She leads. La parità di genere nel futuro del lavoro
Una rivoluzione possibile per imprese e manager
Una donna su due
è occupata, tra i
manager le donne sono appena il
28% e la maternità
è tutt’ora un ostacolo alle carriere,
tanto che l’occupazione passa dal
72% per le donne
senza figli al 53%
per le donne che
hanno un figlio under 6 anni. Eppure, se più donne fossero
attive nel mercato del lavoro, il PIL italiano
potrebbe crescere del 12%. Ma è veramente
possibile per le donne sfondare il “soffitto di
cristallo”?
Con “She leads la parità di genere nel futuro del lavoro” Stefano Cuzzilla,
Presidente di 4.Manager e Federmanager
e Andrea Catizone, avvocata sui diritti della
persona e delle discriminazioni, definiscono
la nuova rotta di una rivoluzione possibile
per raggiungere la parità di genere. Si tratta
di una guida per imprese e manager, promossa da 4.Manager, edita dal Sole 24 Ore
e curata dalla giornalista Silvia Pagliuca,
che indaga le ragioni del gender gap denunciando le criticità attuali ed evidenziando le
possibili vie di miglioramento, per diffondere
una cultura aziendale più equa e inclusiva.
Nessun Paese al mondo ha colmato il divario
di genere. L’Italia, nella classifica del World
Economic Forum si posiziona al 63° posto
su 146 Stati per l’indice che misura le differenze di genere. La strada è ancora in salita,
ma con gli strumenti proposti un cambio di
passo è possibile: dalle misure vincolanti del
Parlamento europeo sulla trasparenza retributiva alle clausole sociali nel nuovo Codice
appalti per l’occupazione femminile.
Intanto, il Parlamento europeo ha dato il
suo consenso alla direttiva sulle donne nei
Consigli di amministrazione: entro la fine di
giugno 2026, infatti tutte le grandi società
quotate nell’Unione europea dovranno riservare al genere femminile almeno il 40%
dei posti di amministratore senza incarichi
esecutivi e il 33% del totale dei posti di amministratore. Anche l’Agenda 2030 dell’ONU ha fissato le sue priorità, indicando il
raggiungimento dell’equità di genere come
uno dei Goal indispensabili per creare società più giuste, più resilienti, più responsabili. Significa che la partita della parità di
genere non si gioca più solo su un terreno
nazionale, ma che l’orizzonte è molto più
ampio e ricco di opportunità.
Le imprese, infatti, potranno godere di un
esonero dal versamento dei contributi previdenziali che sarà determinato in misura
non superiore all’1% e nel limite massimo
di 50.000 euro annui per ciascuna impresa.
Entro giugno 2026, si stima che almeno 800
Pmi potranno essere certificate e circa 1000
aziende riceveranno le agevolazioni fiscali.
Per favorire una maggiore partecipazione
delle donne al mondo del lavoro, le imprese possono fare molto, come emerge dalle
best practice di grandi aziende, raccolte
dall’Osservatorio 4.Manager e contenute
nel libro: aiutare le donne a crescere nei
percorsi di formazione, istituire strumenti
concreti per la tutela della maternità favorendo il work-life balance, promuovere il lavoro flessibile, garantire un supporto nella
gestione parentale e dei carichi di cura e di
assistenza, incentivare i papà ad utilizzare i
congedi parentali, prevedere modelli di trasparenza retributiva.
Valorizzano la pubblicazione anche le testimonianze di alcune top manager e donne di
successo, che hanno raccontato come siano riuscite a sfondare il “soffitto di cristallo”
e a dimostrare che è possibile intraprendere la via che conduce alla gender equality.
La piena valorizzazione del talento femminile rappresenta un driver per la ripresa economica e sociale del Paese. Per questo, il
rinnovo del CCNL dei dirigenti di aziende
industriali del 2019 ha rafforzato l’azione di
4.Manager, attraverso l’introduzione di nuovi strumenti per favorire le pari opportunità
e risolvere il Gender gap.
04 luglio 2023