Rafforzare le competenze dei componenti dei Consigli di Amministrazione

Da Luiss Business School e Fondirigenti uno strumento di autovalutazione.
Il progetto prevede percorsi formativi personalizzati sulle esigenze del singolo Consigliere per dotarlo delle competenze necessarie a operare al meglio nell’organo di gestione strategica delle imprese

Ufficio Stampa Fondirigenti


Sono stati presentati nell’ambito dell’evento Competenze manageriali dei board: la chiave per il successo aziendale, che si è tenuto nella sede di Confindustria lo scorso 22 ottobre, i risultati del progetto sulla managerializzazione delle competenze dei Consiglieri di Amministrazione promosso da Fondirigenti e realizzato dalla Luiss Business School. L’indagine ha effettuato una ricognizione sui Consigli di Amministrazione delle imprese italiane, al fine di rilevare il livello di competenze possedute dai loro membri, analizzare i fabbisogni formativi e mettere a punto strumenti e modelli per il miglioramento e il consolidamento delle skills tecniche e manageriali necessarie per svolgere efficacemente il ruolo di Consigliere di Amministrazione.

Il progetto ha analizzato un campione di oltre 300 imprese italiane quotate. Inoltre, sono stati coinvolti direttamente più di 250 manager provenienti da aziende di piccole, medie e grandi dimensioni e operanti su tutto il territorio nazionale che sono stati protagonisti di una survey e di alcune interviste di approfondimento.

“Il tema delle competenze nei CdA è prioritario per Fondirigenti perché investire nelle competenze dei suoi membri significa elevare il livello di managerializzazione di tutta l’azienda, dal management team fino ai livelli più operativi – spiega il Presidente Marco BodiniQuesto è cruciale per le nostre PMI, che rappresentano l’ossatura del tessuto produttivo italiano. Nuove competenze e modelli di gestione nei CdA possono valorizzare l’enorme potenziale di queste aziende, rendendole più competitive a livello internazionale”.

Per Massimo Sabatini, Direttore Generale di Fondirigenti, “I risultati del progetto offrono strumenti concreti a disposizione di manager e imprese per l’autovalutazione delle competenze e la scelta di percorsi formativi idonei. Questo rappresenta una conferma tangibile dell’impegno di Fondirigenti per la competitività delle imprese e l’occupabilità dei dirigenti. Siamo convinti che solo attraverso una formazione continua e mirata sia possibile affrontare le sfide del mercato globale e garantire un futuro di successo per le nostre aziende”

Board skill matrix e modelli formativi personalizzati

Le analisi condotte hanno permesso di identificare una serie di fabbisogni formativi dei manager - che già operano o che si accingono a rivestire ruoli all’interno dei CdA – che hanno rappresentato la base per la progettazione del board skill matrix, uno strumento che consente ai Consiglieri di auto-valutarsi rispetto alle competenze ritenute principali per svolgere il ruolo, e cioè le competenze strategiche, quelle tecnico-organizzative e le competenze interpersonali. 
La compilazione del self-assessment tool permette poi di accedere a uno tra i 18 percorsi formativi disegnati per rispondere alle esigenze emerse, grazie a una combinazione opportuna di strumenti innovativi e metodologie modulari che consentono il consolidamento delle competenze per migliorare l’efficienza e la leadership espresse dai membri del CdA. 

Nei CdA italiani aumentano l’inclusione e la gender diversity, meno l’internazionalizzazione

I dati emersi dall’analisi della struttura dei Consigli d’Amministrazione mostrano che l’80% delle aziende italiane ha un board con un numero di Consiglieri superiore a 10 (numerosità media: 8,07 membri). Il 34% dei Consiglieri analizzati è indipendente (media italiana: 2,78 Consiglieri indipendenti per board). Il 38% delle aziende presenta una sovrapposizione tra CEO e Presidente del CdA, con una percentuale di CEO Duality che arriva fino al 63% per le piccole imprese. il 31% delle aziende del campione presenta almeno un comitato endoconsiliare all’interno del CdA, e il dato sale al 55% se si considerano solo le grandi imprese. Nei CdA delle società italiane quotate è ancora molto marcata la presenza maschile rispetto a quella femminile: una donna ogni tre Consiglieri, ma la situazione sta cambiando. Nelle grandi imprese, infatti, dove si sta lavorando già da tempo per assicurare una maggiore inclusività, la presenza femminile si attesta al 42%. L’età media dei membri dei board è di 56,9 anni: circa il 70% dei Consiglieri è nella fascia d’età tra i 45 e i 65 anni. Solo il 22% delle aziende ha almeno un Consigliere internazionale (media nazionale pari a 0,41), mentre, in media, i CdA operano per 1,82 anni, con un minimo di 0,39 e un picco massimo di 12,77 anni.

Competenze: un gap da colmare

Lo studio ha permesso di evidenziare un gap tra le competenze detenute e quelle ritenute importanti, soprattutto nelle grandi aziende. Dalle interviste condotte è emerso che in relazione alle competenze strategiche, il pensiero strategico (63%) e la valutazione delle performance (61%) sono le caratteristiche più importanti per un Consigliere di Amministrazione secondo gli intervistati, nonché le più presenti nello skill asset dei membri dei board. Stesso discorso per leadership (70%) e agilità intellettuale (66%), presenti nei CdA e considerate le competenze interpersonali più importanti. Tra le competenze tecnico-organizzative, quelle finanziarie (67%) sono al primo posto tra le skill maggiormente presenti nei board, seguite da quelle organizzative (64%). Ma secondo gli intervistati le più importanti sono legate alla gestione delle risorse (74%), e alle competenze finanziarie (71%). L’esperienza pregressa di un manager nel settore in cui opera l’azienda è la competenza cardine su cui costruire la partecipazione di un Consigliere al board. È anche la più presente nei CdA italiani, segnalata dal 58% degli intervistati. 
La ricerca ha rilevato come i gap di competenze individuati e i fabbisogni formativi a essi abbinati possono essere colmati attraverso percorsi di formazione mirati. Data la multi-focalità del ruolo di Consigliere, si prediligono percorsi modulari che consentono un’elevata personalizzazione del learning journey. Formazione e prassi sono intese come due risvolti della stessa medaglia: attraverso l’esperienza maturata sul campo, la formazione si esprime al massimo dei suoi livelli e funge da trampolino di lancio per consolidare alcune competenze e acquisirne di nuove, alimentando il processo di upskilling e reskilling oggi fortemente richiesto dal mercato del lavoro.

Enzo Peruffo, Professore Ordinario in Strategie d’impresa Luiss e Direttore scientifico del progetto Luiss Business School: “La ricerca si inserisce tra quelle attività ad alto valore aggiunto per la nostra Scuola che riconosce il ruolo cruciale del CdA come organo di indirizzo strategico e di controllo delle aziende, promuovendo percorsi formativi volti a formare Consiglieri allineati ai più recenti trend del mondo del business e capaci di svolgere efficacemente il loro delicato ruolo.  Il valore accademico della ricerca è arricchito dall’impatto concreto che ha generato sulle aziende destinatarie e sul sistema Paese in generale, offrendo strumenti concreti per promuovere la managerializzazione e l’upskilling dei membri del board”

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