerchiamo di farlo lavorando insieme, uniti tra manager dei diversi settori privati e pubblici, valorizzando le nostre differenze. Realizziamo nuovi strumenti, come l’Osservatorio sulle trasformazioni del lavoro, insieme a Fondazione Adapt. Cerchiamo di essere presenti e attivi nei luoghi in cui si discute del lavoro e se ne sviluppano le prospettive: al CNEL, in ILO, nelle Istituzioni in generale."

“Nei prossimi mesi porteremo i dati dell’Osservatorio nei diversi territori, dove discuteremo le nostre idee e ascolteremo le testimonianze dei colleghi impegnati direttamente nella trasformazione delle aziende che guidano. Cercheremo di condividere questo viaggio con le Istituzioni, e specialmente con chi al loro interno è consapevole di quanto il vero viaggio sia lungo e difficile. E non si lasci troppo condizionare dalla necessità di raccogliere consenso nel breve termine”, ha concluso Mantovani.

Il Presidente INPS sulla separazione previdenza - assistenza

Nel corso dell’assemblea CIDA, il Presidente INPS Tridico è stato sollecitato sulla separazione fra ciò che è previdenza (pensioni dovute per contributi versati) e ciò che lo Stato eroga attraverso l'INPS come assistenza. Tridico ha confermato la volontà dell'Istituto di presentare nel rapporto annuale la separazione delle erogazioni pensionistiche da quelle assistenziali anche per evitare erronee analisi comparative con gli altri Paesi.
Il Presidente Tridico ha dichiarato: "Il bilancio preventivo dell'Istituto per il prossimo anno prevede erogazioni per un totale di circa 330 miliardi di euro dei quali 210 circa per pagamento di pensioni e 120 circa per assistenza finanziata dallo fiscalità generale GIAS (Gestione Interventi ASsistenziali). Tali valori non comprendono il reddito di cittadinanza che è gestito separatamente. L'obiettivo che perseguo è quello di realizzare la piena trasparenza contabile nel bilancio preventivo 2020".

La trasparenza contabile fra entrate INPS e uscite rappresenta il primo passo per un'analisi oggettiva fra contributi versati e pensioni erogate seppure in regime di ripartizione, rispetto alle integrazioni di natura assistenziale perché la chiarezza sui numeri è fondamentale per evitare false analisi ed errate conclusioni.

Il Presidente Tridico è stato sollecitato anche sulla questione relativa all’ingresso dei comunicatori in Inpgi. “Le parole del presidente Inps, Pasquale Tridico, ci hanno confermato che l’idea di far confluire la categoria dei comunicatori nella cassa Inpgi è insostenibile. Ribadiamo oggi che su questo argomento pretendiamo chiarezza. Si tratta di una proposta che andrebbe a ledere diritti acquisiti e a mettere a rischio il futuro di questi soggetti”, ha detto Mantovani.

I motivi della non sostenibilità di questa proposta sono stati ben sintetizzati dal presidente Inps che ha detto: "Lascia molti dubbi e perplessità questa idea. Le critiche mosse rispondono alle mie stesse preoccupazioni. L’operazione di portare fuori dall’Inps questa categoria porrebbe due difficoltà. Una iniziale che consiste nella definizione della categoria dei comunicatori, l’altra è quella finale della sostenibilità e a mio parere è molto rischioso”.

Tridico ha poi aggiunto che sarebbe poco sostenibile un’operazione di questo tipo per i futuri pensionandi della categoria: "A mio parere, invece, è più sostenibile lasciarli all’interno dell’Inps, che è il welfare degli italiani, e i comunicatori sono anch’essi contribuenti dello Stato sociale italiano e hanno tutto il diritto di avere una pensione sicura domani. Reputo quindi che sia più sostenibile lasciarli all’interno dell’Istituto che rappresento”.


CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), FNSA (sceneggiatori e autori), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai-Assoprof (medici ambulatoriali).

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