Competenze per le sfide del futuro
Tra qualche anno vedremo l’attuale struttura organizzativa, e le pratiche connesse, un po' come oggi vediamo le pratiche tribali. Prima di risultare obsoleti è bene aggiornare le competenze per le sfide che ci attendono.
Nicolò Boggian
Managing Partner, Black Tie Professional www.digitalworkcity.com
Le competenze sono fondamentali per rispondere alle richieste del mercato e per affrontare le sfide del futuro. L’impatto della tecnologia digitale in cloud, dell’Ai e del Machine Learning è già una realtà e sarà molto importante nel determinare come si creano, definiscono, misurano le competenze e il modo in cui vengono gestite dalle organizzazioni.
Tradizionalmente quest’ultime utilizzano dei proxy per determinare se le competenze sono sufficienti a ricoprire un ruolo (esperienza precedente nello stesso ruolo, nello stesso settore, con la stessa dimensione aziendale, aver completato studi in alcuni atenei , o la provenienza da un certo tipo di società di consulenza etc).
Nei casi più felici questi proxy sono abbinati alla valutazione dei risultati e delle caratteristiche soft ad inserirsi in un determinato contesto organizzativo.
Se questo metodo è sicuramente ragionevole ha però anche delle contro indicazioni che potranno essere superate da un nuovo modello organizzativo digitale di reclutamento e gestione delle competenze:
- E’ troppo statico e formale. Le stesse grandi big tech americane devono periodicamente fare eccezioni alle regole di reclutamento e forzare il sistema (ad esempio andando a selezionare il genio che non si è laureato ect)
- Comporta un costo eccessivo per le aziende, in quanto per ogni ruolo si cercano profili in piccoli mercati del lavoro ( es. i direttori mkt nel settore cosmetico) dove l’offerta è scarsa e quindi si alza il prezzo
- Crea esclusione, non permettendo di considerare persone al di fuori da questi criteri, per una serie di motivi NON legati alla mancanza di competenza, e finendo per alimentare degli effetti di network per cui ci si auto referenzia tra gli appartenenti allo stesso gruppo
- Crea fenomeni di group thinking e resistenza al cambiamento pericolosi per l’innovazione in quanto all’interno di questi gruppi alcune tesi ed esperienze vengono assolutizzate e non vengono sperimentate strade alternative
- Crea disengagement in quanto impedisce alle persone di cambiare e sperimentare nuove sfide professionali.
Tutto questo però è destinato a cambiare radicalmente e in qualche modo alcuni segnali sono già visibili. Il mondo digitale infatti diminuisce l’importanza della conoscenza tacita/delle esperienze tradizionali e permette accesso alle competenze e ai dati in modo meno costoso e più universale.
La struttura dei processi organizzativi consentirà multiple configurazioni e una serie di possibilità operative interessanti, abilitate dalla tecnologia:
- organizzazioni senza job roles rigidi
- lavoro collaborativo come palestra per la creazione e aggiornamento delle competenze
- startup come canali di reclutamento,
- collaborazione fra aziende diverse su progetti specifici.
La diffusione dei dati inoltre consentirà un assessment sempre più preciso delle competenze richieste per le varie attività.
Il complesso delle competenze necessarie a svolgere un’attività potrà quindi essere agevolmente determinato e aggiornato. Laddove alcune competenze fossero mancanti potranno essere ottenute con formazione, esperienze laterali, lavoro in gruppo.
La produttività, inclusione e agilità di questo nuovo modello di gestione delle competenze sarà presto molto maggiore al modello attuale e crescerà il divide fra chi riuscirà a sperimentare nuovi modelli di lavoro e chi resterà intrappolato in dinamiche conservative.
Questo cambiamento sarà una grande opportunità di rendere le organizzazioni più efficaci, il mercato del lavoro più giusto e le professioni più soddisfacenti.
Tra qualche anno vedremo l’attuale struttura organizzativa, e le pratiche connesse, un po' come oggi vediamo le pratiche tribali. Sono interessanti e qualcuno continuerà a trovarle preferibili, ma apparteranno sempre più al folklore che alla modernità.